Il rischio Ebola in Sicilia
Dopo l'analisi della Società italiana malattie infettive, in Sicilia si rischia principalmente il panico
L’ebola fa tanta paura. "L'epidemia in Africa occidentale non è paragonabile a nient'altro se non all'emergere dell'Hiv". Lo ha affermato, intervenendo a un meeting alla Banca mondiale, il direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, Thomas Frieden, secondo cui il mondo dovrà lavorare il più velocemente possibile in modo che l'emergenza non diventi "il prossimo Aids".
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, ad oggi, l'ebola ha ucciso più di 3.865 persone, principalmente in Africa occidentale, tra cui più di 200 operatori sanitari, con 8.033 infezioni totali al 5 ottobre. "Direi che in 30 anni di carriera nel settore della sanità pubblica, l'unica cosa simile che ho visto è stato l'Aids", ha detto Frieden, come riferisce la Bbc.
Preoccupazione e paura che adesso si vive anche in Europa. Sono infatti peggiorate le condizioni di salute dell'infermiera spagnola affetta da Ebola, la prima persona a contrarre il virus al di fuori dell'Africa occidentale. Lo ha annunciato un funzionario dell'ospedale Carlos III di Madrid dove la donna è ricoverata, riporta la Bbc news on line.
E come se tutto ciò non bastasse, ad inquietare fortemente è quanto affermato in questi giorni da Antonio Chirianni, vicepresidente della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali: "Le regioni italiane più esposte geograficamente al rischio di importazione della malattia da virus Ebola sono le regioni costiere presso le cui aree portuali sbarcano periodicamente clandestini provenienti dai Paesi africani: la Sicilia, per motivi geografici, sembra essere la regione più interessata dal potenziale contagio, a causa dei periodici sbarchi di clandestini lungo le sue coste".
"Il lungo tempo di incubazione, fino a 21 giorni, dell'infezione da virus Ebola - rileva la Simit in un comunicato - può comportare la probabilità che un individuo asintomatico proveniente dai Paesi endemici manifesti la malattia al suo arrivo in Europa".
Tuttavia, precisa la Simit, "è pur vero che nelle diverse regioni italiane sono attivi sistemi di sorveglianza e, inoltre, procedure per i casi sospetti possono essere messe in atto in collaborazione con i due Centri di riferimento, quali l'istituto Nazionale di Malattie Infettive Spallanzani di Roma e l'Azienda Ospedaliera Sacco di Milano".
Oggi, rileva l'esperto, "appare notevolmente difficile contenere il traffico aereo ed impedire, dunque, gli spostamenti internazionali; inoltre in molti dei territori colpiti dall'epidemia, quali la Liberia, la Guinea e la Sierra Leone sono scarsi i sistemi di controllo. Non si può quindi escludere del tutto la probabilità che l'infezione giunga anche in Italia, sebbene non vi siano voli diretti dai Paesi endemici". In Europa e in Italia, conclude, "sono, comunque, state attivate tutte le possibili misure di prevenzione a livello nazionale, regionale e locale, comprese le misure di profilassi presso porti e aeroporti".
Rassicurazioni che però, come dire, poco rassicurano. Un problema da evitare, infatti, è quello di non scatenare allarmismi onde evitare panico sociale. Una responsabilità quest’ultima, in mano alle istituzioni che in alcuni casa sembra già essere stata disattesa. "E’ necessario che il presidente Renzi e il ministro Alfano prendano atto che l’epidemia di Ebola rischia di espandersi anche in Sicilia e nel resto del Paese. Il flusso incontrollato di migranti provenienti dal nord Africa che poi affollano più del dovuto i centri d’accoglienza dell’Isola, potrebbe in breve tempo essere causa del diffondersi della malattia. Il governo ascolti l’allarme lanciato dal Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, e disponga immediatamente un piano per salvaguardare la popolazione. Si prenda atto che il lungo periodo di incubazione della malattia rende difficile l’immediata l’individuazione di soggetti malati nonostante il grande impegno del personale sanitario impiegato nella missione Mare Nostrum". Queste le parole del senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia. "Chiedo ancora una volta a Renzi e ad Alfano di aprire gli occhi, fermare la missione-disastro prima che sia troppo tardi e pretendere l’intervento dell’Europa. Il conto alla rovescia è partito, non è possibile perdere ulteriore tempo", conclude.
Chiede rassicurazioni all’assessorato siciliano alla Sanità il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle. "Dopo l'allarme lanciato dal Simit sull'Ebola i siciliani pretendono rassicurazioni. L'assessore Borsellino venga a riferire in commissione sui potenziali rischi e sul dettaglio dei controlli effettuati".
Il gruppo M5S all'Ars chiederà al presidente della commissione Sanità Pippo Di Giacomo di convocare urgentemente l'assessore alla Salute dopo le notizie di stampa che riportavano "lo stato di allerta per il nostro Paese con qualche preoccupazione in più per la Sicilia" segnalato dalla Simit.
"Nessuno vuole fare allarmismo - affermano i deputati - ma questo non impedisce di chiedere alle istituzioni tutte le rassicurazioni del caso, con tanto di numeri e profili delle persone impegnate, protocolli seguiti ed eventuali piani di emergenza. A Di Giacomo chiederemo anche di convocare esperti di questo tipo di malattie. Dobbiamo lasciare la seduta con la convinzione che tutto quello finora messo in campo è il massimo possibile".
La prima rassicurazione è arrivata dal presidente della Regione, Rosario Crocetta: "Non c'è un rischio Ebola che tocca in modo particolare la Sicilia. Sono attive da tempo misure eccezionali per il controllo degli immigrati che sbarcano nell'Isola. Controlli che sono già fortissimi e che verranno rafforzati. Ma questo non vuol dire che esista un problema Sicilia. Chi dice il contrario afferma una cosa infondata. Quindi nessun panico né allarmismi".
Il governatore ha annunciato, comunque, di avere concordato con l'assessore alla Salute Lucia Borsellino "la convocazione immediata dei responsabili sanitari delle aree maggiormente interessate dagli arrivi di migranti, per attivare nuove e più incisive forme di controllo. Ma, ripeto, la Sicilia se è a rischio lo è come le altre regioni. Peraltro sul fronte della medicina dell'immigrazione abbiamo accumulato competenze che la rendono più pronta ed efficiente".