Il TAR del Lazio da ragione alla LAV: ''Stop alla pesca con le mini-spadare!''
Bocciato il decreto del Dipartimento Pesca della Regione Sicilia che riautorizzava le spadare
La LAV: ''Sconfitta l'arrogante e distruttiva politica di deregulation dell'Assessore Lo Monte che rischia di desertificare i nostri mari''
Con decreto presidenziale n. 3955/05 del 15 luglio, il TAR Lazio ha sospeso il decreto del 17 giugno col quale il Dipartimento Pesca della Regione Sicilia riautorizzava le micidiali spadare (vietate dall'UE e da un'altra recente sentenza del TAR!) sotto le mentite spoglie delle reti 'ferrettare'.
Esulta la LAV Sicilia che critica duramente la politica sulla pesca dell'Assessore regionale on. Carmelo Lo Monte: ''sconfitta l'arrogante e distruttiva politica di deregulation dell'Assessore, che rischia di desertificare i nostri mari''. Il decreto consentiva, persino ad imbarcazioni che avevano beneficiato dei contributi pubblici per la dismissione delle spadare, di continuare comunque tale pesca distruttiva con l'escamotage dell'impiego di reti 'fisse' - furbamente chiamate 'ferrettare' pur essendo di fatto delle mini-spadare - e non 'derivanti', cosa mai rispettata come dimostrano i sequestri delle Capitanerie di Porto e della Guardia di Finanza dei mesi scorsi.
Il TAR ha ritenuto illegittimo il provvedimento assessoriale che, in deroga al Regolamento CE n. 1626 del 1994, consentiva sino al 31 luglio l'uso di reti ferrettare lunghe sino a 5 chilometri, con altezza sino a 20 metri e maglia compresa tra 20 e 180 mm. Un decreto analogo era stato emanato dal Ministero delle Politiche Agricole lo scorso aprile, solo per far fronte alle proteste di pochi pescatori delle Eolie; anche contro tale provvedimento la LAV, insieme a WWF, LAC e Legambiente, aveva presentato ricorso al TAR Lazio il quale, col decreto presidenziale n. 2929 del 30 maggio, prima, e successivamente con ordinanza n. 3339 del 20 giugno, lo aveva sospeso per l'evidente illiceità delle reti aventi requisiti corrispondenti a quelli del ''decreto Lo Monte''.
''La Magistratura finalmente blocca il far west normativo tenacemente perseguito dall'Assessore Lo Monte - dichiara Marcella Porpora, coordinatrice regionale della LAV Sicilia - che tra deroghe per il novellame e ora per le spadare, sta demolendo le regole minime di sostenibilità ecologica e legale della pesca in Sicilia, a favore dei settori ittici più distruttivi. Di fronte ai capricci corporativi di piccole lobbies di pescatori, l'on. Lo Monte invece di cercare a tutti i costi il loro consenso con provvedimenti palesemente illegittimi, dovrebbe mostrare più attenzione per la legalità e per la fauna ittica''. ''La pesca esercitata con tali attrezzature - continua Porpora - è estremamente dannosa per numerose specie di cetacei ed altri animali che rimangono presi incidentalmente nelle reti e costituiscono sino all'80% di quanto catturato''.
L'autorizzazione di queste micidiali reti - che le stesse organizzazioni professionali, vedi AGCI Pesca, criticano aspramente - è stata una scelta irresponsabile: ''L'ambiente marino, considerato troppo spesso 'zona franca' in cui tutto sarebbe lecito, non può tollerare ulteriori saccheggi con sistemi di pesca inaccettabili e politiche irresponsabili - dichiara Ennio Bonfanti, responsabile 'fauna' della LAV - come quelle attuate dalla Regione in questi anni. Speriamo che questa sonora bocciatura del TAR serva all'Assessore: evidentemente non paga la linea arrogante della violazione dei regolamenti comunitari adottata dall'Assessorato, che ha tentato una furberia giuridica dettata dall'estremismo di chi chiede una pesca senza regole''.
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