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Il sacro e il profano di una festa popolare. La Festa dell'Ascensione a Floridia (SR)

26 maggio 2006

Dal cantore del costume e del folklore del ''Continente Sicilia'' l'Ascensione e le Sagre a Floridia
Il sacro e il profano di una festa popolare
di Santi Martorino

Anche se non c'è più quel costume e quel folklore che animava a ''Ciuriddia'', in quel pomeriggio di maggio, i carrettieri e i coltivatori, a disputarsi la corsa coi cavalli, liberati dal peso dei carretti, al ritorno dai campi, in una disputa impareggiabile, l'Ascensione a Floridia, almeno negli aspetti più appariscenti, è la splendida allegoria di un giorno di festa prorompente di vitalità che richiama tantissima partecipazione.
I cavalli sono ancora oggi nel ''Palio dell'Ascensione'' le micce con cui si accendono di passionalità gli animi, quasi un filtro magico di un costume unico al mondo e, dunque, testimonianza di un mito che ripete all'infinito il ritmo di giorni sacrificati di carrettieri, che mettevano in comunicazione il paese con il resto della Sicilia e di coltivatori e contadini più abili al mondo.
C'è comunque chi nella corsa dei cavalli non riesce a comprendere i motivi di tanto clamore, specie se ora la catarsi delle diverse classi sociali è piena di scetticismo. La festa vive ai margini di sonore scommesse, anche se questa liberazione, nella dialettica accorata, si perde nel mito, dato che per l'Ascensione a Floridia, ritornano intere generazioni di emigranti. Intanto, il ''palio'' è diventato celebre in ''tre Continenti'', perché portato per il mondo, con i suoi clamori, ai floridiani di Hartford e Melbourne, città con le quali ''Floridia'' è gemellata. Tale festa virtualmente viene dominata, più o meno, dal coraggio della forza politica di turno, che semina e raccoglie del magico folklore le dispute più impensate.

Le sagre, a base di ''crastuna'' e di ''ntuppateddi'' riescono a colorire l'emblematico gioco delle vittorie dei cavalli sul ''corso''. Le lumache che hanno suscitato sempre o una assoluta repellenza o un irresistibile fascino sono ritualmente il debole dei floridiani. La banda che sale e i fuochi che alimentano le emozioni nel pomeriggio e culminano a sera in un incanto di festa, danno al commensale amico o parente, il tocco finale di una abbuffata di lumache in un giorno irripetibile.    
Nel tempo dell'Ascensione, dopo le prime piogge i floridiani, cui è stata tramandata la tradizione, compiono la magia armandosi di lanterna alla ricerca nelle vicine ''chiane'' delle lumache, specie i ''ntuppateddi'', lavorando con cura la terra con la zappetta. In attesa di quella delizia di primavera, la gente continua ad arrotarsi il palato a base di  ''babbuci'' che servono a stancare lo stomaco senza aver mangiato. Erano l'ideale per le famiglie numerose che, non riuscivano a gustare le prelibatezze della festa. Raccolti i ''ntupateddi'' nelle ceste o nei ''panari'', con una certa impazienza se ne assaggiano le qualità, abbrustolendone qualcuno sulla brace. Poi si consuma il loro rito insieme ai ''crastuna'', meno pregiati, nel menù familiare: bolliti e conditi con olio, sale, pepe, menta e il succo dei purissimi cedri dell'altipiano ibleo, culla del mitico fiume Anapo, o accoppiati, dopo essere stati bolliti, a frizzanti peperoni delle ''chiane''. Così mentre le donne preparano la morte delle lumache a base di piccanti salse di pomodori, la gente arriva da ogni parte e lì, tra marciapiede e strada, a godersi la vittoria del cavallo preferito dagli scommettitori nel ''Palio di Maggio'' in uno sfogo di quotidianità e in una metamorfosi che affonda lontane origini e che viene riproposto ai floridiani e siciliani dei tre Continenti.

Poi i cavalli, nient'altro che i cavalli, con una certa impazienza anche loro e talvolta fino al sangue comprimono sui marciapiedi, tra le transenne, le attese di una vera e propria disputa sempre più mortale (tanto da essere additata anche come festa pericolosa). Nonostante episodi clamorosi, che si identificano in riti ed atroci violenze sui mitici cavalli, sulla dissolvenza di codici e di comportamenti (e di qui l'accentuarsi dei sistemi repressivi e punitivi sui ''cavaddari'' - per il peggio della Sicilia che gira intorno a loro - e che sfuggono alle regole che non sono mai abbastanza) il palio dell'Ascensione a Floridia è la festa più bella della Sicilia moderna, tanto per le tradizioni e i costumi che si perdono nel mito e le origini che richiamano il gareggiare dei  siciliani per vincere i secoli (nei quali sono stati sempre battuti ed increduli al riscatto della propria terra), quanto per la cultura che esprime:  l'uscita dal dormire simile alla sacra morte della natura (inverno) e il risveglio alla sacralità della vita (primavera) di gente che riscopre quella festa per una possibile quanto auspicata ascesa dell'intera Sicilia e non solo del ''palio di maggio'', proprio qui da questa terra di ''ciuri'', che Xiridia simboleggia nel suo rinnovamento. E se i ferri dei cavalli si stampano sul ''corso'', palcoscenico infuocato di pece, tra memorie di casupole a dimensione uomo, solo a sera, con l'aria propiziatoria, sacro e profano si fondono con l'uscita dell'Immacolata dalla chiesa Madre in una preziosa festa popolare.

LA FESTA
Lanciati nel cuore
battono i cavalli fumanti
coi fuochi dell'Ascensione.
S'accendono allora i cori
di gente che s'inebria
al cavallo fantastico
che trascina alla vita
e nel clamore dei suoni
danzano i cavalli sul corso
con le criniere al vento
il sogno rischio della festa.
Torna lieta la banda
al cavallo che sale
e nella mente ritorna
il gioco furente d'oblìo
che rapisce le grida alla vittoria,
poi nel chiarore della sera
un fiume di sangue t'insegue
nell'animo fiammante!

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26 maggio 2006
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