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Il seme della discordia

Pappi Corsicato ritorna con una colorata commedia piena di belli ma... sfigati

08 settembre 2008

Noi vi segnaliamo...
IL SEME DELLA DISCORDIA
di Pappi Corsicato
Il matrimonio di Veronica e Mario, entrambi impegnati anima e cuore nelle rispettive carriere, nonostante le apparenze sta naufragando. La scintilla per la separazione scocca quando Veronica scopre di essere incinta e Mario, invece, riceve la notizia della sua sterilità. Di chi è allora il bambino? Veronica non lo ha tradito, ma lui non le crede...
Anno 2008 
Nazione Italia
Produzione Marco Poccioni e Marco Valsania per Rodeo Drive 
Distribuzione Medusa Film
Durata 85' 
Regia, Soggetto e Sceneggiatura Pappi  Corsicato
Con Caterina Murino, Alessandro Gassman, Martina Stella, Isabella Ferrari, Monica Guerritore, Iaia Forte
Genere Commedia

Liberamente ispirato alla novella "La Marchesa von O" di Heinrich von Kleist, Il seme della discordia è la storia di un avvenimento fuori dal comune: una gravidanza (in)desiderata frutto di una violenza notturna, che resta invisibile allo spettatore e che la protagonista crede di aver sognato.
Il film di Corsicato è la lunga ricerca della verità a partire dall'evidenza che qualcosa è accaduto. L'intera architettura di questo divertissement in piena luce (del sole) si regge su una gravidanza, sul paradosso di un realtà in cui l'estremo senso e il non senso si toccano, combaciano e si fondono nel visto e nel non visto.

Nel Seme della discordia non interessa tanto la ricerca di un malessere esistenziale, quanto la forma subliminale della sua espressione, perché il cinema di Corsicato, senza smettere di essere concreto, è una fantasia che tende a iperformare la scena, colmandola delle proprie suggestioni epocali, spaziali e cinematografiche. Il seme della discordia è un vuoto già pieno di qualcos'altro: culture altre, un tempo altro, mode, sogni, canzoni, film, colori, oggetti, vestiti altri. Procedendo in direzione di un percorso salvifico (la ricomposizione di una relazione) e dichiaratamente laico (il concepimento impuro), Corsicato mette in scena figure vuote che si "riempiono", descrivendo una parabola femminile che parte da un'assenza e approda ad una consapevolezza compiuta di sé.

L'autore napoletano resta agganciato alla fisicità dei corpi, alla pienezza carnale delle sue protagoniste e alla loro intrinseca natura popolare, per imbastire una sorta di teorema aperto e gioioso sull'esplorazione del femminile, sull'istituzione familiare e sulla condizione umana contemporanea. La magnifica ossessione del vigilante di Michele Venitucci, l'oggetto del desiderio degli uomini del Centro Direzionale, quartiere moderno di Napoli progettato negli anni Novanta dall'architetto giapponese Kenzo Tange, è il corpo mediterraneo di Caterina Murino, intensa nelle espressioni e calda e immediata nei movimenti. La sua Veronica "piena di grazia" si muove dentro forme sceniche dilatate, il suo sguardo si apre su esterni incombenti e razionali e si chiude nel sonno su interni "a colori" trasognati e assorti. A restare nel cinema di Corsicato è la luce che si attacca ai corpi, scaldandoli, bruciandoli e accompagnandoli sulla strada e sotto i grattacieli di Napoli. Il seme della discordia è un film destinato a rimanere negli occhi prima che nella testa. Un "sogno" che ha una dimensione fisica forte, un'allucinazione che cerca e trova un rilievo totale e totalizzante nei corpi "gravidi". Di vita, di cinema.

La critica
"Leggero come una piuma e brillante come l'argenteria appena lucidata. Corsicato esalta gli spazi e i giochi cromatici, visivamente fa faville. Sembra esaltare anche le donne: i loro abiti e i corpi sinuosi. Della testa si può fare a meno. Decorative più che espressive. Tanto stile ma sotto il vestito davvero poco".
Paolo D'Agostini, 'la Repubblica'

"Una spumeggiante soap opera in technicolor che ricorda il primo Almodovar. (...) Con una giusta campagna promozionale e il passaparola, potrebbe aver successo in patria e all'estero."
Natasha Senjanovic, 'Hollywood Reporter'

"Corsicato gioca con gli stereotipi e li ribalta, colorando tutto di una contagiosa atmosfera pop. Indovina battute e gag ma non cancella l'impressione d'aver fatto un film più con la testa che davvero col cuore".
Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera'

"Il seme della discordia di Pappi Corsicato non è riuscito. (...) Il regista dice di essersi ispirato a La marchesa von O. di Kleist, d'aver "voluto descrivere un percorso esistenziale attraverso un'esperienza che, per quanto negativa, permette di arrivare a una maggiore consapevolezza di sé." Tutto questo, però, il film non lo dice".
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'

"La trama potrebbe essere violenta e drammatica, ma Corsicato la impagina con i toni e i colori della commedia surreale, allestendo un balletto di donne stile anni '70 che trascolora nella fiaba. (...) Murino bellissima e molto brava (...) Il film è lieve, ironico, amabilmente superficiale".
Alberto Crespi, 'l'Unità'

"Il cinema dei cinefili è il peggiore: ciò che fanno è sempre alla maniera di un altro. (...) Pappi Corsicato lo conferma. Stupra una storia sullo stupro di Heinrich von Kleist, La marchesa von O".
Maurizio Cabona, 'il Giornale'

La pellicola ha ricevuto il contributo del MIBAC - In concorso alla 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2008)

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08 settembre 2008
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