Il Satiro di Mazara del Vallo ritorna in Sicilia
Per 2000 anni è stata la casa di molluschi e pesci, ora ritorna a danzare per noi
Madrepore e molluschi hanno trovato, per anni, ospitalità fra le sinuose forme della statua di bronzo di origine greca. Il lavoro dei restauratori dell'Istituto Centrale di Restauro è durato quasi cinque anni per portare la statua al suo antico splendore. Si sono serviti di un piccolo strumento in uso negli ambulatori odontoiatrici: lo stesso apparecchio ad ultrasuoni che viene usato dai dottori per togliere il tartaro dai denti.
A Mazara del Vallo tutti attendono con ansia il ritorno del Satiro e più di tutti sembra attendere il suo ritorno Francesco Adragna, il comandante del peschereccio "Capitan Ciccio" che nel 1998 si rese partecipe dello straordinario ritrovamento: il bronzo fu tirato su, dalle azzurre profondità, durante una battuta di pesca.
Roberto Petriaggi - l'archeologo che ne ha curato il restauro - è felice nell'affermare che "niente di simile c'è in alcun museo del mondo, un capolavoro assoluto".
In un primo momento si era creduto che la statua rappresentasse Eolo, il Dio dei venti. Il restauro ha permesso di evidenziare un particolare molto importante: il bronzo ha le orecchie ferine, a punta, che indicano chiaramente che la scultura rappresenta un Satiro: demone che accompagnava - in un corteo orgiastico - il Dio greco del vino Dionisio.
La statua, realizzata probabilmente dopo il IV secolo a.c. e considerata un capolavoro assoluto, potrebbe essere una replica, in epoca romana, dopo la conquista della Grecia, quando si sviluppò un notevole commercio di opere d'arte per soddisfare le richieste della colta aristocrazia romana.
Dopo essere stata ospite in questi giorni della Camera dei Deputati presto farà il suo ritorno a Mazara.