Il sindaco Vittorio Sgarbi: "Niente pannelli nelle campagne. Si faccia un referendum: se perdo me ne vado"
Vittorio Sgarbi è disposto a lasciare la poltrona di sindaco se prevarrà l’idea di costruire impianti fotovoltaici nelle campagne. Lo ha annunciato mercoledì sera nel corso di una infuocata assemblea con una minoranza di agricoltori locali, alcuni imprenditori del fotovoltaico e gli amministratori comunali, svoltasi nei saloni di un albergo cittadino.
«Le considerazioni che si fanno oggi a sostegno degli impianti fotovoltaici – ha detto Sgarbi - le ho già sentite per gli impianti eolici: che portano lavoro, che consentono di dare i soldi a chi affitta i terreni. Guarda caso le infiltrazioni mafiose nell’eolico, indipendentemente dalla devastazione del paesaggio, inducono oggi tutta la classe politica della Regione e Confindustria a dire che non vanno più bene».
«Io non voglio – ha aggiunto Sgarbi - che si ripeta quel che è accaduto con gli impianti eolici. Qualcuno li ha visti installare, qualcuno ne ha ricavato un immediato beneficio economico. Certamente la politica è rimasta a guardare, non ha fatto nulla per impedirle. E allora dico: se la politica oggi può prevenire la devastazione del paesaggio non vedo perché non lo debba fare. Salemi ha scelto un sindaco che su questo gioca il destino e il futuro di Salemi. Non vedo perché si debba cancellare la civiltà agricola per dare spazio a fonti di energia rinnovabile. Si individuino altri luoghi. E poco importa se certe indicazioni sono previste dal protocollo di Kyoto. Tentano di far passare una serie di bubbole e quando se ne accorgeranno sarà sempre troppo tardi. Io so cosa significa installare impianti fotovoltaici nelle campagne. A Ragusa hanno montato oltre 10 mila pannelli, distruggendo secolari muretti a secco e la campagna circostante.. Al posto della civiltà agricola un immenso specchio di vetro».
Su questo tema Sgarbi mette in gioco la carica di sindaco. «Se vi serve un sindaco che vi consente di fare una devastazione del territorio – ha osservato rivolgendosi alla platea - cambiate il sindaco. Tanto io non ho nessun interesse a questa poltrona, non ho nessuna necessità di fare il sindaco di Salemi, me ne vado come sono venuto e vi trovate un sindaco che vi faccia fare quello che volete. Fin quando sono sindaco, decido io. E faccio parlare Salemi in tutto il mondo per la sua civiltà. Sul fotovoltaico nelle campagne non c’è alcuna mediazione possibile».
Sgarbi ha tuttavia indicato una prospettiva a quanti sono interessati ad investire nel fotovoltaico. «C’è la mia massima disponibilità al fotovoltaico nelle aree industriali, e l’ho dico ricollegandomi alle posizioni di Confindustria Sicilia tramite Antonello Montante e a quelle dell’ingegnere dell’Enea Francesco Cappello. L’incontro tra Montante, Cappello e gli agricoltori interessati ad investire può essere utile a dare indicazioni per una prospettiva politica diversa da quella confusa che ha portato a questa illusione, e cioè abbandonare l’agricoltura per cedere i terreni al fotovoltaico. Posizione su cu non posso seguire questi agricoltori salemitani e gli imprenditori. Ma se non li posso seguire, non sono obbligati ad avere me come sindaco, se ne possono prendere un altro. Si fa un referendum contro di me, mi inducono a dirgli "vi saluto", tolgo il disturbo e amici come prima. Tonerò tra 3 anni per vedere tutti quelli che hanno perduto i loro campi di vite e di ulivo avere i pannelli fotovoltaici. Non è quello che voglio io. Questa è la mia posizione, chiara. Diversamente si va nuovamente a votare, si scelgano un altro sindaco, uno che sarà felicissimo di riempire le campagne di fotovoltaico. Auguri, ma quel sindaco non sono io. Non ho nessuna intenzione di far prevalere la dissennatezza. Abbiamo un numero impressionante di edifici orrendi su cui si possono installare i pannelli. C’è metà Salemi che abita nella zona nuova: si mettano i pannelli nelle loro case e io sarò felicissimo di autorizzarli».
«E’ grottesco – ha concluso Sgarbi - che l’Europa non sostenga l’agricoltura e dia i soldi solo all’energia eolica o fotovoltaica. Non puoi trasformare quello che è peculiare di un luogo, i vigneti, gli uliveti, nel mito delle energie da fonti rinnovabili. La battaglia che va fatta allora non è per avere finanziati gli impianti fotovoltaici, ma perché l’Europa sostenga l’agricoltura. Cedere i terreni per il fotovoltaico significa continuare a devastare un territorio già ferito dalle pale eoliche».
Ufficio per la Comunicazione della Città di Salemi