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Il "tesoretto" punico di Pantelleria

Nelle acque di Cala Tramontana ritrovate circa 600 monete di bronzo del terzo secolo avanti Cristo

25 giugno 2011

Nelle acque di Pantelleria (TP) è stato scoperto un vero e proprio "tesoretto" di circa 600 monete bronzee del terzo secolo avanti Cristo. Il ritrovamento è il primo risultato delle indagini archeologiche subacquee per la valorizzazione di siti sommersi nelle acque di Cala Tramontana a Pantelleria iniziate alcuni giorni fa.
Il progetto è stato finanziato da Arcus Spa, la società del Ministero dei Beni culturali per lo sviluppo dell'arte, e sarà realizzato da Pantelleria Ricerche soc.cons.arl, dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Trapani e dal Dipartimento di Storia dell'Università di Sassari con il coordinamento scientifico di Sebastiano Tusa.
Nella stessa zona la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana aveva già evidenziato le tracce del relitto lasciandone i reperti nel sito e realizzando un itinerario archeologico subacqueo già visitabile da anni.

L'assessore ai Beni Culturali e dell'Identità siciliana, Sebastiano Missineo, congratulandosi per il ritrovamento, ha confermato "l'impegno per rafforzare la già forte immagine di Pantelleria come meta primaria del turismo culturale archeologico mediterraneo".
Un "ritrovamento straordinario". Con queste parole il ministro dei beni culturali Giancarlo Galan ha commentato la scoperta del "tesoretto di Pantelleria". "Questo è solo il primo risultato - ha aggiunto - delle indagini archeologiche subacquee per la valorizzazione di siti sommersi nelle acque di Cala Tramontana a Pantelleria promosse dalla Regione Sicilia e iniziate alcuni giorni fa". Questo progetto, ha continuato il ministro, congratulandosi con tutti coloro che hanno collaborato alla scoperta, "dimostra quanto la collaborazione con le autonomie territoriali, attraverso il contributo di Arcus Spa, sia fondamentale per realizzare interventi di qualità". "Sono certo - ha concluso - che avremo ancora interessanti sorprese dal mare".

Un tesoro punico - Le monete recano una testa di donna con lo sguardo rivolto verso sinistra, l'acconciatura, che mostra alcune varianti, è sostenuta da una corona di grano. La figura è identificabile con la dea Tanit. Nel rovescio c'è invece una testa di cavallo che guarda a destra, elemento che potrebbe essere determinante per l'attribuzione della zecca. "Ad una prima analisi - ha detto Pier Giorgio Spanu, docente dell'Università di Sassari - le monete sembrano infatti di epoca sardo-punica e siculo-punica. Si tratta di conii compresi entro un ambito cronologico tra il 300 e il 264 a.C., anche se la circolazione di tali monete è proseguita fino alla fine del terzo secolo a.C.".

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25 giugno 2011
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