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Il vero "papello" di cui Riina dice di non sapere niente

Dalla confermata veridicità dei documenti consegnati da Massimo Ciancimino alla magistratura, al colloquio tra Totò Riina e il figlio

17 settembre 2010

I documenti forniti da Massimo Ciancimino ai magistrati di Palermo sono di suo padre, Vito, ex sindaco di Palermo. È questo uno degli esiti della perizia effettuata dal servizio di Polizia Scientifica della Direzione centrale anticrimine chiamato a verificare l'autenticità dell'enorme mole di appunti che il testimone della trattativa tra Stato e mafia ha dato ai pm (Leggi: "IL PAPELLO", Guidasicilia.it 16/10/09).
La perizia è stata depositata il 20 agosto scorso agli atti del processo al generale dell'Arma Mario Mori, accusato di favoreggiamento aggravato. "Le conclusioni dei tecnici - ha commentato il pm Nino Di Matteo, che indaga sulla trattativa che vedrebbe tra i protagonisti proprio Mori - sono elementi di riscontro importanti alle dichiarazioni del teste".
Sulla documentazione, che comprende, oltre al cosiddetto "papello" con le richieste della mafia allo Stato, i pizzini di Provenzano a don Vito (LEGGI) e decine di appunti manoscritti dell'ex sindaco, sono state eseguiti due tipi di analisi: grafica e merceologica. Quanto al papello, i periti hanno negato che possa essere stato scritto da Riina. Circostanza, peraltro, mai asserita dagli inquirenti che hanno prodotto decine di scritti di familiari e mafiosi da usare per la comparazione. Sulla paternità del papello - indagine molto eleborata perchè di alcuni soggetti usati per i raffronti si hanno solo le firme - i magistrati non sono ancora arrivati a una conclusione. La perizia esclude anche che i pizzini che, secondo Ciancimino, il boss Bernardo Provenzano avrebbe mandato a suo padre, siano stati scritti con la macchina sequestrata al capomafia nel covo di Montagna dei Cavalli, a Corleone. Conclusione che, secondo gli inquirenti, non sarebbe significativa perchè durante la lunga latitanza il boss ha usato diverse macchine.

Secondo i periti tutti i documenti attribuiti da Massimo Ciancimino al padre sono stati effettivamente scritti da lui. In particolare sono riconducibili all'ex sindaco il cosiddetto "contropapello" (LEGGI) in cui, giudicate folli le richieste di Riina, don Vito avrebbe, abbassato il tiro, e indicato le pretese, a suo dire più realizzabili, da avanzare allo Stato. E ancora fu Ciancimino a scrivere, di suo pugno, le annotazioni sugli investimenti nel complesso edilizio Milano 2 dell'allora imprenditore Silvio Berlusconi in cui si leggono i nomi di Marcello Dell'Utri e dei costruttori mafiosi Buscemi e Bonura.
Ancora, è autentica la firma apposta da don Vito sotto la lettera indirizzata all'ex governatore della Banca d'Italia Fazio in cui si parla della trattativa tra Stato e mafia. Ed è scritto dall'ex sindaco il post-it "consegnato spontaneamente a Mori e De Donno" attaccato al papello. Un riscontro alle parole del testimone arriva anche dalla perizia. La carta su cui i documenti sono scritti è stata prodotta in periodi compatibili con quelli in cui Massimo Ciancimino li colloca. Oggi, il pm Di Matteo chiederà ai giudici del processo Mori di potere citare a deporre i periti.

- Ciancimino, la perizia conferma di Umberto Lucentini (L'espresso)

"Riina non ha negato l'esistenza del papello" - "Ciò che è più significativo nell'intercettazione del colloquio tra Totò Riina e suo figlio in carcere e rilanciata dall'Espresso è che Riina non nega che il papello esista". Lo ha detto Massimo Ciancimino ieri a Pisa a margine della presentazione del suo libro, scritto insieme a Francesco La Licata, "Don Vito. Le relazioni segrete tra Stato e mafia nel racconto di un testimone d'eccezione" (Feltrinelli). "E' la seconda volta che ne parla di questo papello - ha aggiunto Ciancimino - e dice solo di non averlo scritto. Non nega però che esista. Del resto anche mio padre ha sempre detto che Riina non sarebbe stato in grado non solo di scriverlo ma neppure di mettere in piedi una trattativa del genere".
L'incontro, a cui si riferisce Cincimino jr, tra Totò Riina e il figlio Giovanni è avvenuto lo scorso luglio nella sala colloqui del carcere milanese di Opera.

- "Io, Riina, e l'infame Ciancimino" di Lirio Abbate (L'espresso)

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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17 settembre 2010
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