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Il vino siciliano: risorsa per il futuro

Al Vinitaly 2006 l'eccellenza e l'importanza della viniviticoltura siciliana si riconferma per l'ennesima volta

10 aprile 2006

Si conclude oggi la 40ma edizione del Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e dei distillati, l'appuntamento per conoscere, degustare, ed apprezzare i vini e distillati d'eccellenza provenienti da tutto il mondo.
Anche quest'anno il vino degli espositori siciliani ha riscosso ampi consensi, ribadendo, ancora una volta, l'eccellenza dell'isola in fatto di viticoltura ed enologia.
Tante le aziende siciliane presenti in questa edizione 2006, esattamente 220 - 24 in più dell'anno scorso - che si sono presentate ai professionisti del vino di tutto il mondo nel grande Padiglione Sicilia, dove è stata esposta anche l'eccellenza gastronomica isolana.
Insomma, per festeggiare i quarant'anni del Vinitaly, l'omaggio portato dalla Sicilia è stato agli occhi internazionali un omaggio prezioso che consegna al mondo l'immagine italiana come Paese del buon gusto.

Sono stati cinque intensi giorni di cultura, affari e curiosità, cinque giorni nei quali Verona ha raccolto tutta l'Italia del vino e nei quali si sono potute tirare le fila dell'enogastronomia nazionale degli ultimi anni. Un settore in perenne crescita, che caratterizza l'Italia - in particolar modo alcune regioni - e ne salvaguarda l'immagine, purtroppo spesso appannata, e che da all'italianità una sferzata di ossigeno buono e di buone speranze.
Per citare solo una delle tante indagini che si sono fatte in questi ultimi cinque giorni, per esempio veniamo a sapere che i vini emergenti nei ristoranti italiani di fascia medio-alta sono sempre più quelli provenienti dal Sud Italia, e dalla Sicilia in particolare.
Questo (e altro) è quanto emeso dalla ricerca ''Il vino nei ristoranti di qualità'' realizzata da Veronafiere e Confcommercio e presentata ieri a Vinitaly in una conferenza stampa cui sono intervenuti Davide Paolini, il noto ''gastronauta''; Giovanni Bort, Amministratore di Confcommercio e Presidente Confcommercio Trento; Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere e Maurizio Ceci di Buonitalia Spa, la società per la promozione e la valorizzazione dell'agroalimentare italiano.
''Questa è la prima ricerca che analizza in dettaglio il settore della ristorazione medio-alta'' ha dichiarato Giovanni Bort, un primo passo importante che potrebbe dare vita un osservatorio permanente sulla ristorazione.
Sì, perché la valorizzazione del vino italiano passa anche attraverso i ristoranti italiani all'estero: ''Entro due anni avremo mille ristoranti italiani all'estero che potranno fregiarsi del logo 'ristorante italiano certificato' '', ha commentato Maurizio Ceci di Buonitalia SpA. ''Naturalmente questi ristoranti dovranno offrire nella carta dei vini almeno il 60% di vini provenienti dall'Italia''.
Nel corso del dibattito è intervenuto Umberto Vattani, presidente dell'ICE (l'Istituto nazionale per il commercio Estero), che ha riferito di come l'Istituto puntualmente organizzi la presenza di ristoranti italiani nel corso di manifestazioni culturali promosse all'estero. Inoltre, l'ICE da anni promuove eventi in cui i più importanti chef della Francia, degli USA e del Giappone propongono piatti abbinati a vini italiani di qualità.

Come dicevamo, ''Il vino nei ristoranti di qualità'' è stata la prima ricerca sulla ristorazione come singolo canale distributivo del vino, un canale rilevante anche per essere il luogo in cui molti consumatori scoprono ed imparano ad apprezzare i vini di qualità.
La ricerca è stata condotta da Unicab con metodo CATI su un campione di 1.000 ristoranti di fascia medio-alta, segnalati dalle più importanti Guide eno-gastronomiche.
Alla domanda ''quali sono i vini emergenti che caratterizzeranno il settore nel prossimo periodo'', il 55,7% degli intervistati ha risposto i vini del Sud Italia, e tra questi il 40,1% ha indicato i vini siciliani.
Seguono il 15,1% che ha indicato i vini del Centro Italia, il 12,9% i vini esteri, l'11,7% i vini autoctoni, il 7,4% i vini italiani del Nord Ovest ed il 4,6 i vini italiani del Nord Est.
Già oggi quasi il 90% dei ristoratori punta alla valorizzazione dei vini della propria regione (percentuale ancora più alta per i ristoratori del Sud Italia), dando ad essi uno spazio specifico nella carta dei vini (37,2%) proponendoli nei consigli al tavolo (26,6%), o dando loro maggior peso nella carta dei vini (25,8%).

I ristoratori sono impegnati, dunque, nella promozione dei vini locali italiani e vanno alla ricerca di contatti con le cantine recandosi alle Fiere di settore (l'87,2% degli intervistati ha visitato Vinitaly), oppure tramite una ricerca personale sul territorio o consultando riviste e Guide specializzate. Gli acquisti di vino vengono effettuati direttamente presso le case produttrici (80,5%), tramite i distributori Horeca (32,5%) o tramite i rappresentanti (20,5%).
Naturalmente nei ristoranti italiani non si beve solo vino italiano, ed ecco che le percentuali di vini stranieri presenti in carta offre uno spaccato anche sulla domanda dei consumatori: i vini francesi sono decisamente i più presenti (85,4% dei ristoranti), seguono nell'ordine i californiani (54,5%), gli spagnoli (50,0%), gli australiani (46,1%) e i cileni (46,1%).

La ricerca di Veronafiere e Confcommercio ha segnalato anche nuovi servizi e varie forme di promozione del vino che i ristoranti propongono alla clientela:
- il ''diritto di tappo'', cioè di poter portare da casa una bottiglia di pregio pagando una modesta somma, è garantito dal 60,5% dei ristoranti intervistati;
- il vino al bicchiere è ormai pratica assai diffusa, tanto che il 78,4% dei ristoranti lo propone;
- il ''doggy bag'', cioè la possibilità di portar via dal ristorante la bottiglia non terminata, è anch'esso concesso dalla maggioranza dei ristoranti di fascia medio-alta: l'88,9%.

La promozione dei vini di qualità, offerta dal 61,5% dei ristoratori, è effettuata tramite degustazioni (90,2%), serate a tema (88,5%), corsi eno-gastronomici (29,3%). Inoltre, la maggior parte dei ristoranti garantisce il servizio del sommelier al tavolo (55,4%).
A testimonianza dell'importanza della componente vino nella ristorazione medio-alta, la percentuale del conto determinato dal vino è notevole: incide fino al 30% per il 33,8% dei ristoranti e fino al 20% per il 31,8% dei ristoranti.
La ricerca, infine, ha risposto anche all'interrogativo di quante etichette di vini siano mediamente presenti nelle cantine dei ristoranti di fascia medio-alta:
- vini rossi: oltre 100 etichette nel 56% dei ristoranti e tra 50 e 100 etichette nel 19,3%;
- vini bianchi: oltre 100 etichette nel 36% dei ristoranti e tra 25 e 50 etichette nel 22,4%;
- spumanti (italiani per il 64,4%): tra 1 e 10 etichette nel 35,9% e tra 10 e 25 etichette nel 27,8%;
- vini rosati: tra 1 e 10 etichette nel 70,1%;
- vini dolci: tra 1 e 10 etichette nel 35,6% e tra 10 e 25 etichette nel 24,3%.


E al Vinitaly il vino siciliano è diventato anche "Fashion"
La Camera Nazionale della Moda Italiana e la Regione Sicilia (Assessorato all'Agricoltura) hanno siglato un accordo in base al quale l'Ente sarà sponsor esclusivo della Camera per la promozione delle produzioni agroalimentari legate al territorio ed in particolare per la valorizzazione dei vini e dei vitigni autoctoni siciliani. L'intesa ha una durata di tre anni.
Per la prima volta dunque, è detto in una nota della Regione Siciliana, si realizza ''una convergenza fra due delle tre F (Fashion, Food, Forniture) che rappresentano l'eccellenza del made in Italy. In termini pratici infatti, con l'accordo appena concluso, il marchio "Vini Regione Siciliana" comparirà in tutte le attività di comunicazione della Camera nazionale della moda italiana per le manifestazioni in Italia ed all'estero ed in particolare per le due settimane delle sfilate di moda femminile (marzo e settembre) e per le due settimane della moda maschile (gennaio e giugno)''.
Con l'accordo, la Regione Sicilia ''attua un progetto assolutamente originale per la crescita di immagine della Sicilia, dei suoi patrimoni artistici, culturali, ambientali e della sua grande tradizione agroalimentare legata al territorio, agganciando il marchio dell'isola al settore della moda che costituisce la punta di diamante del made in Italy''.
Per completare e rafforzare l'integrazione di immagine fra i suoi vini e gli altri prodotti agroalimentari e i prodotti della Moda italiana, la Regione Siciliana si propone di creare la Fondazione Vini della Regione Siciliana-Fashion che ogni anno assegnerà cinque borse di studio per sostenere la formazione e l'affermazione di giovani stilisti ed imprenditori del settore moda. La consegna dei premi avverrà in una cerimonia pubblica che rappresenterà un importante, ulteriore, evento per l'innalzamento di immagine dei vini siciliani. [La Sicilia]

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10 aprile 2006
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