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Il Senato ha bocciato lo stop alla nutrizione artificiale

Respinti gli emendamenti volti a sopprimere il passaggio che vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali

26 marzo 2009

AGGIORNAMENTO
Biotestamento "non sarà vincolante" - Le dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) non saranno più vincolanti
. Almeno stando al provvedimento sul testamento biologico a cui l'Aula del Senato si appresta a dare il via libera nel pomeriggio. La vincolatività delle Dat sparisce dal provvedimento con un emendamento a prima firma Antonio Fosson (Udc), approvato dall'Aula con 136 voti favorevoli e 116 contrari. Le Dat erano state rese vincolanti dopo una dura battaglia in Commissione, che aveva sollevato non poche polemiche nella maggioranza. "Ci fermiamo alla non obbligatorietà delle Dat - sottolinea Gaetano Quagliariello, vice presidente dei senatori Pdl - per non rendere questa legge soggetta a interpretazioni. Vogliamo lasciare al medico un margine per poter intervenire a fronte di nuove evidenze scientifiche".
Ma è evidente il malcontento dell'opposizione, a partire dal senatore Pd Ignazio Marino che punta il dito contro la proposta di modifica targata Udc. "E' una presa in giro per i cittadini - incalza anche Felice Casson (Pd) - Le loro dichiarazioni anticipate diventano carta straccia". Furente la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: "Se qualcuno aveva ancora dei dubbi in merito, ora può toglierseli - osserva - questo testo andrà al giudice e alla Corte Costituzionale".
Un emendamento all'articolo 4, a prima firma Bianconi, che oggi ha avuto il via libera dal Senato, ha ridotto inoltre da 5 a 3 anni la validità delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Un'altra conquista dell'opposizione in Commissione Sanità - quella dei cinque anni di validità - naufragata in Aula, che oggi torna al testo iniziale stabilendo che le dichiarazioni avranno la validità di soli tre anni.

Non ha ottenuto il via libera, nonostante gli spiragli che sembravano essersi aperti in Commissione Sanità di Palazzo Madama, l'emendamento a prima firma del senatore Pd, Ignazio Marino, che prevedeva la possibilità di donare il proprio corpo alla ricerca e alla didattica, prevedendolo nelle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). "La dichiarazione anticipata di trattamento - si legge nella proposta di modifica avanzata da Marino, che ne aveva fatto una vera e propria battaglia - può contenere disposizioni in ordine all'eventuale donazione del proprio corpo, di organi o tessuto a scopo di trapianto, ricerca o didattica, alle modalità di sepoltura e alla assistenza religiosa".
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Non sono passati al Senato gli emendamenti volti a sopprimere il comma 6 dell'articolo 3 del ddl Calabrò sul testamento biologico, ovvero quel passaggio del provvedimento che vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali, riconoscendoli come forme di sostegno vitale.
Ieri, nonostante il voto segreto, la maggioranza ha tenuto e gli emendamenti soppressivi hanno totalizzato 164 voti contrari, 105 favorevoli e 9 astensioni.

Il Pd, nelle dichiarazioni di voto, non è apparso compatto. Il presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro ha votato a favore dell'emendamento soppressivo del comma 6, seguita da Gerardo D'Ambrosio che si è dichiarato a favore della proposta di modifica. Mentre Emanuela Baio ha dichiarato che avrebbe votato contro l'emendamento. Tra le proposte di modifica 'soppressive', una era firmata anche dal senatore Umberto Veronesi.
"Mai - ha sottolineato la senatrice radicale e vicepresidente del Senato Emma Bonino, nel richiamare l'attenzione sui 4 emendamenti che intendevano sopprimere il comma 6 dell'articolo 3 - si dovrebbe consentire allo Stato di disporre del corpo dei cittadini, non è un problema sanitario, né tantomeno un problema tra laici e cattolici o destra e sinistra. Così obbligate al sondino a vita".

Non è passato nemmeno l'emendamento, a prima firma Finocchiaro, volto a introdurre, sempre all'articolo 3, la possibilità di sospendere l'alimentazione qualora fosse previsto nelle dichiarazioni anticipate di trattamento. La proposta di modifica ("un ponte lanciato tra due mondi, tra due diversi modi di concepire le libertà, i valori, la vita", ha sottolineato l'esponente Pd) ha ottenuto 122 voti favorevoli e 153 contrari. Tre gli astenuti. Dal dibattito sul ddl, ha poi commentato delusa il presidente dei senatori del Pd, "non mi aspetto più niente".
E' stato cancellato dal ddl, invece, il riferimento letterale all'accanimento terapeutico, con la soppressione del comma 3 dell'articolo 3. L'Aula del Senato ha infatti approvato - con 160 voti favorevoli, 113 contrari e 6 astenuti - un emendamento 'soppressivo' a firma del capogruppo del Pdl in commissione Sanità, Michele Saccomanno. Nel comma eliminato si prevedeva la possibilità, nell'ambito della Dichiarazione anticipata di trattamento (Dat), di rifiutare terapie con potenziale carattere di accanimento terapeutico o ritenute dal medico di possibile giovamento. Un secondo riferimento all'accanimento terapeutico è stato cancellato, sempre dall'articolo 3 del ddl, con l'approvazione di un'altra proposta di modifica, a prima firma Fosson (Udc-Svp e autonomie). L'emendamento sopprime la seconda parte del comma 5 dell'articolo 3, che recitava: 'In assenza di dichiarazioni anticipate di trattamento sono garantite tutte le terapie finalizzate alla tutela della vita e della salute, ad eccezione esclusiva di quelle configurate come accanimento terapeutico'.
 
In aula l'appello del senatore Pd Ignazio Marino che nel chiedere l'ok ad un emendamento, poi bocciato, in cui si affermava che ogni trattamento sanitario può essere rifiutato dalla persona ha ricordato che "non stiamo parlando di casi come quello tragico di Eluana Englaro. Stiamo parlando di tutti noi - ha affermato Marino - e stiamo parlando di un problema di libertà individuale che non può non essere garantito dalla Costituzione. Non sono parole, queste, di un pericoloso sovversivo, ma di Aldo Moro che ribadiva: 'non possono essere imposte obbligatoriamente ai cittadini pratiche sanitarie'".
Non ha usato mezzi termini Beppino Englaro, intervistato dall'emittente romana Radio Città Futura: "Cancellare l'idea costituzionale del diritto inviolabile della libertà della persona è inaccettabile". Il papà di Eluana è tornato a contestare i principi alla base del disegno di legge sul testamento biologico: "Si va contro la naturalità. Nessuno può avere il potere di costringere altri a vivere senza limiti". [Adnkronos Salute]

- "Gettati al vento tre anni di lavoro" di G. Casadio

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26 marzo 2009
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