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Il treno dei desideri...

Il popolo dei pendolari scende in piazza per chiedere ''più treni e una mobilità equa e sostenibile''

29 novembre 2007

Avanti e indietro... avanti e indietro. Presto, prestissimo la mattina, freddo gelido d'inverno, caldo torrido d'estate, una tabella di marcia da seguire religiosamente e che sballa (spesso, troppo spesso) per colpa di ''forze maggiori'', e la condivisione forzata di spazi inesistenti con quella che sembra tutta la popolazione del mondo... La vita del pendolare è dura, non c'è che dire...
Un popolo, quello dei pendolari che cresce a tassi record. Al contrario del trasporto pubblico, che rimane sempre lo stesso e che, anzi, arretra per colpa della vecchiezza dei mezzi, l'incapienza delle infrastrutture, la lentezza dei necessari provvedimenti.
In soli 6 anni, tra il 2001 e il 2007, il numero di chi, ogni giorno, deve spostarsi fuori dal proprio comune di residenza per motivi di lavoro e/o di studio, ha toccato quota 13 milioni. A questa crescita non è però corrisposto un analogo incremento di offerta di mezzi pubblici, soprattutto di treni. E il problema non è solo di quantità ma anche di qualità: chi sceglie di viaggiare in treno, infatti, deve fare i conti con carrozze sovraffollate, oltre che obsolete e poco confortevoli.
La stragrande maggioranza dei pendolari, ben il 70,2%, comunque, si sposta con l'auto privata affrontando interminabili e traffico congestionato e soprattutto costi sempre più pesanti legati all'impennata dei prezzi del carburante...

E' un ''inferno quotidiano'' quello vissuto dai milioni di pendolari italiani descritti da una ricerca del Censis, presentata nei giorni scorsi dal presidente Giuseppe Roma e dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi.
Come si diceva prima, i pendolari italiani sono lievitati in sei anni del 35,8%, a un tasso medio annuo del 6%, quindi pari a un incremento di 3,5 milioni di persone (nel 2005 i dati parlavano di 11 milioni di persone). Una crescita straordinaria connessa alla recente evoluzione socioeconomica del Paese e dovuta, in particolare, almeno a tre aspetti: l'aumento degli occupati, passati dai 21,6 milioni del 2001 ai quasi 23 milioni attuali; l'incremento degli studenti delle scuole secondarie di II grado e degli iscritti all'università, passati dai 4,2 milioni del 2001 a oltre 4,5 milioni; ma soprattutto i fenomeni di ''diffusione abitativa'' che hanno cambiato le concentrazioni urbane in molte aree del Paese. Infatti, ad aumentare il numero dei pendolari hanno contribuito anche gli oltre 5 milioni di acquirenti di case dal 2000 a oggi che, per via dell'andamento dei prezzi degli immobili, hanno sempre di più  lasciato le aree metropolitane, e popolato invece i comuni vicini alle grandi città.

Il pendolarismo è, quindi, un fenomeno che si manifesta soprattutto a livello locale, con spostamenti in gran parte su percorsi di limitata estensione territoriale. Per quasi l'80% la destinazione è fra comuni della stessa provincia di residenza. Solo nel 4% dei casi si tratta di tragitti extraregionali.
La distanza percorsa in media è di 24,2 km, con il 28% dei viaggiatori pendolari che copre giornalmente tratte superiori ai 25 km. Un terzo degli spostamenti richiede più di 45 minuti, e in media si impiegano 42,8 minuti per ciascun tragitto.
Nel pendolarismo quotidiano si conferma il ruolo predominante dell'auto privata, usata dal 70,2% dei pendolari, soprattutto dai lavoratori (l'80,7% contro il 35,7% degli studenti). Il 5,9% ricorre invece a moto e motorini. Il treno viene utilizzato dal 14,8% dei pendolari, cioè quasi 2 milioni di persone, per spostarsi in ambito locale e metropolitano, come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi. La percentuale sale notevolmente tra gli studenti (32,7%) e scende al 9,3% tra i lavoratori. All'ultimo posto gli autobus extraurbani e le corriere, con una quota di mercato del 10,7% (28% per gli studenti, e 5,5% per i lavoratori)
La spesa mensile a carico dei pendolari è in media di 45,30 euro per gli utenti degli autobus extraurbani, di 49,20 euro per chi viaggia in treno, e aumenta notevolmente per i pendolari automobilisti, che spendono 109,50 euro al mese solo per il carburante.

''Code e traffico congestionato'', rileva ancora il Censis, sono segnalati come i disagi più frequenti dal 35% degli automobilisti; il 7% fa notare le difficoltà di parcheggio. Le lamentele riferite al treno si concentrano soprattutto sul fattore ''tempo'': la partenza in ritardo del convoglio (32%) e l'arrivo a destinazione oltre l'orario previsto (31%). Il 43% degli utenti dei mezzi pubblici, e il 48,8% nel caso del treno, denunciano ritardi (in media 16 minuti per spostamento, sia per il trasporto ferroviario che per le autolinee).

Per tutti questi motivi, che potremmo tranquillamente chiamare ''storici'', i pendolari appoggiati da Legambiente si riuniranno davanti a Montecitorio per chiedere ''più treni e una mobilità equa e sostenibile''. A scatenare la protesta, comunque, non solo le disastrose condizioni del trasporto locale, particolarmento quello su rotaia, ma anche la scomparsa dalla Finanziaria dei fondi ''più volte annunciati e promessi dal governo per potenziare il trasporto ferroviario locale, mille nuovi treni per i pendolari entro il 2011''. Nella legge di bilancio, ha denunciato l'associazione ambientalista, ''di soldi per le opere pubbliche ce ne sono in abbondanza, quasi tutti destinati all'asfalto, alle autostrade o alle strade a scorrimento veloce'', mentre ''rimangono senza risposta questioni gravi e urgenti: i disagi subiti quotidianamente dai pendolari, la congestione stradale, l'inquinamento e le emissioni di CO2'' che impediranno all'Italia di raggiungere gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto, costringendola a pagare delle forti penali il cui costo sarà inevitabilmente scaricato su contribuenti.
''E' un errore inaccettabile - ha sottolineato ancora Legambiente - abbandonare nell'attuale stato di degrado il trasporto ferroviario locale'', con convogli sporchi, scomodi, superaffollati e in perenne ritardo, in quanto un servizio di treni locali efficiente è ''lo specchio del grado di civiltà di un paese che vive come priorità la tutela dei diritti e delle esigenze di tutti i suoi cittadini''.
Oltre alla manifestazione di oggi, il partito dei Verdi hanno attivato un numero verde (800 148875, attivo dalle 9.30 alle 13.30) e un blog (www.pendolari.verdi.it) a disposizione degli utenti per segnalare disservizi, disagi e disavventure sofferti a bordo dei treni italiani.

Oltre il danno, la beffa...
Dallo scorso primo novembre biglietti e abbonamenti ferroviari sono aumentati di prezzo. Un aumento che ha riguardato, per ora, solo i pendolari che si spostano da una regione all'altra. L'8% del totale, ha detto Trenitalia, ma la manovra tariffaria ha riguardato molto le regioni del Nord.
Trenitalia ha spiegato tale decisione come una operazione per mettere ordine in questo tipo di tariffe: fino ad ottobre i pendolari che col treno si spostavano da una regioni all'altra utilizzavano anziché la tariffa regionale la più economica tariffa nazionale (congelata da anni), che permetteva di prendere indifferentemente treni del trasporto regionale e treni Espressi o di categoria superiore (in questo caso pagando un sovraprezzo). Dal primo novembre 2007 la nuova tariffa si è cominciata a calcolare sulla base delle relative tariffe regionali, e quindi si paga di più.
Il maggiore introito, dicono da Trenitalia, sarà destinato a ''finanziare programmi regionali di miglioramento del servizio''...

- ''Intercity più lenti di vent'anni fa'' di A. Mangiarotti (Corriere.it)

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29 novembre 2007
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