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Il sangue avvelenato dei gelesi...

Da una ricerca del Cnr è emerso che nelle vene del 20% del campione (262 persone), scorre arsenico, rame, piombo, cadmio e mercurio

01 agosto 2009

Per molti è la zona più inquinata del mondo. Lì si nasce con deformazioni e si muore con gravi patologie. A dare l'ennesimo colpo all'area che va da Gela a Butera (siamo nella provincia nissena) è una ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Una ricerca che ha prodotto dati sconcertanti. Dalla ricerca, durata diversi mesi (si legge in un'anticipazione del settimanale 'L'Espresso'), è emerso che il sangue del 20% del campione, composto in tutto da 262 persone, è "pieno di veleno": nel loro sangue sono state rilevate tracce di arsenico ma anche rame, piombo, cadmio e mercurio; nelle loro urine sono stati trovati livelli di arsenico superiori del 1.600 per cento al tasso-limite.Secondo l'articolo di Emiliano Fittipaldi si tratterebbe di casalinghe, impiegati e giovani sotto i 44 anni, e non di operai dello stabilimento petrolchimico.

Facendo una proporzione sul totale dei residenti, a rischio avvelenamento potrebbero trovarsi più di 20 mila persone. E visti i risultati delle analisi non stupiscono i nuovi dati sulla mortalita e le malattie, statistiche che arrivano fino al 2007: "Nell'area in studio - si legge nel rapporto pubblicato su 'Epidemiologia & Prevenzione' - si osserva una mortalità generale per tutti i tumori significativamente più elevata, sia negli uomini sia nelle donne".
Fabrizio Bianchi, epidemiologo del Cnr, ha coordinato la ricerca e non nasconde la sua preoccupazione: "L'impatto ambientale è indubitabile. In mare, nelle acque, sulla terra ci sono concentrazione di metalli superiori fino a un milione di volte i livelli accettabili. L'arsenico non era già presente in forme naturali, come dice qualcuno, ma è stato immesso dall'uomo".
Secondo il ricercatore, inoltre, "l'arsenico è un composto che non rimane a lungo nel corpo. Le grandi quantità che abbiamo trovato dimostrano che l'esposizione è tutt'ora in corso".

"Se i numeri sono quelli che dicono i ricercatori, che cioè il 20% circa potrebbe avere arsenico nel sangue a Gela, Niscemi e Butera
- ha riferito Rosario Crocetta ex sindaco di Gela europarlamentare del Pd ad un'agenzia di stampa - significa che ci troveremmo di fronte a 20mila persone contaminate. Occorre subito uno screening di massa della popolazione". L'europarlamentare informerà subito della vicenda il ministro della salute e il presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo. "L'arsenico - dice Crocetta - non rientra più nel ciclo produttivo del petrolchimico da diversi anni ma se la popolazione continua a essere contaminata a significa che la presenza dell'arsenico è nell'ambiente, nel suolo, nella catena alimentare".
"Siamo altamente allarmati per questi dati - ha detto Giovanni Di Martino, sindaco di Niscemi - Il consiglio comunale ha già fatto una seduta straordinari la settima scorsa sull'inquinamento ambientale alla luce di questi dati che erano stati resi noti su iniziativa dell'ufficio speciale dell'area ad alto rischio ambientale".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com]

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01 agosto 2009
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