Il sovrano giullare e gli arrabbiati adoranti
Mentre il premier Berlusconi teneva il suo show davanti ai lampedusani, i "poveri cristi" continuavano ad arrivare...
"Lampedusa tornerà un paradiso". Il "sovrano" ha fatto visita ai "sudditi" di Lampedusa, piccolo lembo di terra più vicino all'Africa che all'Italia, che in queste ultime settimane ha subito l'invasione dei "poveri cristi". Proprio quei sudditi, ancora qualche ora prima che il sovrano arrivasse, maledicevano il suo regno, condannavano il suo disinteresse verso quel piccolo fazzoletto di terra circondato dal Mediterraneo che quotidianamente fa i conti con problematiche tanto enormi che verranno segnate sui libri di scuola. Che tu sia maledetto egoista regnante, che abbandoni i tuoi poveri sudditi - sempre pronti però a versare l'obolo nei tesori del regno - alle prese coi bruni barbari...
E il sovrano invece è arrivato. Sorridente, simpatico e affabile, alzando una mano ha cambiato le sorti di quegli abitanti, stanchi e arrabbiati. "In 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani". Applausi! Scroscianti battimani! E i sudditi diventarono subito adoranti...
Ma ancora di più! Il sovrano si trasforma in un messia che annuncia la fine dell'emergenza immigrazione e assicura: "Lampedusa tornerà un paradiso"!
Silvio Berlusconi, dunque, così come precedentemente aveva fatto il "miracolo della monnezza" a Napoli, ieri è andato a Lampedusa a fare il "miracolo degli immigrati". Il premier ha promesso agli abitanti colori, alberi, ristrutturazioni, casinò e abolizione delle tasse (visibilio dei lampedusani che in coro hanno gridato Silvio! Silvio!).
"Ho un piano colore da attivare anche a Lampedusa: per intenderci vorrei che l'isola avesse i colori di Portofino [...] Un piano colore lo ho già realizzato in un paese della Lombardia e per Lampedusa propongo lo stesso modello, arredando le strade con adeguata illuminazione e con ciottolo. E' necessario anche un piano di rimboschimento"; "Lampedusa diventerà anche una zona franca. Inoltre abbiamo avuto un contatto con l'Eni e contiamo su un prezzo più basso del gasolio per i pescatori di Lampedusa che stanno vivendo un grande disagio. Serve una riduzione del prezzo del carburante e magari il primo viaggio a costo zero"; "Lampedusa sarà sede di un casinò. Oltre alle cose già decise dal governo se ne aggiungeranno altre in prospettiva come un campo da golf, una scuola, l'incremento dei servizi sanitari. Gli abitanti possono quindi continuare a guardare al futuro con ottimismo"; "Abbiamo deciso di candidare Lampedusa al Nobel della Pace".
Infine, la rivelazione! "Sono andato su internet e ho comprato una casa a Cala Francese, si chiama Le Due Palme. Anch'io diventerò lampedusano".
Accanto a Berlusconi - o, come ha detto il senatore Pd Enzo Bianco, a fare da "spalla" allo show di Berlusconi ("E' andato in scena un vero cabaret che ha visto protagonista il presidente del Consiglio e spalla divertita il presidente della Regione, che aveva minacciato la marcia su Roma e tappezzato Catania con i manifesti del Mpa che gridano 'governo bugiardo vergogna!'") - il governatore Raffaele Lombardo, che ha tentato di fare il megafono dei disagi degli abitanti, in quei frangenti troppo occupati ad applaudire il premier. Lombardo sul proprio blog ha poi scritto: "Abbiamo mosso le acque nello stagno, ma voglio rassicurare i siciliani e gli abitanti di Lampedusa che, sulla realizzazione concreta dell'impegno solenne assunto da Berlusconi di fronte a una popolazione stremata e provata da quanto accaduto in queste settimane, il mio governo e io vigileremo con attenzione, in modo che le promesse fatte vengano mantenute e rispettate integralmente".
Scettico delle "millanta" promesse del premier, il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis: "Credo al 60% di tutto quello che ha detto Berlusconi". "Nel 40% che manca inserirei ciò che deriva da un'Europa assente - ha spiegato - Poi anche sul casinò c'è da vedere. E il Nobel per la Pace non lo decide l'Italia. Per il resto, cioè le strade, la viabilità e altro abbiamo piena fiducia in Berlusconi. Più che altro dipende anche molto da Tremonti - ha sottolineato De Rubeis - Ma io dei ragionieri non mi fido molto. Spero che il premier prima di venire qui gli abbia parlato bene". Sulla villa acquistata da Berlusconi il sindaco ha le idee chiare: "Questa villa, pur in posizione molto privilegiata, ha pochi spazi: tre camere, è comoda per 10 persone. Per grandi festini semmai il Presidente si dovra' organizzare diversamente. Non è che ha fatto un affare per un milione e mezzo: è cara - ha concluso - ma lui se lo può permettere".
Già, lui se lo può permettere...
Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare... Mai quanto questa volta. Infatti ieri, mentre Berlusconi prometteva e divertendo annunciava lo 'svuotamento' di Lampedusa, sulla più grande delle Pelagie proseguono senza soluzione di continuità gli arrivi degli immigrati in fuga dal Nordafrica. Intorno alle 18 infatti (il premier è partito intorno alle 19:00 e l'ultima tappa nell'isola per lui è stato l'immobile acquistato, ndr), 110 persone, tra cui una donna e due minori, sono approdati sull'Isola. Ad avvistare le due imbarcazioni su cui viaggiavano è stato un elicottero delle Fiamme gialle, che ha fatto scattare la macchina dei soccorsi. Un'altra 'carretta' del mare con a bordo una quarantina di migranti, invece, è stata intercettata a poche miglia dall'isola dagli uomini della Capitaneria di porto.
Infine, in serata, l'eco dello show presidenziale si è spento del tutto nell'ombra cupa della tragedia. In tarda serata è scattato l'allarme per un possibile naufragio con 11 vittime mentre erano in corso le operazioni di imbarco per il dislocamento degli immigrati in altre zone. I migranti, tra loro anche un bambino, sarebbero morti - ma le voci non vengono confermate - nel Canale di Sicilia, mentre erano diretti verso l'isola. A riferirlo sono stati sette profughi soccorsi e portati a Lampedusa, ma il racconto viene valutato con scetticismo dalla guardia Costiera. Alle Capitanerie di Porto non risulta alcun affondamento di natanti nelle acque di ricerca e soccorso italiane. Gli extracomunitari, provenienti da Gambia e Sudan, erano stati soccorsi la notte tra martedì e mercoledì dalla nave della Marina militare italiana 'Comandante Borsini' mentre erano a bordo di un peschereccio egiziano ed hanno raccontato di essere partiti dalla Libia. I migranti sono stati poi presi in consegna dalla Guardia Costiera che li ha portati a Lampedusa, dove hanno riferito del presunto naufragio. Oltre alla Guardia Costiera anche i carabinieri valutano con molto scetticismo la ricostruzione fatta dagli immigrati, uno dei quali è stato ricoverato in stato di choc al Poliambulatorio di Lampedusa. [Leggi: «Li ho visti morire accanto a me. Eravamo partiti da quattro giorni» di Alfio Sciacca (Corriere.it)]
Il problema immigrazione scatena il governo contro il governo - Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha deciso di rassegnare le dimissioni, in polemica con la gestione della politica dell'immigrazione del governo, in particolare in relazione alla gestione della tendopoli di Manduria. Una scelta analoga è stata presa anche dal sindaco della cittadina pugliese, Il sindaco di Manduria, Paolo Tommasino, del Pdl. Per dare più forza al proprio gesto, Tommasino ha deciso di consegnare la sua rinuncia alla fascia di primo cittadino direttamente nelle mani dello stesso Mantovano. Il sindaco si trovava a Roma per incontrare il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, proprio per discutere dei problemi legati alla presenza sul territorio della tendopoli per immigrati.
La scelta di abbandonare la squadra di governo è stata presa da Mantovano dopo la notizia che la prima nave passeggeri che trasferirà gli immigrati da Lampedusa porterà a Taranto, e poi a Manduria, oltre 1.400 persone, secondo quanto annunciato dallo stesso Silvio Berlusconi durante la sua trasferta a Lampedusa. Peccato che nei giorni scorsi Mantovano, nel consiglio comunale a Manduria, avesse annunciato - su indicazione del ministro dell'Interno, Roberto Maroni -, che la tendopoli allestita nella cittadina pugliese avrebbe ospitato al massimo 1.500 immigrati irregolari. Ad oggi risultano essere oltre 1.300 gli immigrati assistiti a Manduria e con i 1.400 in arrivo si raggiungerebbe già quota 2.700. La Puglia ospita già tre centri per richiedenti asilo e due Centri di identificazione ed espulsione.
Quanto alle dimissioni di Mantovano, il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, ha espresso la speranza "che siano dimissioni simboliche, che siano dimissioni di denuncia". "Mantovano - ha aggiunto - è la persona più adatta a valutare l'eccessivo numero di immigrati". Il ministro della Difesa ha spiegato ai giornalisti a Montecitorio che è necessario ascoltare le parole di Mantovano: "Se lui dice così, e cioè che il numero di immigrati trasferiti a Manduria è eccessivo io sono propenso ad ascoltarlo".
"Le dimissioni di Mantovano e del sindaco di Manduria, - ha commentato Alberto Losacco, parlamentare pugliese del Pd - sono la prova delle finzioni e delle fratture in un governo che ha svenduto il Sud alla Lega in cambio del voto sul processo breve". I due, secondo Losacco, sono vittime di un "voto di scambio". "Mantovano, forse in un sussulto di dignità - ha aggiunto Livia Turco -, si è dimesso perché ha capito che il piano del governo Berlusconi è quello di spostare gli immigrati da Lampedusa alla tendopoli di Manduria".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Corriere.it]