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Il sindaco di Agrigento, condannato, ha rassegnato le proprie dimissioni

Marco Zambuto è stato condannato ieri a 2 mesi e 20 giorni per abuso di ufficio. Stamane le dimissioni

13 giugno 2014

Marco Zambuto, sindaco di Agrigento, è stato condannato ieri a 2 mesi e 20 giorni di reclusione per l’accusa di abuso di ufficio. Il giudizio è stato emesso dal Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, nel processo riguardante la "Fondazione Pirandello".
Zambuto, in qualità di presidente della fondazione, è accusato di avere assegnato degli incarichi in maniera illegittima e di aver acquistato spazi pubblicitari che in realtà, piuttosto che promuovere la manifestazione, sarebbero serviti a promuovere la sua attività politica.
La pena richiesta è stata ridotta di un terzo per il rito abbreviato. Nello stesso processo il primo cittadino è stato assolto dalle accuse di falso e da una singola imputazione di abuso di ufficio legata al conferimento degli incarichi in occasione della Sagra del Mandorlo in fiore del 2012.

Il sindaco, candidato alle ultime Europee con il Pd senza riuscire a conquistare uno scranno per Bruxelles e Strasburgo, sarebbe dovuto essere sospeso dal prefetto Nicola Diomede per effetto della legge Severino, ma, prima che ciò avvenisse, ha rassegnato le proprie dimissioni.
Questa mattina, infatti, in conferenza stampa ha annunciato quello che in pochi forse s’aspettavano. "Io, condannato per un articolo di giornale": ha iniziato così la sua conferenza Zambuto per commentare la sentenza. "Il grande amore che ho per questa città mi porta a fare questa scelta, la scelta di continuare ad amare Agrigento, per questo motivo ho deciso di dimettermi - ha continuato -. Sono stato condannato solamente per un capo di imputazione, contro i quattro originariamente contestati. Questo capo di imputazione riguardante l'affidamento di una campagna pubblicitaria a danno della fondazione, mi ha sorpreso molto. Non sta né in cielo né in terra". Zambuto ha poi aggiunto: "Farò appello perché questa condotta contestatami venga riconosciuta assolutamente come non costitutiva di fatto doloso".

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13 giugno 2014
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