Il voto anticipato sarebbe da irresponsabili...
Gianfranco Fini in televisione dopo lo scontro con Silvio Berlusconi alla direzione nazionale del Pdl
Non si dimette, non fonderà altri partiti, assicura che non ci saranno "imboscate", e liquida come "irresponsabile" l'ipotesi di voto anticipato.
Ospite ieri di Lucia Annunziata a 'In mezz'ora' Gianfranco Fini è apparso in televisione dopo lo scontro con Silvio Berlusconi alla direzione nazionale del Pdl.
"Nessuno può dire dimettiti per le tue opinioni politiche, semmai sono pronto a discutere della possibilità di dimettermi se mi dimostrano che vengo meno ai miei doveri di rispettare e far rispettare il regolamento - ha messo in chiaro Fini - Il presidente della Camera non deve dimettersi per esprimere delle opinioni all'interno del suo partito, in alcuni casi dissenzienti rispetto a quelle del presidente del Consiglio e leader del partito".
"Io non ho alcuna intenzione di fare altri partiti - ha quindi assicurato - Ho contribuito a fare il Pdl, ho intenzione di continuare a discutere all'interno del mio partito su alcuni problemi squisitamente politici". E alla Annunziata che lo incalzava circa la forza elettorale di un suo ipotetico partito, che i sondaggisti danno tra il 5 e il 6 per cento, Fini ha risposto: "Lo 0,1%. La credibilità è un conto, i voti un altro".
"Ripeto quello che hanno detto Bocchino, Urso, Ronchi, Raisi, Perina: non ci saranno imboscate - ha poi garantito - Noi faremo lealmente la nostra parte perché il programma venga rispettato". "Non sono affatto pentito - ha spiegato - di aver fatto il Pdl insieme a Berlusconi. Voglio aiutare il partito, quindi anche il presidente Berlusconi, a migliorare l'azione politica dell'esecutivo. Ho raccolto tantissimo consenso, tanta stima da tanta gente che mi ha detto meno male che si torna a parlare di legalità, di tutelare la coesione nazionale nell'ambito del federalismo, di tutelare il Meridione".
Riguardo ad eventuali elezioni anticipate, "non c'è alcuna ipotesi" in questo senso, ha rimarcato, "il semplice fatto di parlarne è da irresponsabili. Berlusconi non è irresponsabile". "Conosco sia Berlusconi, sia Bossi, so perfettamente - ha affermato - che entrambi sono coscienti che le elezioni in questo momento sono il fallimento dell'attuale maggioranza, l'archiviazione per un certo periodo di tempo del federalismo fiscale, ma soprattutto sono il modo migliore per esporre l'Italia a un rischio enorme. Chi parla di elezioni è un irresponsabile con quello che sta accadendo in Grecia, con le speculazioni che si potrebbero scatenare, e lo dico a ragion veduta, con l'assalto che potrebbe esserci nei confronti dell'economia italiana".
"Non dobbiamo parlare di elezioni - ha avvertito ancora - dobbiamo parlare di tre anni di legislatura per fare le riforme, a partire dal federalismo. Le elezioni sarebbero il fallimento di Berlusconi, che ha avuto una maggioranza come da tempo non si vedeva, ha il diritto di governare fino alla fine della legislatura".
Fini ritiene, "insieme ad altri amici, di rappresentare all'interno del Pdl una certa sensibilità di destra. Una destra moderna che cerca di ascoltare le ragioni dell'altro e non lo insulta; che cerca di parlare e non di sentenziare; che non ha la bava alla bocca e che non vede sempre e comunque il nemico, ma cerca di dialogare con l'avversario". "Una destra siffatta - ha aggiunto - deve all'interno del Pdl far sentire la sua voce, che sarà molto più alta di quello che i numeri in Direzione fanno capire". "Di scontato - ha detto - c'è una cosa: l'assoluta lealtà nei confronti degli elettori e nei confronti di questo governo, mia e da parte di quelli che dicono Fini ha ragione, ma non è acquiescenza nei confronti di eventuali decisioni, che sono rispettate soltanto se sono discusse e se sono motivate". Quanto a Bossi, "mi accingo, se lo vorrà, ad incontrarlo nei prossimi giorni".
Questione cruciale il federalismo fiscale. "Lo condivido - ha affermato Fini - in Parlamento lo ha votato anche il Partito democratico, ma se non conosciamo i costi, se non conosciamo la road map sui tempi di attuazione, rischia di essere un titolo. Federalismo fiscale non può essere il Nord ci guadagna, il Sud non ci rimette e tutti pagheremo meno tasse. Allora discutiamo dei numeri, dei costi".
"Il capo dello Stato ieri, molto giustamente, ha detto la festa della Liberazione nazionale, della riunificazione nazionale. A mia memoria è la prima volta che un capo dello Stato usa questa espressione e in questo momento occorre una riforma federalista, ma il federalismo - avverte - deve essere garanzia di coesione. Non ci può essere nemmeno il più piccolo sospetto che il federalismo fiscale porti alla lacerazione". "Bossi - ha aggiunto poi a chiare lettere - non può imporre al Popolo della libertà un federalismo fiscale lesivo del principio della coesione nazionale, perché se lo volesse imporre il Pdl in quel momento gli direbbe no. Non ci sarebbe soltanto Fini e i suoi amici a dire non si può fare, ci sarebbe davvero la sollevazione di tutti gli italiani".
Dall'Annunziata il presidente della Camera ha parlato anche della magistratura. "La legalità è un valore che deve essere tutelato sempre e comunque e che è perfettamente compatibile con la riforma della giustizia. Considero la magistratura un baluardo per la sicurezza del cittadino e la legalità" sono state le parole di Fini.
"La magistratura - ha aggiunto - in alcuni settori è iperpoliticizzata, in alcuni settori ha concorso alla criminalizzazione di Berlusconi. Sono cose che dico da anni, ma non dirò mai, come qualche volta sento dire, che i magistrati sono un cancro o che la magistratura è un nemico delle istituzioni".
Irresponsabile è chi rischia di provocare le elezioni... - "Irresponsabile non è chi parla di elezioni ma chi rischia di provocarle". Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione leghista, replica così a Gianfranco Fini in un’intervista a Repubblica a proposito dello scontro nel Pdl e della minaccia di elezioni anticipate. "I finiani per me non esistono - aggiunge l’esponente della Lega - Il Pdl dovrebbe essere uno solo. Bossi ci ha insegnato che quando si ha in mente un progetto bisogna attuarlo, anche con le maniere forti. In un partito non tutti possono pensarla allo stesso modo, ma se non ci si riconosce sulla sostanza delle cose, è meglio prendere atto e andare via".
Quindi rivolto a Fini Calderoli aggiunge: "Avete fatto la direzione del Pdl e vi siete contati, bene, adesso la conta si fa in Parlamento. Se i numeri dicono che il governo ha la forza per avviare il grande cambiamento, si va avanti. Se non ci sono si decide di conseguenza. E, obtorto collo, si va al voto".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]