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Il rispetto delle regole e i colori politici

Ordine e Solidarietà! Il nuovo motto per la sinistra auspicato dai sindaci delle grandi città italiane

19 maggio 2007

Per ''luogo comune'' si intende comunemente un'opinione largamente condivisa, anche se non supportata da alcuna prova o evidenza concreta.
La maggior parte dei ''luoghi comuni'' nascono, si diffondono e poi spariscono, per fare posto a quelli nuovi. Oltre a non essere stabili nel tempo, i luoghi comuni non sono nemmeno generalizzati nella popolazione, ma tendono invece a caratterizzarne sottogruppi, in base agli interessi, alla professione, all'orientamento politico. Non risparmiano alcuna categoria di persone, a prescindere dal grado culturale...

Abbiamo trovato quest'incipit quasi doverosovisto che il tema che andremo a trattare parte e si basa proprio da un luogo comune di natura politico-ideologico. Qualcuno, per motivi di natura storica e culturale, ha reso comune la convinzione che la ''Solidarietà'' è un concetto prettamente ''di sinistra'', mentre il ''Rispetto delle Regole'', se vogliamo, ''l'Ordine'' è un precetto ''di destra''. Motivi storici e culturali che stanno in alcune parole che potremmo definire ''chiave'', come ''socialismo'' nel caso dell'attribuzione del concetto ''solidarietà'', ''dittatura'' e '''gerarchia'' per quanto riguarda l'attribuzione di ''ordine''.
Sulla stessa onda storico-culturale si pensava che l'uomo costretto ad infrangere le leggi, quindi il criminale, era da considerarsi la ''parte debole'', perché costretto, appunto, a rompere un ordine precostituito imposto dallo strapotere di una politica dittatoriale, egoista e crudele , irrispettosa delle esigenze della popolazione. L'uomo fuori della legge, era quindi l'elemento da difendere.
Un discorso che poteva andare bene, benissimo, nel periodo del fascismo, e che oggi, forse, può essere preso in considerazione - facendo molta attenzione - quando pensiamo a quelle porzioni di popolazione costrette ad un'esistenza al limite per colpa delle inadempienze e delle incapacità della politica. A parte ciò, però, il tempo e le trasformazioni che questo porta con sé, hanno cambiato significati e significanti, e pur nella presenza sempre costante dell'ingiustizia sociale, sarebbe il caso di rivedere radicalmente alcune visioni, oggi assolutamente inappropriate, inopportune e oramai false.

La criminalità dilaga. Le nostre città ne sono zeppe. I cittadini hanno paura, non si sentono al sicuro, e la fiducia verso le forze preposte alla loro incolumità scema quotidianamente. Si vive in un clima di confusione e tensione, e sempre più spesso i capri espiatori diventano gli stranieri, la loro estraneità e la loro diversità. I cittadini però ci tengono a dire di non essere razzisti, o meglio, dicono che non erano mai stati razzisti, ma con i tempi che corrono...
Parte della popolazione si chiede, dunque, legittimamente: ma se vige la convinzione (di sinistra) che il primo perno della buona convivenza sociale dev'essere la massima tutela degli immigrati, degli emarginati, degli sbandati, chi e come garantisce il quieto vivere della pensionata che viene scippata e malmenata dal tunisino, piuttosto che dall'albanese, piuttosto che dal tossico? E' questa sarebbe giustizia sociale?
Ecco la parola magica: giustizia sociale. Proprio quella utilizzata dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato,  nel giorno della firma dei ''Patti per la Sicurezza'' con i sindaci di Roma e Milano.
Difendere l'incolumità dei cittadini, combattendo la criminalità con misure più dure è ''una questione sociale e non solo di ordine pubblico''. Un messaggio che Amato ha voluto mandare alle forze politiche del suo schieramento. ''E' un tragico errore della sinistra - ha detto Amato - pensare che il problema della sicurezza sia un problema dei ricchi, che hanno qualcosa da difendere. Accade esattamente l'inverso: è chi ha pochissimo da difendere, e che proprio per questo si difende ancora più aspramente, a chiedere maggiore tutela. Ed è lui, quando non si sente difeso, a diventare nemico di chi gli è più simile''. Isomma, il rischio è quello che si inneschi una ''guerra fra poveri''.

E quindi negli accordi siglati con i sindaci ci sono più carabinieri e poliziotti per le strade, ma anche alloggi per gli immigrati e i villaggi per i rom. I soldi stanziati serviranno a incrementare la videosorveglianza e mezzi di controllo, ma anche a finanziare progetti per la protezione delle fasce deboli, primi fra tutti i bambini mandati a mendicare. Il ministro dell'Interno ha parlato di ''solidarietà interistituzionale'', tra tutte le parti: ''Un grande impegno, ma anche una scommessa totale che ha bisogno dell'apporto di tutti, perché da solo lo sceriffo non ce la fa''.
Dopo Roma e Milano, martedì toccherà a Torino. Nelle zone a più alto tasso criminale arriveranno 200 uomini di rinforzo tra polizia e carabinieri. Nelle periferie aumenterà la vigilanza per prevenire le rapine in villa. Anche qui un'attenzione particolare sarà rivolta alle fasce deboli con progetti per combattere spaccio, prostituzione, abusivismo.
Il timore di Amato su possibili rivolte nelle nostre ''banlieues'', si è massimamente compreso quando ha parlato del caso di Vanessa Russo, la ragazza romana uccisa nella metropolitana con un'ombrellata da due giovani prostitute romene. ''Quello di Fidene - ha messo in guardia il minsitro - è un esempio che tutto il Paese deve tener presente. Non è un quartiere di ricchi, ma una borgata dalla quale può venir fuori un'ondata di odio e ostilità''. Amato ha poi sottolineato le tante esigenze dei cittadini, e in cima alla lista delle priorità ha messo quello dell'edilizia pubblica. ''Altrimenti - si è chiesto Amato - come facciamo a portare i rom all'integrazione se non abbiamo delle case? E come possiamo offrire case ai rom se prima non le abbiamo offerte alle centinaia di migliaia di italiani flessibili e con il mutuo da pagare, che a metà del mutuo restano senza lavoro e finiscono tra gli occupanti abusivi delle case?''.

I ''Patti di Sicurezza'', richiesti ed ottenuti dai sindaci delle grandi città metropolitane, soffrono però di qualche diffidenza all'interno della maggioranza di governo. Una parte della sinistra, infatti, storce il naso perplessa. Ieri, per esempio, il segretario di Rifondazione, Franco Giordano, se l'è presa con l'''enfasi'' data al Patto per la Sicurezza di Milano, siglato dal sindaco Letizia Moratti e dal vice ministro Marco Minniti che, in queste settimane, sta concretamente costruendo i tanti diversi Patti nel Paese. Giordano ha detto: ''I problemi della sicurezza non debbono essere agitati come una clava''. Ma sono proprio i sindaci dell'Ulivo (e non solo) che in queste settimane hanno spinto il piede sull'acceleratore. Bologna, Torino, Roma. Ieri Walter Veltroni ha spiegato che la sicurezza si realizza attraverso la ''coesistenza'' tra i cittadini, e questa passa ''per l'accoglienza e la legalità, la solidarietà e il rispetto della legge''. Insomma: ''Ordine e Solidarietà'', il nuovo motto che in molti auspicano per la sinistra.

- Aiuto, sono di sinistra ma sto diventando razzista (una lettera spedita a 'la Repubblica')

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19 maggio 2007
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