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Impediti e legittimati

C'era una volta 'la legge uguale per tutti'... Premier e ministri liberi di non presentarsi ai processi che li riguardano

04 febbraio 2010

La Camera dei deputati ha dato ieri il via libera alla proposta di legge sul "legittimo impedimento": 316 i voti a favore, 239 i contrari, 40 gli astenuti. Su 595 presenti e 555 votanti, la maggioranza richiesta era di 278 voti. Hanno detto sì Pdl, Lega, 'Noi Sud', Mpa e Partito repubblicano; no Pd, Idv e Alleanza per l'Italia. Astenuti Udc, Svp e Liberaldemocratici. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato.

Al momento dell'approvazione in Aula si è scatenata la bagarre. I deputati dell'Italia dei Valori hanno tirato fuori dei cartelli con scritte del tono 'casta di intoccabili', 'la casta esulta e l'Italia affonda', 'legittimo impedimento uguale legittima impunità'. Qualcuno ha fatto anche circolare una riproduzione della locandina del film 'Gli intoccabili' con il volto di Silvio Berlusconi al posto di quello di Robert De Niro nei panni di Al Capone.
Immediata la reazione dai banchi della maggioranza. I deputati della Lega hanno bersagliato con palline di carta i banchi di Idv mentre dal gruppo del Pdl si è levato prima il coro 'scemi, scemi' e poi 'Contrada, Contrada'.

Durissimi gli interventi in aula dell'opposizione. "Legittimo impedimento, Lodo Alfano uno e due, processo breve, tutte cose complicate ma la gente ha capito cosa c'è dietro tutto questo, c'è di mezzo Berlusconi, un presidente del Consiglio che non vuol farsi giudicare e tiene ferma l'Italia su questo punto. Il Paese è incagliato" ha detto il leader del Pd, Pier Luigi Bersani.
Il segretario democratico ha chiesto a Berlusconi "un atto di responsabilità" e di lasciare libero il Parlamento di lavorare per il Paese "che ha in testa ben altre priorità". Ma, ha sottolineato Bersani, "noi non udremo quelle parole da statista. Noi sentiremo la solita musica. Ma quale rispetto delle regole! Abbiamo il consenso, fateci governare". Tuttavia, proseguendo in "questa corsa dissennata" tutta mirata ad evitare i processi al premier si crea "un solco nella coscienza del Paese".

Annunciando il no dell'Idv al legittimo impedimento, Antonio Di Pietro, si è rivolto "al signor presidente del Consiglio che non c'è" per stigmatizzare una legge "personale" che "stabilisce che lei e i suoi ministri potete decidere a vostro piacimento di non presentarsi in un'aula di tribunale". "Si vergogni", è sbottato Di Pietro, per questa "scelta immorale e incostituzionale. Solo in un paese barbaro e dittatoriale si può immaginare un presidente del Consiglio che si fa fare una legge apposta per non farsi processare". "Anche i bambini - ha rimarcato ancora - si rendono conto che il processo è breve se in breve tempo si fa, non se dopo breve tempo non si fa. Così si chiama processo interrotto. Se volete che il processo sia breve date mezzi e risorse alla giustizia".
Di Pietro ha infine definito Berlusconi "il peggior capo di governo" della storia repubblicana. "Lei, signor presidente del Consiglio, sta ballando sul fuoco della disperazione e della rivolta sociale - ha ammonito il leader dell'Idv - Mentre lei se la ride alla Nerone maniera, milioni di persone perdono il lavoro. Ma il tempo della resa dei conti si avvicina anche per lei, presidente Berlusconi", ha tuonato Di Pietro in aula.

Per il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Cota, invece il legittimo impedimento è una legge che stabilisce un principio "sacrosanto", perché mette in condizione il presidente del Consiglio e i ministri, votati dai cittadini in quanto rappresentanti della maggioranza, di continuare a svolgere il proprio mandato senza ostacoli. Soddisfatto il Senatùr. "E' passata, è andata" ha dichiarato Umberto Bossi. "C'è sempre qualche moralista", ma la legge "andava fatta e l'abbiamo fatta. Questa è la dimostrazione - ha osservato - che la maggioranza è molto forte".

In aula c'è stato anche un botta e risposta tra il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e Massimo D'Alema. "Lei, onorevole D'Alema - ha sottolineato l'esponente del centrodestra durante la dichiarazione di voto - ha meno bisogno di avvocati dell'onorevole Berlusconi, sia per un diverso atteggiamento nei suoi confronti di molti magistrati a partire da Di Pietro; sia perché nel passato lei si è potuto avvalere dell'immunità che vale a livello del Parlamento europeo e in quella sede del voto a suo favore dei parlamentari del centrodestra, che non sono garantisti a senso unico come lei".
"Non mi sono mai avvalso di alcuna immunità - ha replicato D'Alema - la magistratura milanese aveva fatto richiesta di utilizzare intercettazioni in un procedimento contro terza persona e il Parlamento europeo ha rifiutato tale autorizzazione". "Sono stato indagato per otto anni - ha poi ricordato il presidente di Italianieuropei - dalla Procura della Repubblica di Venezia ad opera del giudice Nordio. Questo periodo di otto anni ricopre anche il periodo in cui sono stato presidente del Consiglio. Sono stato indagato, ho risposto alle domande del giudice, l'ho incontrato pur essendo stato segretario del maggior partito di governo e poi presidente del Consiglio. Dopo otto anni sono stato prosciolto, senza alcuna legge di protezione e grazie all'assistenza del professor Calvi. Questi sono i fatti, poi il dibattito si sviluppi, ma la deformazione calunniosa dei fatti non aiuta con ogni evidenza la civiltà del dibattito".

Le conseguenze di un legittimo impedimento - Stop per 18 mesi per i processi che coinvolgono il presidente del Consiglio e i ministri. Queste le conseguenze della proposta di legge sul legittimo impedimento approvata ieri sera dalla Camera. Una volta diventata legge resterà appunto in vigore per 18 mesi , in attesa dell'eventuale approvazione di una disciplina costituzionale.
Rinvio dei processi: Durante il processo, il giudice rinvia l'udienza in presenza di legittimo impedimento ogni volta che sia richiesto dalla parte. Il rinvio può essere automaticamente di sei mesi qualora la presidenza del Consiglio attesti che l'impedimento è continuativo.
Legittimo impedimento: Per il presidente del Consiglio costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze il concomitante esercizio di una o più attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti, delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo. Per i ministri costituisce legittimo impedimento l'esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo.
Prescrizione: Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio dell'udienza.
Vigenza della legge: Le norme si applicano fino all'entrata in vigore della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio e dei ministri, nonché delle modalità di partecipazione degli stessi ai processi penali e comunque non oltre diciotto mesi. [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA]

IL TESTO
Ddl Camera 889 - Disposizioni su impedimento a comparire in udienza


Art. 1.
1. soppresso.
2. Per il Presidente del Consiglio dei ministri costituisce legittimo impedimento, ai sensi dell'articolo 420-ter del codice di procedura penale, a comparire nelle udienze dei procedimenti penali, quale imputato o parte offesa, il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti e in particolare dagli articoli 5, 6 e 12 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, dagli articoli 2, 3 e 4 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e successive modificazioni, e dal regolamento interno del Consiglio dei ministri, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 novembre 1993, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15 novembre 1993, e successive modificazioni, delle attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività comunque connessa alle funzioni di governo.
3. Per i Ministri l'esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo, costituisce legittimo impedimento, ai sensi dell'articolo 420-ter del codice di procedura penale, a comparire nelle udienze dei procedimenti penali quali imputati o parti offese.
4. Il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi di cui ai commi precedenti, rinvia il processo ad altra udienza.
5. Ove la Presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l'impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo ad udienza successiva al periodo indicato che non può essere superiore a sei mesi.
6. Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio, secondo quanto previsto dall'articolo 159, primo comma, numero 3), del codice penale, e si applica il terzo comma del medesimo articolo 159 del codice penale.
7. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado, alla data di entrata in vigore della presente legge.

Art. 2.
01.
Le disposizioni di cui all'articolo 1 si applicano fino alla data di entrata in vigore della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del Presidente del Consiglio dei ministri e dei Ministri, nonché delle modalità di partecipazione degli stessi ai processi penali e, comunque, non oltre diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, salvi i casi previsti dall'articolo 96 della Costituzione, al fine di consentire al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri il sereno svolgimento delle funzioni loro attribuite dalla Costituzione e dalla legge.
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

 

 

 

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04 febbraio 2010
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