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Il "Sistema Giacchetto"

La Formazione Professionale e i Grandi eventi siciliani tra malapolitica e malaffare

20 giugno 2013

Con i 15milioni di euro che il Ciapi - l'ente regionale di formazione in cui lavorava - avrebbe dovuto usare per trovare lavoro a oltre 1500 giovani siciliani, faceva viaggi, comprava orologi di lusso, borse firmate, pagava cene luculliane, ma non solo... Tra le somme finite nelle tasche di Faustino Giacchetto, project manager esperto in pubblicità e dominus di un complicato sistema di arricchimento illecito a spese dell'Ue, arrestato insieme ad altre 16 persone, c'erano pure lavatrici e biglietti per concerti e tanti, tanti soldi destinati alla corruzione di  politici e funzionari regionali.
Un saccheggio di denaro pubblico scoperto dalla Guardia di Finanza che per due anni ha tenuto sotto controllo il Ciapi, l'ente "bancomat" a cui attingeva Giacchetto per vantaggi personali e per  "oliare" la macchina amministrativa e politica che ricambiava con  finanziamenti e appalti per l'organizzazione dei Grandi Eventi Siciliani.

Nell'inchiesta, coordinata dalla Procura di Palermo, sono finiti anche una sfilza di politici ed ex amministratori regionali: per alcuni, come il senatore del Pdl Francesco Scoma e gli ex assessori Gianmaria Sparma e Luigi Gentile, l'accusa è di corruzione. Altri - dall'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio ai deputati regionali Salvino Caputo, Gaspare Vitrano, Lino Leanza e Nino Dina - sono indagati per illecito finanziamento ai partiti.
Molti ieri si sono presentati davanti ai pm che per tutta la mattina hanno perquisito gli uffici  dell'Assembela Regionale.

Il "sistema Giacchetto" ha funzionato per anni anche perché alla Regione nessuno si era accorto di nulla. C'è voluto l'Olaf, l'Ufficio per la lotta antifrode della Commissione europea, chiamato a vigilare sui fondi che l'Ue destina ai progetti di formazione degli Stati membri, per scoperchiare la  pentola sulla maxitruffa. Tanti i dubbi sulla regolarità della condotta del Ciapi segnalati dall'ufficio europeo alla Procura  che, al momento ha concluso solo una parte dell'indagine, quella  relativa al finanziamento di un singolo progetto: il Co.or.ap. In sintesi l'ente avrebbe dovuto, attraverso la creazione di centri di coordinamento, mettere in contatto giovani in cerca di lavoro e imprese a caccia di dipendenti. Attività per cui il  Ciapi ha assunto con chiamata diretta 278 persone che, poi, sentite dai pm, hanno candidamente ammesso di non avere mai lavorato al progetto. Dei 1500 giovani da far lavorare con l'apprendistato, solo 18 hanno avuto un contratto. Mentre  nessuno dei 600 ragazzi che avrebbero dovuto avere un'assunzione a tempo indeterminato ha trovato un impiego.

In compenso il Ciapi ha spesso milioni. Come? L'ente, presieduto da Francesco Riggio, ex candidato Pd all'Ars oggi arrestato, acquistava servizi a peso d'oro da due società riconducibili a Giacchetto, la Sicily Comunication srl e la Media Consulting, i cui titolari si sono poi trasformati nei principali accusatori del manager. Le ditte sovrafatturavano i servizi resi all'ente. Poi, per abbassare l'imponibile e restituire il denaro incassato a Giacchetto a loro volta acquistavano beni e servizi da altre imprese di prestanomi del manager. Che così si ritrovava in tasca milioni di euro. In alcuni casi la Finanza ha scoperto falsi preliminari di vendita di immobili: la Sicily Comunication srl e la Media Consulting fingevano di volere comprare case della famiglia di Giacchetto. Poi l'affare non veniva portato a termine e le ditte perdevano cospicue caparre.
Parte dei soldi Giacchetto li spendeva per sé e per i suoi familiari: le due gole profonde che l'hanno accusato hanno dato ai pm la lunga lista degli acquisti del re della truffa. Borse Vuitton, viaggi all'estero, vacanze studio per il figlio, orologi Patek Philippe e Rolex e molto altro. Parte veniva usata per corrompere dirigenti regionali dell'assessorato al Lavoro come Rino Lo Nigro che tra il 2007 e il 2009 ha foraggiato l'ente aumentando i soldi destinati al progetto Co.Or.Ap con  motivazioni risibili e vaghe.

Coi soldi avuti da Giacchetto, che oliava la macchina politica senza badare a colore e appartenenza dei beneficiati, i politici facevano viaggi - come i tre giorni a Capri di Scoma costati  6000 euro - intascavano carte ricaricabili e denaro per le campagne elettorali. L’ex assessore Sparma avrebbero battuto cassa per avere i dollari da spendere nel viaggio di nozze. Ad altri Giacchetto  avrebbe pagato le escort. Tra i "servizi" fatturati anche le spese per un servizio  funebre, un trasloco, il catering per una comunione e un abbonamento sky. E decine di abbonamenti al Palermo calcio in tribuna vip per amministratori e politici.
Ingraziandosi le persone giuste Giacchetto sarebbe riuscito anche a pilotare diverse gare pubbliche per l'organizzazione di grandi eventi per 7 milioni di euro. Le imprese beneficiarie delle sovvenzioni venivano decise a tavolino. In particolare le Fiamme gialle hanno scoperto tre appalti truccati relativi a gare bandite dall'assessorato al Turismo. Anche in questo caso il manager  poteva contare su funzionari e dirigenti compiacenti.

"Saranno sospesi immediatamente dal lavoro tutti i dipendenti regionali coinvolti nell'inchiesta Ciapi e Turismo". Lo afferma in una nota il Presidente Rosario Crocetta il quale comunica che "in relazione alle determinazioni che saranno prese dal gip, saranno immediatamente presi i provvedimenti previsti dalla legge e che alcuni dei reati ipotizzati dalla Procura di Palermo prevedono anche il licenziamento".
L’inchiesta potrebbe allargarsi a macchia d’olio e provocare un’ecatombe politica. Ora potrebbe arrivare il resto. Lo anticipò, furioso, Franco Battiato, nei giorni in cui rimase titolare di uno degli assessorati-chiave della regione, il Turismo, e lo ha ribadito in modo inequivocabile, con una nota, il presidente della Regione. Oltre ad esternare soddisfazione e compiacimento per l’esito delle indagini della Procura e della Guardia di Finanza, il governatore avverte la necessità di affermare che c’è ancora da fare pulizia, soprattutto nel settore della comunicazione. "Oltre all’organizzazione degli eventi", sostiene Crocetta, "c’è anche la comunicazione, intesa non come elemento di promozione reale, ma come macchina clientelare del consenso da catturare attraverso elargizioni di denaro e fondi a testate amiche". Per queste ragioni il governatore crede "che ci sia ancora tanto da lavorare, che i provvedimenti della Procura rappresentino l’avvio di una azione importante nei confronti di un sistema malato che deve assolutamente cambiare".
L’accenno alle "testate amiche" richiama soprattutto l’attività del Ciapi. I quindici milioni dei fondi europei affidati al Ciapi furono spesi in larga parte nel settore della comunicazione in modo molto generoso. Quali siano le testate amiche, quanti soldi abbiano ricevuto e per quali prestazioni, è oggetto di indagine da parte della Guardia di Finanza, che si è sottoposta ad un lavoro intenso e meticoloso negli ultimi mesi.

E spunta il nome di Sara Tommasi - Nelle pieghe di questa storia spunta fuori anche il nome di Sara Tommasi, tirata in ballo da un collaboratore di Giaccheto, che deve spiegare un bonifico di 3mila euro ricevuto dalla soubrette il 30 luglio del 2010. Il collaboratore spiega: "Qualche giorno dopo avermi consegnato un foglio di carta con l'indicazione dell'Iban della Tommasi - rivela Angelo Vitale, amministratore della Sicily Comunication - Giacchetto mi fece avere una bozza di contratto di cessione di diritti di utilizzo d'immagini fotografiche tra la Media Center e la Tommasi, affinché lo firmassi. Non avendo mai ricevuto il contratto firmato dalla controparte né la fattura per il bonifico effettuato dalla Tommasi - ha spiegato -, chiesi notizie al Giacchetto che mi fece intendere che non si trattava di un servizio fotografico, ma di un pagamento per delle prestazioni di altra natura".

Tutti gli arrestati - In tutto sono diciassette le persone arrestate dalla Guardia di finanza. Ecco l'elenco degli arrestati a partire dall'inchiesta sul Ciapi. Faustino Giacchetto, Stefania Scaduto (dipendente del Ciapi, ma indicata come segretaria di Giacchetto), Francesco Riggio (noto avvocato penalista e presidente del Ciapi), Luigi Gentile (ex assessore regionale e rappresentante della Regione siciliana nel Comitato tecnico scientifico del progetto Co.Or.Ap), Domenico Di Carlo (responsabile, per conto del Consorzio Asi di Palermo, del progetto In.La Sicilia), Gianmaria Sparma (ex assessore e dirigente generale del dipartimento degli Interventi per la Pesca della Regione siciliana), Pietro Messina (legale rappresentante della Effemmerre Group 007 srl e della Effemmerre Team srl, nonché titolare della Strategie di Comunicazione di Messina Pietro), Concetta Argento (moglie di Giacchetto), Gaspare Lo Nigro (ex dirigente generale dell'Agenzia regionale per l’Impiego e la Formazione professionale). Sulla vicenda sono stati concessi gli arresti domiciliari a tre persone. Si tratta di Sandro Compagno (capo area amministrativa del Ciapi), Carmelo Bellissimo (responsabile acquisti Ciapi) e Massimiliano Sala (titolare della ditta Filmax di Sala Massimiliano).
Giacchetto è finito in manette anche per l’inchiesta Grandi Eventi e con lui anche l'imprenditore Luciano Muratore e Antonino Belcuore (responsabile del "Servizio 20-Servizio turistico di Taormina" dell'assessorato regionale al Turismo). Sulla vicenda, inoltre, arresti domiciliari sono stati concessi ad Elio Carreca (dirigente del Servizio 6 - Manifestazioni ed Eventi dell'assessorato regionale al Turismo) e Bruno De Vita (vicario del capo di Gabinetto dell'assessore regionale del Turismo della Regione siciliana).

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20 giugno 2013
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