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Il ''Valeria Prima'' fa ritorno a casa

Liberato il peschereccio mazzarese fermato in Libia la scorsa settimana

08 agosto 2008

"Siamo a 55 miglia a sud est di Lampedusa e stiamo rientrando a Mazara del Vallo dove speriamo di arrivare verso le 3 di questa notte". Questa la telefonata all'Ansa di Nicolò Asaro, 56 anni, il comandante del peschereccio "Valeria Prima" sequestrato dalle autorità libiche lo scorso 2 agosto (LEGGI) e rilasciato l'altro ieri sera dopo un'intensa e produttiva attività diplomatica.
Dopo cinque giorni di paura e tensione, ma anche di costante lavoro diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della presidenza della Regione siciliana, i sei uomini dell'equipaggio, accusati di aver sconfinato in quello specchio di mare che le autorità del paese africano considerano proprio (e su cui da tempo si discute), sono stati finalmente liberi di ritornare a casa.
A bordo del motopesca il comandante-armatore Nicolò Asaro, il direttore di macchina Stefano Di Benedetto, di 46 anni, il nostromo Giuseppe Asaro, di 29 anni ed i pescatori Nicolino Salvo di 49 anni, Monji Salem Hadj, di 43 anni e Frej Houaneb, di 50 anni, gli ultimi due entrambi tunisini.

La gioia ha invaso il ponte del motopesca mazarese non appena i sei marittimi hanno appreso la decisione delle autorità libiche ed è rimbalzata fino a Mazara del Vallo, che adesso si prepara ad una grande festa.
"Stiamo tutti bene - ha aggiunto il comandante Asaro -. Ringrazio il Governo italiano, i deputati Cristaldi e Scilla, l'assessore Lisma e tutti i colleghi pescatori che, so, mi sono stati molto vicini e hanno pressato per la liberazione del motopesca".

La notizia della liberazione è arrivata direttamente dal presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo. Il presidente a sua volta è stato informato per telefono dall'ambasciatore libico a Roma, Abdul Hafed Gaddur.
Raffaele Lombardo ha spiegato anche alcuni retrsocena: "Devo un personale ringraziamento all'ambasciatore libico a Roma Abdul Hafed Gaddur che ha dato prova del suo grande attaccamento alla Sicilia e di godere della fiducia del leader libico. L'ambasciatore ha lavorato per quindici anni al consolato libico di Palermo ed è diventando amico del Presidente della Regione dell'epoca, Rino Nicolosi. Insieme ad Andrea, il figlio maggiore di Nicolosi che è rimasto amico di Gaddur, martedì scorso ho chiesto, insieme al sottosegretario agli esteri Vincenzo Scotti, di inoltrare al leader libico Muhammar Gheddafi, la richiesta di clemenza del Governo della Regione Siciliana per i nostri pescatori". "Questo pomeriggio (ieri pomeriggio per chi legge, ndr), sorprendendoci sui tempi e anticipando le nostre migliori speranze - ha concluso - l'ambasciatore libico, che ho invitato a Palermo per una visita istituzionale, ha annunciato che la vicenda si è conclusa positivamente. Credo di poter affermare che si tratti di una dimostrazione di stima e di amicizia che riannoda e rafforza l'antico legame di solidarietà tra i popoli del Mediterraneo ed in particolare tra l'Italia e la Libia".

"L'esito positivo della vicenda del motopesca mazarese è di buon auspicio per la missione di  sabato prossimo in Libia guidata dall'assessore regionale Roberto Di Mauro". Lo afferma il presidente del Distretto produttivo della Pesca di Mazara del Vallo-Cosvap, Giovanni Tumbiolo. "Sono molto fiducioso - ha aggiunto Tumbiolo, che farà parte della missione che si recherà a Tripoli - sulla possibilità che la Libia, la Regione e il Distretto della pesca possano sottoscrivere importanti accordi che sanciscano nuovi rapporti di amicizia e la cooperazione produttiva fra Italia e Libia".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica.it]

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08 agosto 2008
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