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Il Tar sospende la bocciatura del metodo Stamina

Sospeso il decreto di nomina del pool di esperti: "Non garantita l'obiettività e l'imparzialità del giudizio"

05 dicembre 2013

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della Stamina Foundation e ha sospeso il decreto di nomina della commissione scelta dal ministero della Salute che ha bocciato il metodo Stamina. Di conseguenza è sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione che si basa sull’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali.
Prendendo atto della sospensiva, il ministero della Salute ha deciso già di nominare un nuovo Comitato su Stamina "che permetterà di compiere gli approfondimenti istruttori indicati dal Tar".
"Ho voluto attivare immediatamente le procedure per il nuovo Comitato - afferma il ministro Beatrice Lorenzin - perché ritengo che in questa vicenda non si possano lasciare i malati e le famiglie nel dubbio".

Ma per il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, "in un Paese civile il ministro della Salute, di fronte a tutto questo, si sarebbe già dimesso. Vedremo cosa ci verrà proposto, ci aspettiamo a questo punto dialogo e non un sistema arrogante come è stato finora".
Appena sbarcato in Africa, in un Paese che per ora vuole mantenere 'top secret', Vannoni sta "per incontrare un ministro della Salute interessato a parlare di una possibile sperimentazione" e accoglie la notizia della sospensione del Tar con la speranza che "si possa iniziare a dialogare".

Nell'ordinanza, i giudici amministrativi, che hanno fissato all'11 giugno l'udienza di merito, invitano il ministero della Salute a superare dubbi su efficacia e sicurezza del metodo Stamina con "un'istruttoria approfondita in tutti i suoi aspetti, da non lasciare più margini di dubbio" a pazienti e scienziati.
Inoltre, ricordano che i componenti del Comitato - Luca Pani, Alessandro Nanni Costa, Maria Grazia Roncarolo, Bruno Dallapiccola, Generoso Andria, Amedeo Santossuo e Patrizia Popoli - sono professionisti "che in passato, prima dell'inizio dei lavori, avevano espresso forti perplessità, o addirittura accese critiche, sull'efficacia scientifica del metodo Stamina". Il Tar del Lazio nell'ordinanza spiega che "non è stata garantita l'obiettività e l'imparzialità del giudizio. Un grave danno - sottolinea - considerato che il requisito dell'indipendenza dei componenti il Comitato scientifico è stato ritenuto essenziale anche dal ministero della Salute". A questo proposito, il Tar indica la necessità che ai lavori del Comitato scientifico per la sperimentazione "partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non abbiano già preso posizione o, se ciò non è possibile essendosi tutti gli esperti già esposti, che siano chiamati in seno al Comitato, in pari misura, anche coloro che si sono espressi in favore del metodo".
Infine, i giudici ritengono che, "prima di esprimere il parere negativo all’inizio della sperimentazione, il comitato avrebbe dovuto esaminare le cartelle cliniche dei pazienti che erano stati sottoposti alla cura presso l’Ospedale civile di Brescia. Pazienti che, dai certificati medici versati in atti, non risultano aver subito effetti negativi collaterali".

"Per noi è un bel giorno, un giorno importante. Dopo quattro mesi che siamo qui, finalmente vediamo una vittoria. Piano piano sta uscendo la verità" dice Marco Biviano, portavoce di 23mila malati e da mesi in presidio davanti a Piazza Montecitorio. La tenda azzurra del "Civico 117 A", attrezzata con frigorifero, letto e beni di prima necessità, resta al suo posto. "Staremo qui finché non diventerà una questione di libera scelta potersi curarsi con Stamina o con un altro metodo - spiega Biviano -. Non deve essere un giudice del lavoro a decidere se tu puoi curarti e tu no, tu puoi vivere e tu puoi morire". E Guido De Barros papà di Sofia, la piccola diventata un simbolo del metodo Stamina: "La decisione del Tar ci fa tirare un sospiro di sollievo, non vanifica tutti gli sforzi fatti per Sofia e gli altri malati. Noi continuiamo la nostra battaglia: questa è una sospensiva, non è ancora la soluzione. E l’annuncio del ministro di una nuova commissione è l’inizio di una nuova battaglia".

La decisione dei giudici amministrativi fa rifiorire la speranza dei circa 300 malati siciliani, di cui otto in condizione disperate. La notizia romana è stata accolta quasi con commozione dal deputato regionale 5 Stelle Vanessa Ferreri, che ha provato a contattare l'assessore alla Salute Lucia Borsellino per sollecitarla a dare seguito, immediatamente, alla risoluzione della commissione Sanità del 31 luglio scorso che impegnava il governo ad attivare subito presso il Ferrarotto di Catania e l'azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo due reparti per le cure compassionevoli del metodo Stamina.
"L'assessore Borsellino - afferma Vanessa Ferreri - aveva bloccato tutto dopo il parere negativo della Commissione sospesa dal Tar. Ora che quel parere non esiste più, non ci sono più scuse. Dia immediatamente il via libera alle cure, almeno per i malati in condizioni disperate. Per loro anche un giorno che passa può essere determinante".
Ieri la deputata sì è sentita con la famiglia di Mauro Terranova, un ragazzo di 23 anni di Modica, affetto da atassia spinocerebellare, che aspetta da tempo di poter accedere a queste cure. "Per Terranova e per la gente in queste condizioni - afferma Ferreri - l'avvio immediato delle cure col metodo Stamina è l'ultima cosa a cui aggrapparsi".

- La Sicilia apre al metodo Stamina (Guidasicilia.it, 02/08/13)

- La Sicilia boccia il metodo Stamina (Guidasicilia.it, 27/09/13)

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05 dicembre 2013
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