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Il Tar 'commissaria' la Gelmini ma lei va avanti

L'Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori: ''Se occorrerà ci appelleremo alla Corte costituzionale''

12 ottobre 2009

Il Tar del Lazio 'commissaria' il ministero dell'Istruzione sulle graduatoria dei precari. Lo ha annunciato sul proprio sito l'Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (Anief), che ha patrocinato i ricorsi dei supplenti inseriti "in coda", anziché col proprio punteggio, nell'ultimo aggiornamento delle graduatorie.
Entro 30 giorni, ha stabilito il Tar, il ministero "dovrà dare puntuale esecuzione all'ordinanza" dando "istruzioni agli uffici scolastici periferici di disporre l'inserimento 'a pettine' dei ricorrenti nelle graduatorie provinciali inserendoli nella fascia d'appartenenza e con il punteggio acquisito e aggiornato nella graduatoria provinciale di attuale iscrizione".
Se entro tale termine il ministero non darà esecuzione alla sentenza, arriverà un commissario che si dovrà occupare delle questione. Il tribunale ha già nominato, infatti, come si legge nell'ordinanza pubblicata dall'Anief, "sin da ora un commissario ad actus nella persona del dr. Luciano Cannerozzi de Grazia, dirigente generale della Funzione Pubblica, il quale, decorso vanamente l'indicato termine di trenta giorni, provvederà in via sostituiva ad adempiere al dictum giudiziale secondo le modalità enunciate".

Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, da parte sua, ha annunciato che, "con il consenso di gran parte dei sindacati, ha pronto un emendamento al Decreto Ministeriale salvaprecari che conferma i provvedimenti del ministero e che consentirà di rendere inefficace il pronunciamento del Tar e di evitare il commissariamento". Così "il ministero non consentirà il trasferimento da una graduatoria all'altra, garantendo (e limitando) però la possibilità di inserimento in coda in altre 3 province (in posizione subordinata rispetto a coloro che sono già inseriti in queste ultime)". "In questo modo - prosegue il Miur - mentre vengono quindi garantite le legittime aspettative di coloro che hanno da tempo scelto una provincia e non devono essere scavalcati dai nuovi inseriti o dai trasferiti dell'ultima ora, con l'inserimento in coda in altre 3 province, vengono ampliate le possibilità di ottenere assunzioni a tempo indeterminato o determinato, soprattutto in quelle province in cui le graduatorie risultano meno affollate". Il Miur "ribadisce dunque la determinazione a portare avanti le proprie scelte convinto che rispondano a criteri di giustizia, serietà e modernità. Nulla dunque cambierà rispetto a quanto già deciso dal ministero".

"Non ci fermiamo nemmeno noi: i diritti dei precari vanno rispettati, a costo di arrivare alla Corte costituzionale". Ad annunciarlo ad Apcom è stato Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief. "Stavolta la sentenza - ha spiegato - non ammette possibilità di ricorsi o colpi di spugna. L'unica cosa che può fare il ministro, se vuole evitare il commissariamento, è dare seguito a quanto stabilito dal Tar: i nostri docenti, che nei prossimi giorni diventeranno 7.000 per effetto delle ormai scontate sentenze che li riguardano, vanno inseriti subito 'a pettine' e senza alcuna riserva".
Un'operazione che comporterà un mezzo terremoto per tutto il mondo della scuola: nelle scorse settimane le oltre 100 graduatorie provinciali comprensive delle 'code', quelle che il Tar ha reputato sbagliate, sono state infatti utilizzate per assegnare 8.000 immissioni in ruolo e circa 100.000 supplenze annuali. Rivedere le posizioni in graduatoria significherebbe prestare il fianco ai ricorsi di tutti coloro che rimanendo in fondo alle liste di attesa hanno subito un danno: è praticamente scontato che si appelleranno al giudice per rivendicare ruolo o supplenza assegnati a chi li precedeva erroneamente. Così ad anno scolastico abbondantemente inoltrato moltissimi studenti, con tutte le conseguenze negative sulla didattica, potrebbero ritrovarsi con un cambio di docenti del tutto inaspettato.

"E' una situazione che il Miur poteva prevedere sin da subito - ha commentato Pacifico - ovvero dalla prima sentenza del Tar di giugno. Invece si è incaponito su una situazione che ha prodotto solo danni. Quelli per cui il 20 ottobre l'Anief ha deciso scendere in piazza il 20 ottobre in largo Bernardino da Feltre, vicino al ministero".
Pacifico ha parlato anche del presunto escamotage che intraprenderà il ministero. "E' chiaro che anche stavolta - ha continuato il leader del sindacato degli educatori in formazione - l'amministrazione pubblica vorrà mettere il bavaglio ai giudici, ma dovrà ascoltare la voce della piazza. In caso contrario stavolta per sentirci dire definitivamente che abbiamo ragione arriveremo al giudice delle leggi: quello della Corte costituzionale".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Apcom.net, La Siciliaweb.it]

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12 ottobre 2009
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