Il Vinitaly 2007 ha chiuso i battenti con un bilancio più che positivo: il grande vino italiano cresce nel mondo
Incremento del 15% degli operatori esteri, che hanno raggiunto le 38 mila presenze (erano 33 mila nel 2006) su 150 mila totali (+4% rispetto all'edizione precedente) da oltre 100 Paesi, oltre a 2.600 giornalisti da 52 Paesi.
Questi i dati essenziali del preconsuntivo della 41ma edizione di Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati, che si è chiuso lunedì 2 aprile a Verona ed al quale hanno preso parte 4.300 aziende da più di 30 Paesi su 86 mila metri quadrati netti espositivi.
''Vinitaly è l'unica manifestazione al mondo che può vantare trend di crescita degli spazi venduti negli ultimi anni superiori al 5%, contro l'1-2% di altre rassegne. Così come può assicurare un elevato numero di contatti per espositore, superiore a 30 contro gli 11-15 delle altre fiere e con un grado di soddisfazione degli espositori che raggiunge il 95% del totale'', ha sottolineato con soddisfazione il Presidente di Veronafiere, Luigi Castelletti.
''Sono in avanzata fase di organizzazione tutte le tappe estere del 2007. Dopo l'India nel gennaio scorso, alla Russia in giugno a Mosca e San Pietroburgo seguiranno il Vinitaly US Tour a ottobre con tappe a Chicago, Los Angeles e San Francisco, Vinitaly Japan a Tokio a fine novembre e subito dopo Vinitaly China a Shanghai'', ha dichiarato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
L'impressione di mercato espressa prima dell'inizio della rassegna da un campione di buyer di vari Paesi sulle possibilità di export dell'Italia del vino è stata quindi confermata dalla presenza per la prima volta durante la rassegna di un numero maggiore rispetto al passato di importer indiani, giapponesi, russi e dell'est europeo, oltre a quelli tradizionali.
La soddisfazione degli espositori emerge dalle loro dichiarazioni. Per Gianni Zonin il ''bilancio è molto positivo. Pensavamo che vista la concomitanza di Vinexpo sarebbe stato un Vinitaly in tono minore, invece ha superato pure l'edizione dello scorso anno, con una grande presenza di operatori professionisti, che sono quelli che noi vogliamo''. Sulla stessa linea Piero Mastroberardino, presidente di Federvini: ''Quantità e qualità dei contatti commerciali è stata ottima da Nord America, Cina, Giappone, Russia, ma anche da Paesi di nicchia come le Maldive. Una sorpresa è stata la presenza di molti scandinavi, nonostante si sia svolto solo poco tempo fa un evento internazionale geograficamente più vicino all'Europa del Nord''.
Riconosciuta anche la ''crescita di servizi e programmazione, che - ha affermato Giacomo Rallo di Donnafugata - hanno permesso a Vinitaly di diventare l'unica manifestazione al mondo ad essere riuscita a coniugare in modo positivo i contatti business to business e quelli business to consumer rivolto a un consumatore molto attento''.
Non sono solo i grandi nomi dell'enologia italiana sono stati contentati. La ripresa dell'export interessa pure i vini meno noti, infatti i buyer stranieri sono stati molto attivi nella ricerca di nuovi prodotti e partner commerciali in regioni come Campania, Marche, Basilicata, Liguria, Trentino-Alto Adige, Puglia, e l'immancabile Sicilia a premiare la qualità globale del vigneto Italia.
''La sintesi di questo Vinitaly è stata innovazione e concretezza. Il successo è dato soprattutto dal numero dei contatti di affari che le aziende espositrici hanno avuto'', ha concluso Flavio Piva, condirettore generale e direttore mercato di Veronafiere, ''proprio con buyer e operatori provenienti da tutto il mondo che hanno dimostrato un interesse crescente per i vini italiani e per quelli dei nostri espositori esteri cresciuti in numero e presenze''.