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Il segretario dei Ds Piero Fassino ''chiama'' il leader del Movimento per l'autonomia Raffaele Lombardo

16 gennaio 2006

In pieno periodo di accuse, denunce, autocritica e attese giudiziarie, il segretario dei Ds Piero Fassino ha trascorso una domenica siciliana, intervenendo alla convention regionale della Quercia sul programma per le elezioni regionali di giugno nell'Isola.
''Auspico che Raffaele Lombardo - ha detto Fassino durante il suo intervento - si collochi nel centrosinistra. Del resto, le istanze autonomiste portate avanti dal suo movimento sono state ignorate dalla Cdl''. ''Anche l'ultima finanziaria - ha aggiunto il segretario Ds - non ha preso in considerazione la fiscalità di vantaggio per il Sud, chiesta da Lombardo''.
''L'Ulivo in questi dieci anni è passato per tappe che lo hanno visto crescere: è un pezzo di cammino sulla strada che porta al partito democratico'', ha poi detto Piero Fassino, rispondendo a una domanda sulle sollecitazioni di Romano Prodi a costituire il partito democratico, apparse ieri in uno spazio a pagamento sui quotidiani. ''Adesso abbiamo davanti le elezioni del 9 aprile - ha aggiunto Fassino - nelle quali presenteremo la lista dell'Ulivo alla Camera, dopo i successi alle Regionali e alle Europee. Si è creato un consenso forte che consentirà l'accelerazione del percorso verso il partito democratico. Non è vero che l'identità dei singoli partiti impedisce l'unità: è vero il contrario. I Ds in questi anni, senza perdere la propria identità, hanno dimostrato di lavorare per la coalizione''.

Fassino si è anche dimostrato critico nei confronti della costruzione del ponte sullo Stretto: ''Il rapporto costo-benefici non regge. Il ponte sullo Stretto costa troppo per essere un ponte ed è un'opera avulsa da strategie''. Infine, un messaggio a Berlusconi: ''Mi dispiace che all'appello che ho lanciato ieri per una distensione il presidente del Consiglio abbia risposto rilanciando una strategia di aggressione e di veleni. L'Italia non ha bisogno di altri veleni, rinnovo questo appello anche a Casini, a Bossi e a tutti i leader della Cdl: prevalga la ragione e lascino che le indagini le facciano i magistrati. Noi da oggi intendiamo parlare agli italiani dei loro problemi''.

L'auspicio di Piero Fassino sulla scelta di Lomabrdo e del suo Mpa, ha ricevuto l'immediata replica del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, sulla questione delle alleanze per le regionali, ha affermato con certezza: ''Raffaele Lombardo, leader del Movimento autonomista siciliano mi ha garantito che non andrà mai a sinistra''.''Abbiamo avuto con lui diversi colloqui sui problemi per il sud'', ha detto il premier poco prima di lasciare Roma. ''Gli è stata data risposta su tutto quello che ha chiesto e che è possibile fare subito o nella prossima legislatura''. ''Lombardo - ha concluso Berlusconi - mi ha spiegato che non andrà con il centrosinistra perché da sempre è un cattolico moderato e un liberale''.
Da Palermo il segretario del Movimento per l'autonomia, Raffaele Lombardo ha risposto al premier dicendo: ''Le parole del presidente del Consiglio risultano francamente incomprensibili''. ''Abbiamo chiesto in ripetute occasioni, sin dalla nascita dell'Mpa, precisi atti di governo, di questo governo, al fine di garantire l'equilibrato sviluppo del Paese: uno per tutti la fiscalità compensativa per il Sud. Ad oggi non abbiamo ricevuto le attese risposte''.
''Forse si sarebbero preferite altre richieste meno impegnative e più facilmente appagabili - ha detto Lombardo -. Forse ci si aspettava il consueto baratto tra il consenso dei meridionali e le carriere personali di chi è avvezzo da troppo tempo a sfruttarlo. Non intendiamo tradire le aspettative della nostra gente e della nostra terra, né rinunceremo alla nostra dignità di cattolici che si sforzano di interpretare la politica come strumento per perseguire il bene comune''. ''Le scelte che saranno democraticamente compiute - ha concluso il leader dell'Mpa -, si ispireranno a questi principi e incontreranno il favore degli elettori, facendo giustizia dei prevedibili anatemi di qualche, non disinteressato, più o meno vecchio amico''.

E Schifani chiese a Fassino di chiedere scusa al Paese
''Peccato che Fassino abbia dimenticato le offese e le aggressioni cui hanno sottoposto Silvio Berlusconi in 5 anni di governo, tentando di impedirgli di guidare il Paese con la dovuta serenità''. Il capogruppo Fi in Senato Renato Schifani risponde al leader dei Ds. ''Non riuscendoci, perché Berlusconi è un buon incassatore, ma che al momento giusto sa anche rispondere come oggi sta facendo. Come dire, chi la fa l'aspetti''. ''Peccato che Fassino ieri non fosse al palazzetto dello sport di Palermo, dove più di 10 mila persone hanno manifestato il loro sostegno spontaneo a Totò Cuffaro. Peccato, perché forse oggi avrebbe evitato queste sue affermazioni che sanno soltanto di demagogico e di interesse. Peccato che sull'antimafia la sinistra, quando era al governo, abbia fatto soltanto propaganda, mentre noi ci siamo assunti la responsabilità di stabilizzare il carcere duro per i mafiosi e continuiamo nelle catture dei grandi latitanti''. ''Peccato che il segretario Ds non sappia che grazie al governo Cuffaro il Pil della nostra regione è aumentato percentualmente in misura maggiore rispetto alle altre regioni d'Italia, e che la disoccupazione va riducendo sempre di più. Peccato che Fassino continui a non riconoscere di non aver soltanto tifato per Unipol, ma anzi di essere sceso in campo come dodicesimo giocatore e che continui a fare la vittima, quando invece lui e il gruppo dirigente Ds dovrebbero chiedere scusa alla loro base elettorale e credo all'intero Paese per lo scandalo di Bancopoli''. [La Sicilia]

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16 gennaio 2006
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