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Il settore ittico siciliano è in ginocchio!

Gli operatori del settore in allarme: "In tre anni persi circa 4500 posti"

13 giugno 2011

Il settore è in crisi e gli operatori sono in ginocchio. A lanciare l’allarme è il presidente del distretto della pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo. "La pesca in Sicilia - dice - si trova, in questo momento in sala di rianimazione, tutto il comparto si sta rendendo conto dei danni e della gravissima situazione di crisi che attraversa un settore vitale per l'economia dell'isola".
Sono circa 4 mila e 500 i posti di lavori persi in tre anni, quasi 10 mila tonnellate di pescato in meno quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2010, e non bastando tutto questo ci si mette anche il caro gasolio che secondo una stima di Coldiretti ha bruciato circa 35 milioni di euro. Cifre da bollettino di guerra che non fanno altro che penalizzare l'isola e la sua economia. Venerdì scorso un incontro con l'assessore regionale Elio D'Antrassi per chiedere misure forti d'intervento e lo stato di crisi. "Così non si può andare avanti - ha spiegato Giovanni Tumbiolo – è una continua emorragia di posti di lavoro, chi perde occupazione rimane in uno stato di povertà, difficilmente trova un'altra sistemazione. Così si alimenta il disagio sociale".
Sul banco degli imputati ci sono le restrizioni previste dai regolamenti dell'Unione Europea che, secondo le associazioni del settore, limitano fortemente l'attività dei pescatori. "Innumerovoli le restrizioni – ha continuato Tumbiolo – da quelle applicate sulla pesca al novellame a quelle sul tonno, un prodotto presente nei nostri mari per il quale non si può superare una determinata quota, in un momento questo tipo di pesce è diffusissimo, e quando non gettiamo le reti noi, sono i tunisini e gli marinai dell'altra sponda del Meditteraneo, a pescarlo".
Ad essere colpita non è soltanto la marineria ma tutta la lunga filiera del settore ittico: "La Sicilia più degli altri perché è la regione che incide per il 30% di tutto il pescato nazionale – ha sottolineato – sono in crisi i marinai ma anche la cantieristica che si occupa della costruzione e riparazione dei pescherecci e la piccola e media impresa che garantisce la trasformazione del prodotto".
Così da Mazara del Vallo a Messina, da Scoglitti alle isole minori, nessun distretto resta fuori dalla mappatura delle zone di criticità. Una situazione d'allarme che richiede risposte forti: "Noi – ha aggiunto Tumbiolo – stiamo pagando un prezzo troppo alto perché non abbiamo fatto valere abbastanza le nostre ragioni. Adesso ci aspettiamo misure che garantiscano una maggiore facilità di accesso al credito per gli operatori, sostegni per le ristrutturazioni aziendali e così via. Così non si può continuare perchè il quadro appena esposto – ha concluso Tumbiolo – si è ulteriormente aggravato in questi mesi con l'ondata migratoria, che fatto la prima vittima economica propria nel settore ittico siciliano". [Fonte: Corriere del Mezzogiorno - Italpress]

- Un mare senza pesci... (Guidasicilia.it, 11/05/11)

- La "sofferenza" della pesca siciliana si presenta a Slow Fish (Guidasicilia.it, 25/05/11)

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13 giugno 2011
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