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Il voto degli italiani all'estero, inizialmente definito un successo e finito rovinosamente male

19 aprile 2006

Voluto fortemente dal ministro per gli italiani all'estero Mirko Tremaglia (An), il voto dei nostri connazionali che vivono fuori dal suolo patrio ha deciso, almeno nell'immediato, la vittoria della coalizione del centrosinistra.
All'indomani del voto estero il ministro Tremaglia ha subito parlato di insperato successo, infatti alle urne sparse nei quattro angoli del globo terracqueo si sono recati ben il 42% degli aventi diritto al voto. Per essere la prima volta un vero e proprio successo, o meglio, la risposta ad un esigenza che effettivamente esisteva.
Passati però i giorni, lo stesso Tremaglia sembra aver cambiato idea, e visto che i risultati del voto, anche dopo le prime verifiche nazionali, continuavano a dare ragione alla vittoria, risicata, della colazione opposta alla sua, ha dichiarato che il voto degli italiani all'estero non è stato per niente un successo ma un papocchio senza né capo né coda. Insomma, dice Tremaglia, tutto da rifare. Mah?
 
Al di la di queste polemiche interne alla Nazione, ma sempre a proposito del voto degli italiani all'estero, a denunciare l'insuccesso che questo ha avuto è stata una fra le più attive comunità italiane all'estero, quella siciliana.
L'Altra Sicilia, l'associazione di diritto internazionale a tutela della Sicilia e dei Siciliani diventata partito politico indipendentista, ha infatti denunciato ''la scandalosa campagna del 'silenzio' sul voto degli italiani all'estero e, in particolar modo, di quello della comunità siciliana, passato sotto silenzio con una congiura, degna da 'grande fratello' ".
''Tre - secondo l'associazione - le pietre dello scandalo: il silenzio sui risultati ufficiali per quello che ci riguarda, soprattutto da parte dei mezzi di informazione siciliani; il silenzio sui gravissimi brogli che hanno segnato questa prima, e forse ultima, tornata di voto dei cittadini residenti all'estero; la sistematica denigrazione di questi cittadini italiani, evidentemente considerati 'meno' italiani e soprattutto 'meno' cittadini degli altri''.
''I giornali siciliani - sottolinea l'associazione - si sono limitati ad approfondire i risultati sul territorio siciliano ignorando che una lista con tanto di Trinacria si fosse presentata per rappresentare i diritti di quell'altra Sicilia che evidentemente, per il solo fatto di essere stata espulsa dalla propria patria per motivi di carattere economico e sociale, si considera altrettanto espulsa dalla comunità civile. Poco importa se questa lista ha conseguito in Europa (almeno sui dati ufficiali) un 2,1 % che sulla comunità siciliana rappresenta una percentuale per lo meno di tre volte superiore; poco importa se nessuna lista autonomista ha raggiunto un risultato paragonabile in Sicilia''.

''Peggio - prosegue - se peggio può essere, per l'informazione nazionale. Non ne hanno parlato i 'vincitori' (che evidentemente non hanno interesse a farlo) ma non ne hanno parlato nemmeno gli sconfitti, che di fronte al pericolo del risorgere di un'identità siciliana fanno quadrato con il nemico quasi come se fossero un unico partito. Canale 5 ha mandato la notte del sabato di Pasqua un'edizione del settimanale 'Terra' sul voto degli italiani all'estero: hanno intervistato esponenti di tutte le forze politiche tranne la nostra; il termine 'siciliano' è stato finché possibile accuratamente evitato e nascosto dietro quello 'italiano'. L'Altra Sicilia, manco a dirlo, non esisteva: nemmeno in Germania, nemmeno in Belgio dove è la quarta forza politica italiana''.
I siciliani, dunque, per l'associazione ''umiliati in patria, costretti ad emigrare, non hanno diritto neanche all'estero ad uno straccio d'identità; possono, al limite, rivendicare solo quella italiana, che appartiene loro ma che non basta a definire il Nostro Popolo. Tutti hanno diritto alla loro identità regionale, ma i siciliani no, o italiani e basta o niente. Forse perché se gliela diamo questa identità, poi si accorgono di costituire una Nazione?''.

Quanto ai presunti brogli, L'Altra Sicilia afferma che tra l'indifferenza generale ''continuano a pervenire denunce di elettori che non hanno ricevuto la corrispondenza elettorale''. ''L'unico politico che ha raccolto il nostro invito - afferma - (senza darcene la paternità ma non possiamo pretendere troppo) è stato Tremaglia, ma è stato linciato moralmente come neanche noi ci siamo mai sentiti di fare per il solo fatto di aver detto un'ovvietà quale quella che le troppe irregolarità del voto all'estero impongono una nuova votazione con maggiori garanzie''.

Infine, quanto alla considerazione degli italiani emigrati, l'associazione afferma che ''non solo questi cittadini 'avrebbero' (il condizionale a questo punto è d'obbligo) con il loro voto consentito di dare una maggioranza al paese, ma avrebbero avuto il torto di aver diritto a votare. Non sono veri italiani, non sanno niente di noi, non pagano le tasse, non gliene importa niente dell'Italia e così via. Più di altre, scandalosa la nota de La Sicilia che offende tutti i Siciliani emigrati: lo ricordiamo, circa 1/3 dell'emigrazione italiana''. ''Noi siamo qua - conclude L'Altra Sicilia - e, anche grazie ad alcuni giornalisti indipendenti e coraggiosi, ci faremo conoscere anche dai siciliani in Sicilia. È solo questione di tempo. Quanto poi a quelli della diaspora, ci stiamo organizzando in maniera stabile, sull'onda dell'affermazione elettorale, e il silenzio stampa non avrà su di loro alcun effetto se non quello di rafforzarci''.

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19 aprile 2006
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