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Il ''turismo procreativo''

Un fenomeno sempre più diffuso fra le coppie italiane dall'entrata in vigore della legge 40

27 maggio 2005

I giorni del Referendum sulla procreazione medicalmente assistita si vanno avvicinando e il dibattito, forse in ritardo e con molta difficoltà, sta trovando gli spazi importanti per potersi esplicitare meglio possibile.
Purtroppo è ancora tanta la confusione sui reali motivi che porteranno i vari comitati alle urne per votare il loro SI o il loro NO, o su quelli che rimarranno a casa astenendosi dal voto. O per meglio dire, esistono tutte le possibilità per documentarsi bene e consapevolmente potersi recare alle urne o meno, ma, come accennato prima, la giusta esplicazione del dibattito ha trovato lo spazio necessario troppo tardi.
Tali disagi comportano informazioni imprecise, affermazioni che sanno di condanna, tabulati numerici di assoluta sterilità, repentini cambiamenti di idee.

Fra i punti più discussi negli ultimi giorni quello dell'aumento o meno del ''turismo procreativo'', fenomeno che in Italia - dicono in tanti - si sta diffondendo rapidamente favorito proprio da quella legge 40 che con il referendum si deciderà se lasciarla invariata o abrogarne alcune sue parti.

Da una ricerca condotta dall' ''Osservatorio sul turismo procreativo'', istituito da Cecos Italia, e presentata nei giorni scorsi, è emerso che: ''Da marzo 2004, 3.610 coppie hanno varcato i confini nazionali, il triplo rispetto ai 1.315 dell'anno precedente all'entrata in vigore della legge''.
Mentre le motivazioni principali che spingono un numero crescente di coppie italiane a rivolgersi a centri esteri di fecondazione assistita dopo l'entrata in vigore della legge 40 sono: il congelamento degli embrioni, la fecondazione eterologa e la diagnosi pre-impianto.

La ricerca ha coinvolto 53 centri in Europa e al di fuori del Vecchio Continente. ''In questa maniere si è venuti a conoscenza che le 'mete preferite' dai nostri connazionali - ha spiegato la biologa e ricercatrice Chiara Fornasiero - , sono Spagna e Svizzera. In Spagna, dove arriva il 26% delle coppie italiane che va all'estero, si è registrato nell'ultimo anno un vero e proprio boom: le coppie sono addirittura decuplicate, per la legislazione liberale che permette la fecondazione eterologa. In Svizzera (oltre il 30%) gli italiani che si rivolgono ai centri di fecondazione assistita sono raddoppiati''.
Segue il Belgio con l'arrivo del 16% delle coppie. ''La maggiore presenza di coppie italiane, nei centri di fecondazione assistita di questi Paesi è testimoniata dall'allungamento delle liste d'attesa dell'ultimo anno'', ha sottolineato Andrea Borini, presidente di Cecos Italia e dell'Osservatorio sul turismo procreativo.
Fra le mete del ''turismo procreativo'' anche Usa e Gran Bretagna, meno gettonate per gli elevati costi dei trattamenti, e inoltre Austria, Repubblica Ceca, Grecia e Slovenia, destinazioni delle coppie con problemi economici. Infine, Israele, soprattutto un centro di Tel Aviv dove il successo delle tecniche di fecondazione assistita raggiunge il 50-60% e dove gli italiani chiedono soprattutto l'ovodonazione. Per la diagnosi preimpianto, vietata in Italia, le coppie portatrici di patologie genetiche si rivolgono in particolare ai centri di Spagna, Belgio e Turchia.

''La legge ha provocato un darwinismo sociale perché gli italiani che si rivolgono all'estero lo fanno guardando alla spesa per i trattamenti, alle propria cultura e conoscenza, etc.. Addirittura ci sono centri d'elite e centri per chi ha meno possibilità finanziarie'', ha spiegato Cinzia Caporale, presidente del Comitato Intergovernativo di bioetica dell'Unesco.
Nella decisione dell'istituto straniero al quale rivolgersi, vale soprattutto il ''passaparola'': i forum dedicati all'infertilità sono molto attivi su internet, dove le donne si consigliano, si scambiano informazioni ed esperienze. Intanto, i centri d'oltralpe si stanno sempre più attrezzando: anche i medici hanno imparato a parlare in italiano.

I divieti in vigore in Italia si aggirano, secondo l'indagine, recandosi all'estero nei centri dove è possibile congelare gli embrioni o non ci sono restrizioni sul numero di ovuli da fecondare e dove ci si può sottoporre alla fecondazione eterologa, con la donazione degli ovuli. Le coppie con patologie genetiche trasmissibili si rivolgono alle strutture straniere per eseguire la diagnosi pre-impianto, una procedura costosa, circa 4.000 euro.
''Un numero così elevato di coppie che sentono l'esigenza di andare a cercare un figlio all'estero - commenta Andrea Borini -, dimostra come l'Italia stia demandando di fatto ad altre nazioni la regolamentazione di questo settore. Il turismo sanitario non è mai un indice di progresso né della capacità di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Non è un fenomeno di cui un Paese civile possa vantarsi''.
Non solo. Secondo lo specialista, ''in futuro gli italiani potrebbero andare all'estero anche per effettuare terapie basate sull'uso di cellule staminali impossibili in Italia: potrebbe trattarsi del 15% della popolazione con patologie degenerative''.


Intanto la ricerca scientifica...
''Usa. Embrionali su misura senza creare nuovi embrioni'', da Cellule Staminali - Notiziario quattordicinale

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27 maggio 2005
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