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Il vento della rivolta...

Yemen, Bahrein e Oman: mentre il mondo guarda preoccupata la Libia

14 marzo 2011

Mentre gli occhi del mondo prestano più attenzione alla delicata situazione libica, il vento di quella che si spera possa essere una vera "primavera araba", continua a soffiare anche nello Yemen, in Bahrein e nell'Oman.

YEMEN. E' di almeno tre manifestanti morti e un centinaio di feriti il bilancio degli scontri nello Yemen tra la polizia e una folla di migliaia di persone che sabato scorso si è riunita per chiedere le dimissione del presidente, Ali Abdullah Saleh.
Ad Aden, un dimostrante è morto, raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre 4 agenti di polizia sono rimasti feriti. Secondo una fonte del ministero dell'Interno di Sana'a citata dalla Xinhua nella capitale 140 agenti in tenuta antisommossa sarebbero stati ricoverati perché feriti dai lanci di sassi dei dimostranti. Un testimone degli scontri, citato dalla stessa fonte, ha raccontato che la polizia è intervenuta per rispondere al lancio di sassi dei dimostranti contro gli agenti nella capitale. I poliziotti hanno usato idranti, gas lacrimogeni ed hanno aperto il fuoco. Novanta manifestanti hanno riportato segni di intossicazione per i gas lacrimogeni mentre altri dieci hanno riportato ferite da armi da fuoco e sono in condizioni critiche.
Intanto, bande armate di sostenitori del presidente yemenita Ali Abdullah Saleh si stanno preparando ad attaccare i manifestanti che da due settimane tengono un sit-in ad oltranza nella piazza del Cambiamento, come è stata ribattezzata la piazza in cui si trova l'università di Sana'a. Secondo quanto riferisce il sito locale Al Masdar, i sostenitori del capo di stato, aiutati da agenti della polizia in borghese, hanno intenzione di eseguire un nuovo attacco, dopo quello che sabato ha provocato la morte di tre manifestanti, ma che non è riuscito a porre fine alla protesta. In vista dell'attacco, l'esercito ha inviato rinforzi nella zona, dove sono presenti anche numerosi blindati. Militanti del partito di governo sono stati radunati da tutta la provincia in vista di questo nuovo attacco. Negli scontri avvenuti sabato in diverse città dello Yemen tra oppositori e sostenitori di Saleh, sono morte sette persone e alcune centinaia sono rimaste ferite.
"Le violenze in Yemen devono cessare immediatamente". Lo ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Philip Crowley, commentando le cariche della polizia a Sana'a per disperdere i manifestanti radunatisi davanti all'università della capitale yemenita. "Ci appelliamo al governo yemenita - ha detto Crowley - per aprire immediatamente un'inchiesta su questi incidenti e prendere tutti i passi necessari per proteggere i diritti dei suoi cittadini".

BAHREIN. Sabato scorso, la polizia del Bahrein ha lanciato lacrimogeni contro manifestanti che dal 19 febbraio sono accampati nel centro di Manama. Diverse persone sono state trasportate in ospedale, riferiscono testimoni. Anche nel distretto finanziario di Manama la polizia ha lanciato lacrimogeni contro un'altra manifestazione e qui otto agenti sono rimasti feriti, 350 dimostranti hanno tentato di bloccare l'accesso alla zona formando una catena umana.
La tv saudita Al Arabiya ha annunciato che le forze dei paesi confinanti del Golfo arabo contribuiranno a mantenere l'ordine in Bahrein, mentre un consigliere della corte reale del Bahrein ha detto che le truppe si trovano già sull'isola dalla posizione strategica. "Forze del Consiglio di Cooperazione del Golfo sono arrivate in Bahrein per mantenere ordine e sicurezza", ha detto Nabeel al-Hamer, ex ministro dell'informazione e consigliere della corte reale, su Twitter.

OMAN. Qabus Bin Said al-Said, sultano dell'Oman al potere da oltre quarant'anni, ha deciso ieri di cedere poteri legislativi a un consiglio consultivo, dopo che anche nell'Oman si sono svolte diverse manifestazioni per chiedere riforme politiche, con un crescente malcontento sociale sullo sfondo. Con un decreto pubblicato dall'agenzia ufficiale Ona, il sultano ha ordinato di conferire "i poteri legislativi e quelli di controllo" dell'azione di governo al "Consiglio d'Oman", formato da un Consiglio Consultivo (Shura), eletto, di 83 membri e da un Consiglio di Stato, una sorta di Senato, di 57 membri designati dal sultano. Le due camere hanno un ruolo puramente consultivo presso il governo, che si occupa invece di mettere in pratica la politica generale definita dal sultano.
Nello stesso decreto, Qabus ha chiesto a una commissione di presentare entro 30 giorni un emendamento alla Costituzione che consenta di conferire i poteri legislativi all'Assemblea consultiva. Il sultano ha inoltre ordinato forti aumenti delle pensioni, tra il 50 e il 100%, secondo la Ona e ha raddoppiato lo stipendio ai dipendenti pubblici.
Nei giorni scorsi, Qabus ha effettuato un ampio rimpasto di governo, dopo aver rimosso due ministri, considerati "corrotti". Per rispondere alle richieste dei manifestanti il sultano - si apprende ancora - ha nominato nuovi capi della polizia e delle forze doganali sotto accusa per la brutale risposta alle dimostrazioni che si sono svolte nella città di Sohar. Le manifestazioni pro-democrazia e contro la corruzione sono proseguite anche ieri.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, Repubblica.it]

 

 

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14 marzo 2011
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