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Immigrazione clandestina. Mentre l'UE auspica cooperazione fra gli Stati, la politica italiana fa passi avanti

20 settembre 2006

Con una lettera indirizzata ai Capi di Stato e di Governo dei 25 Paesi dell'Unione Europea, il Presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, nei giorni scorsi ha sollecitato azioni comuni per contrastare l'afflusso massiccio di clandestini lungo le coste spagnole, italiane e maltesi.

''La situazione che vivono attualmente questi Stati membri
- ha scritto Barroso - potrebbe estendersi ad altri. L'immigrazione clandestina riguarda tutti noi''.
Il Presidente ha ricordato il ruolo chiave svolto dalla Commissione nel coordinamento di interventi in questo settore. Dopo aver varato un programma che prevede ''azioni prioritarie in materia di immigrazione legale, di immigrazione clandestina e di integrazione da condurre in partenariato con paesi africani e mediterranei'', ha proseguito Barroso, ''l'area mediterranea è stata teatro di operazioni congiunte coordinate dall'agenzia delle frontiere esterne (Frontex) ed è stato intavolato il dialogo con i principali paesi africani di origine e di transito, sia a livello bilaterale che multilaterale''.
Barroso ha anche dichiarato che la Commissione intensificherà gli sforzi per coordinare controlli lungo la frontiera marittima, ma è ''di importanza capitale che tutti gli Stati membri dell'Unione lavorino fianco a fianco in uno spirito di solidarietà, in particolare prestando assistenza agli Stati membri del sud più colpiti dal fenomeno dell'immigrazione clandestina in provenienza dall'Africa''.

È stato auspicato ''un approccio globale'' e una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, che prenda in considerazione sia l'immigrazione legale che quella clandestina, da realizzarsi ''sotto forma di sostegno finanziario e di dispiego di uomini e mezzi alle frontiere europee più sensibili''.
Barroso ha, infine, rinviato l'individuazione di interventi efficaci sul tema dell'immigrazione al vertice Ue di Lahti, Finlandia, programmato per il prossimo 20 ottobre.

E per quel che riguarda una nuova politica italiana in materia di immigrazione, dalla Liguria è arrivata un'anticipazione di quelle che saranno le linee guida che il Governo ha intenzione di seguire.
''Ci presentiamo a questo appuntamento con una legge quadro sull'immigrazione approvata dalla Regione Liguria che nasce da un grande lavoro condiviso con tutte le associazioni presenti sul territorio che si occupano di migranti''. Ad affermarlo è stato l'assessore all'Immigrazione della Regione Liguria, Enrico Vesco, nel corso della prima Conferenza Nazionale dell'Immigrazione tenutasi nel Palazzo Ducale di Genova, tenutasi nei giorni scorsi. All'incontro hanno preso parte tra gli altri, il vice commissario UE, Franco Frattini, e i Ministri dell'Interno e della Solidarietà Sociale, Giuliano Amato e Paolo Ferrero.
''La nostra - ha ricordato l'assessore Vesco - è la terza regione italiana, dopo Emilia Romagna e Friuli, ad avere approvato una legge per coordinare tutti gli interventi in materia di immigrazione, riorganizzando la spesa''. Il disegno di legge, appena approvato dalla Giunta regionale, vuole incentivare la figura del mediatore culturale, sia nelle scuole che negli ospedali per favorire l'integrazione e la reciproca comprensione, oltre a prevedere corsi di italiano per adulti immigrati, un fondo di garanzia per aiutare gli immigrati a trovare alloggi dignitosi e ad avviare imprese e l'accesso alle cure mediche urgenti ed essenziali anche per gli immigrati irregolari.

La legge sull'immigrazione ha ottenuto il plauso del ministro dell'Interno Giuliano Amato, il quale nel suo intervento ha affermato che: ''Il disegno di legge sull'immigrazione approvato dalla giunta Burlando parte da una premessa che, oltre ad essere umana, è anche realistica''. ''Chi pensa che il fenomeno dell'immigrazione un ministro dell'Interno lo possa risolvere in pochi mesi - ha proseguito - non ha capito il mondo in cui viviamo, un modo in cui in cui la globalizzazione non è solo della ricchezza, della finanza, ma anche della povertà. Capita a tutti quelli che vivono disperati in una parte del mondo di vedere da vicino la prospettiva offerta da parti più ricche verso le quali mettersi in cammino. Un cammino della speranza di cui ogni essere umano ha diritto, compiuto negli anni anche dagli italiani emigrati e cessato con la ripresa economica del nostro paese. Ci vuole amore, quindi, ma anche fermezza nei confronti della clandestinità''. ''L'immigrazione clandestina - ha aggiunto Amato - è il terreno della cultura della criminalità, di tante forme di criminalità esterne e di casa nostra. Ci sono troppi italiani che fanno parte della criminalità legata all'immigrazione clandestina, quelli del lavoro nero, delle connivenze con gli scafisti. Una criminalità che non gode dell'appoggio di grandi organizzazioni internazionali, ma spesso di piccoli gruppi di persone attratte da facile ricchezze. L'attuale legge Bossi-Fini non è efficace nel distinguere fra immigrazione clandestina e immigrazione legale, per la semplice ragione perché pretende che nei confronti dei lavoratori non qualificati, ai quali si rivolge, vi sia la stipula di un contratto nominativo tra il datore di lavoro e il futuro dipendente ancora all'estero, da adibire poi a lavori come la collaborazione familiare o nei cantieri. Un progetto irrealistico, da cambiare, a meno che non si continui a voler fingere che chi fa la coda alla posta sia ancora all'estero. Noi dobbiamo cambiare questo sistema avere una immigrazione regolare distinguibile da quella clandestina per consentire flussi in linea con il mercato del lavoro''.

Il vice-presidente della Commissione Europea e responsabile per la giustizia, libertà e sicurezza UE Franco Frattini, ha invece annunciato che: ''Un modello europeo di vigilanza della frontiera marittima che utilizzerà le più innovative tecnologie per permettere un pattugliamento satellitare delle coste, unito ad un'operazione congiunta di più Paesi membri che si affacciano sul mare e ad una collaborazione più stretta con i Paesi della riva sud come la Libia''. Inoltre ha comunicato la prossima riunione, prevista ad inizio ottobre, del consiglio dei Ministri degli Interni. Secondo il vicecommissario UE per ''affrontare il tema dell'immigrazione bisogna partire dai Paesi di origine e prevedere quindi più aiuti ai Paesi africani, accanto ad un serio piano di controllo delle frontiere esterne dell'Europa, attraverso pattugliamenti europei che partiranno tra pochi giorni''.
Frattini ha poi ricordato che è comunque necessaria ''una politica di integrazione per chi rispetta le leggi e una politica credibile di espulsioni per coloro che non le rispettano''. Un no secco è arrivato a proposito della proposta di chiusura dei Centri di permanenza temporanea. ''Sicuramente - ha detto Frattini - i centri che esistono in Italia vanno migliorati per le condizioni di vita, ma non condivido le opinioni di chi li vuole chiudere, anzi come Europa stiamo incoraggiando l'apertura di nuovi centri temporanei perché ci sono vincoli che impongono ai Paesi dell'Unione Europea di custodire coloro che sono entrati illegalmente''.

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20 settembre 2006
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