Il rischio Muos è rilevante
Presentato il dossier elaborato da un gruppo di scienziati e presentato nelle commissioni Sanità e Ambiente al Senato
Sono dati risaputi e che via via si arricchiscono di elementi che avvalorano le tesi alla base delle battaglie dei No Muos: "Il rischio Muos è rilevante" per gli abitanti di Niscemi "dal punto di vista dei campi elettromagnetici. Ne sconsigliamo l'installazione".
Massimo Zucchetti, professore di protezione delle radiazioni del Politecnico di Torino, ha presentato in audizione nelle commissioni riunite Sanità e Ambiente un rapporto di oltre 170 pagine elaborato da un gruppo di scienziati di cui fa parte. All’interno del dossier si legge chiaramente di "rischi di esposizione cronica degli abitanti e di disturbo della navigazione aerea".
Il Muos, il nuovo sistema di comunicazione satellitare globale del dipartimento della Difesa Usa, (Mobile User Objective System) è costituito da cinque satelliti e quattro stazioni terrestri (Chesapeake in Virginia, Wahiawa alle Hawaii, Geraldton, nell'ovest dell'Australia, e Niscemi in provincia di Caltanissetta). I primi tre siti sono già operativi, quello siciliano invece è in fase di completamento.
Illustrando la relazione relativa al Muos, l'impianto di comunicazioni satellitari ad alta frequenza composta da quattro satelliti e la cui installazione è prevista a Niscemi, Zucchetti ha sottolineato come sulla base delle rilevazioni fatte dal gruppo di dieci scienziati indipendenti che ha redatto il rapporto, "i valori dei campi elettromagnetici stimati per effetto del Muos superano i limiti di sicurezza in relazione ad effetti acuti già ad una distanza di 17 chilometri". Dunque, ha sottolineato Zucchetti, "il rischio Muos è rilevante: vi sono rischi a breve termine e lungo termine per esposizione cronica ai campi elettromagnetici da parte dei cittadini, ma anche rischi di interferenze con apparecchiature elettromedicali e disturbi per la navigazione aerea".
In relazione alla presenza di campi elettromagnetici, a Niscemi e zone limitrofe, ha avvertito Zucchetti, "ci sono già valori prossimi o superiori ai livelli di attenzione previsti dalla legge. Abbiamo dati per cui già le antenne attuali superano i valori previsti". L'esperto ha quindi rilevato come "per poter autorizzare l'installazione di un apparato come il Muos, la legge prevede la messa a punto di un modello previsionale per i campi elettromagnetici, ma questo non è mai stato fatto. Non avendo tale modello - ha puntualizzato - non è possibile né dare un parere né autorizzare l'impianto Muos in mancanza di quanto la legge prescrive". Infatti, "la procedura autorizzativa del 2011 relativa al Muos era al di fuori della prescrizione di legge, pertanto una ripresa dei lavori necessita di una nuova procedura", ha aggiunto Massimo Zucchetti, sottolineando che vi è un'ampia letteratura scientifica recente che "conferma gli effetti dei campi elettromagnetici a lungo termine".
Nel rapporto, ha detto ancora il professore, "abbiamo raccolto quattromila studi sperimentali che riportano effetti a medio e a lungo termine dei campi elettromagnetici". Pertanto, ha avvertito, "è necessario una valutazione predittiva per il Muos secondo le norme Cei previste dalla legge italiana, mentre non vale fare riferimento alla legge Usa che è meno restrittiva".
Netta la conclusione del gruppo di scienziati che ha redatto il rapporto: "riteniamo che il Muos ricade in un contesto di grave inquinamento ambientale, che non può essere ulteriormente inquinato con altre installazioni".
Per Marcello D'Amore, professore emerito presso la facoltà di Ingegneria e ordinario di elettrotecnica all'università La Sapienza di Roma, anche lui ascoltato in audizione alle commissioni riunite Sanità e Ambiente al Senato, "il rapporto di conformità redatto dalla Us Navy in merito all'installazione del Muos, l'impianto di comunicazioni satellitari, a Niscemi, è di una superficialità che ho trovato imbarazzante". Non si tiene conto, ha detto, della sismicità dell'area e della vicinanza di tre aeroporti. "La relazione della Us Navy - ha sottolineato D'Amore - non considera le caratteristiche altamente sismiche del territorio", che avrebbero un impatto sull'installazione Muos. Inoltre, il Muos sorge in prossimità di tre aeroporti: "Gli aerei in atterraggio a Comiso ad esempio - ha affermato l'esperto - possono essere investiti dal fascio satellitare", con prevedibili effetti, "ma di questo non si parla". Ancora: "C'è un calcolo di campo elettromagnetico - ha rilevato D'Amore - per una zona lontana, mentre interessa sapere cosa avviene nelle aree vicine, ad un massimo di 20 km dalla stazione". Tra le altre "carenze" indicate anche il fatto che il rapporto indica che l'antenna Muos "punta verso il cielo", ma l'assenza di effetti a terra non è certa. Infine, ha rilevato l'esperto, i rilevamenti elettromagnetici per l'impianto già esistente risultano già "alti".
Sempre in audizione alle commissioni congiunte Sanità e Ambiente del Senato, in rappresentanza del Ministero della Difesa, il brigadiere generale del Genio Aeronautico, Mauro Becherelli, ha assicurato: "Il Muos non entrerà in funzione se non c'è una certificazione pratica con un sistema di monitoraggio di centraline che dovrà servire ad attenuare le paure della popolazione". Il sistema di monitoraggio, ha spiegato Becherelli, "è previsto che entri in funzione un mese prima e, comunque, prima dell'entrata in funzione del Muos, prevista non prima del prossimo novembre, mentre il satellite per il Muos verrà messo in orbita a marzo 2015".
Il brigadiere generale ha quindi sottolineato come, prima del via all'attività del Muos, dovrà dunque "essere conclusa tutta una fase di monitoraggio" e in ogni caso, ha ribadito, "il sistema non potrà comunque essere messo in funzione se non sarà appunto completata la rete per il monitoraggio". Dal "punto di vista ingegneristico - ha aggiunto - pensiamo che il sistema di monitoraggio - che sarà sotto l'egida dell'Arpa - potrà dare rassicurazioni".
Se i valori relativi ai campi elettromagnetici "saranno fuori norma, il Muos si spegnerà e non potrà funzionare. È questo il vantaggio del sistema di monitoraggio che si sta offrendo al fine della trasparenza". "È l'Arpa - ha precisato Becherelli - che sta conducendo l'organizzazione del sistema di monitoraggio. Si sta sviluppando - ha spiegato - una tecnologia particolare apposita". Becherelli ha quindi sottolineato che per l'onere delle centraline per il monitoraggio "il finanziamento sarà a cura del governo Usa". Il rappresentante del ministero della Difesa ha quindi ribadito che "ciò che ha scritto il dicastero della Difesa è appunto che il sistema sarebbe entrato in funzione solo con il superamento" delle verifiche.
Secondo l’Iss e l’Ispra le "Emissioni elettromagnetiche mai superiori ai limiti" - "In nessun caso le emissioni elettromagnetiche superano i limiti di legge" replica il direttore generale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Stefano Laporta, in audizione alle commissioni riunite Sanità e Ambiente al Senato in relazione all'installazione del Muos, l'impianto di comunicazioni satellitari ad alta frequenza, a Niscemi.
Tali condizioni, ha detto, sono rilevate anche in postazioni "più critiche perchè più vicine all'impianto". Riferendosi quindi ai dati dell'Arpa Sicilia, che rilevano invece emissioni oltre i limiti, Laporta ha sottolineato che ciò si spiega per un errore nella metodologia di calcolo.
Nell'ambito dell'impianto Muos, ha quindi precisato Laporta, "le antenne attive, a bassa ed alta frequenza, sono 21 ed i trasmettitori attivi per alta frequenza sono 22. Le altre 23 antenne in alta frequenza - ha affermato l'esperto - sono inutilizzate e verranno dismesse appena ci saranno i necessari fondi economici da parte degli Usa".
Le misurazioni fatte dall'Ispra nel 2013 avevano proprio l'obiettivo di "verificare l'impatto delle 21 antenne" sul territorio e l'indagine ha interessato 17 siti: "Le misurazioni - ha detto Laporta - hanno consentito di quantificare l'impatto elettromagnetico" nella zona di Niscemi.
Nella valutazione dei rischi "siamo al di sotto dei limiti previsti", ha aggiunto Alessandro Polichetti, primo ricercatore del Dipartimento di tecnologie e salute dell'Istituto superiore di sanità.
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]
- IL DOSSIER (pdf)