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Il Waterfront di Palermo cambierà volto

Presentato il nuovo Piano regolatore del porto: dieci anni di grandi lavori

12 luglio 2008

Un ampliamento degli approdi per navi da crociera e delle zone da diporto; una migliore  integrazione con la circolazione cittadina; l'ammodernamento della Cala e della stazione marittima; l'allargamento della zona commerciale e cantieristica.
Sono queste alcune delle novità previste dal nuovo Piano regolatore del porto di Palermo (Prp), presentato nei giorni scorsi nel corso di una conferenza nella "Officina del porto", conferenza alla quale hanno preso parte il sindaco Diego Cammarata, il neo presidente della Provincia Giovanni Avanti, l'ammiraglio Ferdinando Lavaggi e il presidente dell'Autorità Portuale del capoluogo, Antonio Bevilacqua, che ha parlato del nuovo Prp come di un "momento di importanza storica per lo sviluppo della città dal punto di vista sociale, economico e culturale".

I lavori, alcuni dei quali già in corso, termineranno "in tempi brevi, massimo dieci anni", ha detto  Bevilacqua. Cento milioni di euro sono già pronti per essere investiti.
Il progetto è incentrato sull'identificazione di Palermo come scalo turistico, affiancato dal porto di Termini Imerese per buona parte del traffico merci.
Il piano prevede anche la creazione di un Parco archeologico urbano nel Castello a Mare, mentre una parte dell'approdo Acquasanta verrà dedicato alla cantieristica minore. Infine, il problema del traffico verrà risolto grazie alla costruzione di una galleria sotterranea ed a una nuova sistemazione degli ingressi che permetterà un fluido passaggio di tutti i mezzi di trasporto pesanti.  
Il Prp, inoltre, entra anche nell'opera di disinquinamento delle coste cittadine con la deviazione del canale Passo di Rigano e i collettori fognari che sboccano all'Acquasanta.

"Il nuovo piano - ha detto Bevilacqua - ha l'obiettivo di aprire concretamente il porto città. Nel rispetto delle norme di security e doganali, andranno eliminate le barriere e sostituite con aree su interfaccia a funzioni miste urbano-portuali". Aver raggiunto un accordo con il Comune, la Provincia, la Regione, la Soprintendenza e il Genio civile è, a dire di Bevilacqua, "un risultato straordinario, perché ha permesso di realizzare un piano condiviso, che eliminerà le barricate e le superflue recinzioni tra demanio marittimo e città". Il Prp, conclude Bevilacqua, "apre anche alle attività turistiche legate al diporto e alle crociere che negli ultimi tre anni hanno fatto registrare il triplo delle domanda e dunque meritano un'offerta adeguata".

I tentativi falliti del Comune e lo "scippo" dell'Autorità portuale
IL BUSINESS FANTASMA DEL WATERFRONT
di Massimo Lorello (la Repubblica/Palermo, 09 luglio 2008)

«Nino, mi devi credere: è un'occasione unica. Certo, gli effetti di questa operazione non li vedremo né io né tu, ma l'importante è cominciare».
L'occasione «unica», annunciata qualche tempo fa dal sindaco Diego Cammarata all'assessore al centro storico Nino Scimemi, riguardava le intenzioni della società "Limit less", che ha sede a Dubai, di investire nel centro storico di Palermo e lungo la costa. Un'operazione portata avanti dal primo cittadino con grandi aspettative e tanta riservatezza. Ma i viaggi negli Emirati e i segretissimi vertici a villa Niscemi non sono arrivati dove Cammarata sperava. Perché, da qualche tempo, degli arabi si sono perse le tracce e l'ormai ex assessore Scimemi (dimessosi in polemica con il sindaco) non può far a meno di chiosare: «Fin dall'inizio, quella di Dubai mi è sembrata un'iniziativa campata in aria».
Oggi, dunque, in assenza del Comune, è l'Autorità portuale a occuparsi del risanamento della costa. E per dare avvio al business del mare, il presidente Nino Bevilacqua, proprio colui che per anni ha affiancato, con la qualifica di esperto, il sindaco Cammarata, è partito dal piano regolatore interno. Ma questo non significa che non avverranno sconfinamenti. L'Autorità portuale ha infatti tracciato per il futuro uno scenario che contempla anche interventi in aree «non ricadenti nel demanio marittimo».

Davanti all'iniziativa di Bevilacqua, l'amministrazione municipale non ha potuto fare altro che adeguarsi, non avendo ancora redatto il nuovo Piano particolareggiato per il centro storico e nemmeno le linee guida per risanare la città vecchia. Quando, a dicembre, l'assessore Scimemi tentò, a seguito della pubblicazione di un bando, di insediare lo staff di esperti che avrebbe dovuto redigere il Ppe (a presiederlo sarebbe dovuto essere l'urbanista genovese Bruno Gabrielli), Cammarata si rifiutò di firmare gli incarichi paralizzando tutto. Oggi due componenti di quella squadra, cioè Maurizio Carta, professore ad Architettura, esperto di pianificazione territoriale, e Cleo Li Calzi, esperta in normative Ue, lavorano per l'Autorità portuale al fianco di Bevilacqua.

Ma cosa è rimasto del risanamento della costa annunciato dal sindaco pochi giorni dopo il suo insediamento? E soprattutto, chi se ne occupa?
Il responsabile, fino all'inverno scorso, era il vicesindaco Toto Cordaro dell'Udc che però, dopo le dimissioni di Cuffaro e la conseguente crisi regionale, si è fatto eleggere all'Ars lasciando così la giunta municipale. La sua delega, il "Water front" è tornata a chiamarsi meno suggestivamente "Mare e coste" ed è stata affidata a Lorenzo Ceraulo, assessore tecnico che intanto è finito nel ciclone per il flop della Ztl rassegnando le dimissioni da responsabile del traffico. In attesa di un rimpasto di giunta ormai annunciato da settimane e in considerazione della profonda crisi finanziaria di Palazzo delle Aquile, l'esecutivo cittadino va avanti con l'ordinaria amministrazione che non può certo assicurare un colpo di reni per dare seguito alle tante opere promesse per risanare il litorale.
Sono 310 i milioni di euro previsti nel piano comunale per il recupero del mare e della costa ma i finanziamenti disponibili sono meno della metà. Di fatto, sono cominciati i lavori per il disinquinamento della Cala, per il recupero della discarica di Acqua dei Corsari, per il Castello a Mare e per la rete fognaria della zona di Vergine Maria. E a marzo è stato aperto il cantiere per ripulire 220 metri lineari di costa all'Arenella. Il resto, dal porto turistico di Sferracavallo al parco urbano costiero fra la Bandita e la foce dell'Oreto è da anni in fase di progettazione o fa riferimenti a enti diversi dal Comune. Per le opere fognarie previste fra l'Acquasanta e il fiume Oreto, l'appalto è stato assegnato due anni fa ma si attende che la ditta aggiudicataria rediga il progetto esecutivo per far partire i lavori.

Col passare del tempo, fanno sempre meno effetto i progetti faraonici ai quali non è seguita finora alcuna iniziativa per realizzarli. Il più suggestivo riguarda la ex Chimica Arenella. Sei anni fa Palazzo delle Aquile annunciò che il gruppo Cipriani, affermata azienda della ristorazione di lusso (sono quelli dell'Harry's bar di Venezia e della Rainbow Room di New York), era interessato a risanare l'area grazie anche alla mediazione del fotografo di moda Marco Glaviano il quale ci avrebbe guadagnato la possibilità di trasformare in studios alcuni capannoni. In precedenza, nel destino della ex Chimica Arenella era previsto un incubatore d'impresa. Ma la «Miami a Palermo» immaginata da Glaviano è evaporata come la successiva "Fiera delle idee": iniziativa finalizzata alla produzione e allo scambio di tecnologie ad alta specializzazione. L'ultima ipotesi, pure quella ormai datata, parla di un interessamento del gruppo Caltagirone.
Semmai un privato s'intesterà il risanamento della ex Chimica Arenella dovrà accollarsi pure la realizzazione di un tunnel fra la Fiera del Mediterraneo e i capannoni dismessi. Roba da mille e una notte. Roba da emiri. Ma di quelli si sono perse le tracce.

 

 

 

 

 

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12 luglio 2008
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