Il Ruanda ha abolito la pena di morte. Un grande passo avanti affinché si abolisca in tutte le nazioni mondiali
La notizia dell'abolizione della pena di morte in Ruanda, decisa sabato dal parlamento del paese africano, e quella del 58% di americani favorevoli alla moratoria delle esecuzioni sono ''segnali eccezionali che confermano la certezza di una maggioranza assoluta pro moratoria alla Assemblea Generale dell'Onu, una maggioranza a cui l'Unione Europea impedisce da tredici anni di esprimersi''. Così Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti dell'associazione Nessuno tocchi Caino, in un comunicato.
L'impegno italiano all'interno dell'Onu insieme alla Germania, su mandato dell'Unione Europea, non è quindi vano, e sembra concretamente rafforzarsi.
''Per questo, con l'aiuto anche dello sciopero della fame ad oltranza e di quello della sete di Marco Pannella, - si legge ancora nel comunicato di Nessuno tocchi Caino - chiediamo al governo italiano di passare all'azione depositando subito la Risoluzione pro moratoria alla Assemblea Generale in corso''. ''In particolare, l'abolizione della pena capitale in Ruanda, che ha deciso anche di essere tra i presentatori della Risoluzione all'Onu - si legge inoltre - assume un significato politico e simbolico potentissimo, perché avviene in un paese che nella sua storia recente ha conosciuto le più gravi violazioni al diritto umanitario internazionale: genocidi, mutilazioni e stupri di massa, esecuzioni sommarie, deportazioni''.
''Di fronte a massacri di così vaste proporzioni - concludono i due esponenti radicali - va salvaguardato l'interesse legittimo delle vittime a che i responsabili di gravi crimini siano puniti, ma il Ruanda ci insegna che la lotta contro l'impunità non si può risolvere con la pena di morte''. Inoltre, il favore crescente degli americani all'idea di una moratoria, secondo D'Elia e Zamparutti, ''dimostra poi che l'aria sta cambiando anche lì e che è un errore identificare gli Stati Uniti con la pena di morte''.
Ricordiamo che a maggio i ministri dell'Unione europea hanno conferito all'Italia e alla Germania (presidente di turno) il mandato unanime per preparare il testo della risoluzione sulla moratoria per la pena di morte da presentare all'Assemblea generale dell'Onu.