Il "vapore acqueo" di Bellolampo
Mentre dal Comune di Palermo rassicurano, sembra che l’incedio alla discarica non sia ancora stato spento
La discarica palermitana di Bellolampo brucia da quattro giorni senza sosta. Le fiamme che covano sotto i cumuli di rifiuti non si placano sotto i lanci d'acqua dei Canadair e i chili di terra scaricati dai camion. L'assessore comunale alle partecipate, Cesare Lapiana, però, con una nota ha affermato che, dopo i sopralluoghi effettuati all'impianto, si può dire che le fiamme sono estinte e il fumo che continua a spigionarsi è solo "vapore acqueo". Inoltre "tutti i campionamenti hanno escluso il rischio di inquinamento da diossina".
"La nube bianca che si vede ancora adesso sopra Bellolampo - ha detto l'assessore - è costituita dal vapore acqueo dovuto alle attività di raffreddamento che ancora in queste ore i Vigili del Fuoco e la Protezione civile (tramite Canadair) stanno facendo, ma possiamo assicurare i cittadini del fatto che le fiamme sono state estinte e che il fumo è solo vapore acqueo". Per poter procedere alla copertura con terra delle zone bruciate (tramite lavoro manuale e mezzi meccanici) "è indispensabile - ha spiegato - che il terreno venga raffreddato e questo richiede i getti d'acqua che stanno continuando in queste ore". Il vapore ha proseguito Lapiana "continuerà per alcuni giorni perché sono milioni i litri d'acqua utilizzati per spegnere l'incendio nelle vasche e i rifiuti hanno raggiunto temperature altissime".
Sul rischio diossina "le autorità preposte al controllo (l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente e il nucleo Ncbr dei Vigili del Fuoco) hanno effettuato da domenica a oggi decine di campionamenti dell'aria e dei terreni, non solo a Bellolampo ma anche in aree della provincia verso le quali si sono spinti i fumi dell'incendio. Tutti i campionamenti effettuati hanno escluso il rischio inquinamento da diossina", complice, ha detto l'assessore, anche il vento "che ha disperso la concentrazione dei fumi". Infine la raccolta dei rifiuti, con i siti alternativi di Trapani e Campobello di Mazara, "sta riprendendo in tutta la città". Confermata la chiusura della discarica per alcuni giorni.
L'incendio, intanto, ha portato a galla la cattiva gestione della discarica. I danni, infatti, sarebbero stati più limitati se, tra i vari strati di rifiuti, fosse stata sistemata la terra che serve per stoppare l'avanzamento delle fiamme. E invece, adesso, è una corsa contro il tempo quella della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e degli stessi operai dell'Amia.
Non si placano nemmeno le polemiche sulla tempestività e l'intervento dei soccorritori. La Procura, che sul rogo ha aperto un'inchiesta, oggi sentirà il comandante dei vigili del fuoco, Gaetano Vallefuoco. Ci sono due scuole di pensiero su come affrontare le fiamme. Secondo il consulente interpellato dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dal sostituto procuratore Calogero Ferrara, gettare terra sui rifiuti alimenterebbe ancora di più il rogo, mentre sarebbe più opportuno aprire dei fronti sui cumuli di rifiuti e gettare acqua e schiuma per spegnere definitivamente le fiamme. È per questo che adesso la Procura vuol vederci chiaro.
Anche il Movimento Cinque Stelle di Palermo chiede all'Arpa e agli organi competenti la massima trasparenza sui dati delle rilevazioni effettuate in seguito al rogo avvenuto nella discarica di Bellolampo. "Visto che l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente e le autorità competenti affermano che è stato scongiurato il pericolo diossina – dice il portavoce ed ex candidato sindaco del movimento, Riccardo Nuti - chiediamo che vengano pubblicati i dati che sono stati rilevati, indicando anche le soglie di legge di pericolosità per la salute umana". "E' necessario - sottolinea Nuti - chiarire se la campagna di monitoraggio prevede diversi giorni di rilevazione o solo un giorno. Va anche spiegato perché a Bellolampo, pur bruciando dei rifiuti, non è stata rilasciata diossina, visto che notoriamente accade il contrario in caso di incendio dei cassonetti posizionati in città". "Bisogna informare e formare i cittadini - conclude Nuti - e questa è un'occasione per fornire qualche indicazione in più della semplice rassicurazione. L'imperativo categorico in questi casi è trasparenza e chiarezza. Non si possono dare alla gente spiegazioni prive di basi scientifiche, come quelle rilasciate dall'assessore Cesare La Piana, che ha affermato che tutti i campionamenti effettuati hanno escluso il rischio di inquinamento da diossina, perché, per fortuna, il vento ha disperso la concentrazione dei fumi". [Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Repubblica/Palermo.it , Ufficio Stampa M5S Palermo]
PER IL SINDACO E' SOLO VAPORE ACQUEO
di Giovanni Guadagna (GeaPress, 02 agosto 2012)
Nube nera, all'alba di stamani, sulla discarica palermitana di Bellolampo. Ormai da due giorni il vento spinge la coltre bruna oltre la montagna, verso Torretta e Montelepre. Di giorno, però, le cose cambiano. Il vento gira e le nube arriva sulla città. Investe più direttamente i quartieri occidentali. Poi, più in alto, verso il centro città. La discarica brucia da giorni e secondo gli esperti ne avremo ancora per diverso tempo. Il motivo è semplice. Nonostante i rassicuranti comunicati del Comune, l'incendio è sotto coltre, brucia in profondità nella massa di immondizia accumulata negli anni. Per spegnerlo occorrerebbe soffocarlo, ovvero coprirlo con un massa terrosa.
Per l'Assessore La Piana, però, già due giorni addietro l'incendio era spento. Poi qualcuno gli deve aver fatto notare che le cose non stavano proprio così e ieri sera è intervenuto addirittura il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che nel suo account facebook così riportava: "Incendio a Bellolampo finalmente spento. I fumi bianchi che si vedono sopra la montagna sono vapore acqueo. I Canadair lavorano incessantemente per raffreddare le vasche. L'evaporazione continuerà alcuni giorni. Dai prelievi non risulta nessun rischio diossina. Grazie agli operatori AMIA che hanno lavorato senza sosta per contenere l'incendio e agli operatori sui Canadair e a terra, la città vi è grata per l'impegno immane".
Nel giro di pochi minuti, però, gli "amici" di Orlando nel noto social network lo sommergono di critiche. Inizia il sig. Roberto Speciale che chiede quasi subito come mai la sera a Borgo Nuovo non si respira. La signora Anastasia Lo Bianco, smentisce poco dopo il Sindaco di Palermo. "Il fuoco non è per niente spento, ma perché diffondete notizie false?". Per il Sig. Mario Gianbanco non viene detta tutta la verità. Ritorna così il sig. Roberto Speciale il quale conferma come anche ieri sera Monte Cuccio è avvolto dalla nube. "L'aria è irrespirabile" - commenta nel facebook di Orlando ed aggiunge: "vi dico solo che non si vede la montagna e l'ho di fronte talmente è tanto il fumo, vogliamo detta la verità, altro che incendio!!! NE ABBIAMO LE PALLE PIENE!". Poi viene data una descrizione dell'incendio che ha senz'altro un logica "la cosa strana è che si ripete per la terza notte di fila intorno alla mezzanotte e dura fino alle 7.00 di mattina". Ed infine aggiunge inviperito "provate a venire dalla mezzanotte in poi a Borgo Nuovo e vedete cosa c'è, anzi odorate! Che schifo!"
Quello che riporta il Sig. Speciale ci viene spiegato dai Vigili del Fuoco in servizio a Bellolampo. La discarica si trova in collina a ridosso di due vallate. Quella di Palermo e quella di Carini. Di giorno, dalle pianure, si alzano correnti verticali di aria calda, prodotte dall'insolazione. Il fumo, salvo particolari condizioni, si mantiene così alto, verso Palermo o verso Carini. Di sera il fumo scende in città, oppure scivola nella parte retrostante la montagna. Per questo gli abitanti lo avvertano all'imbrunire. Di giorno, invece, può stazionare sulla città, come successo ieri, ad un altezza compresa tra i 400 ed i 500 metri. E' più bianca per via dell'acqua dei canadair ma l'incendio è sotto. La nube si raffredda e quello che contiene si disperde o ricade.
Sulla vicenda, sono intervenute le Associazioni. Per il WWF, intervenuto con un timido comunicato diffuso ieri prima dell'incredibile post del Sindaco di Palermo, la nube di fumo "c'è stata e ha procurato un grande allarme". Più diretto il comunicato di Legambiente che invita ad accelerare le operazioni di spegnimento paventando il rischio che i veleni possano entrare nel ciclo alimentare. Secondo Mimmo Fontana, Presidente di Legambiente Sicilia, bisogna "verificare la contaminazione di tutte le produzioni alimentari del comprensorio, potenzialmente interessate, ed evitare che legalmente, e soprattutto illegalmente, i prodotti a rischio diossina arrivino sulle nostra tavole. Chiediamo, infine - aggiunge Fontana - che venga verificato se vi siano eventuali responsabilità in merito al ritardo dell'intervento di spegnimento che ha creato l'attuale situazione". Vale la pena ricordare che le aree di campagna per un vasto raggio attorno a Bellolampo, hanno numerosi allevamenti di bovini allo stato brado. Sono animali sia da carne che da latte. Intanto da ieri, nonostante quello che dicono gli "amici" di facebook, per il Comune di Palermo l'incendio è spento e quello che si vede è solo vapore acqueo.