In 250 inghiottiti dal mare
Immane tragedia nel Canale di Sicilia: un barcone con a bordo circa 300 migranti è affondato davanti agli occhi della Guardia costiera
AGGIORNAMENTO
Solo 47 le persone recuperate fino a ora sui 300 migranti (secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) che erano a bordo del barcone che si è rovesciato durante le operazioni di soccorso al largo di Lampedusa, e 20 i cadaveri avvistati da un elicottero della Capitaneria di Porto. In 250 rimangono dunque ancora dispersi in mare. Tra questi ci sarebbero anche donne e bambini.
Tra i 47 superstiti - che hanno dichiarato di provenire da Somalia, Nigeria, Costa d'Avorio, Ciad, Sudan, Bangladesh - ci sono 8 donne di cui una all'ottavo mese di gravidanza. Quest'ultima è stata accompagnata nel locale poliambulatorio, dove i medici l'hanno sottoposta a un'ecografia per verificare le condizioni del feto che sembra stare bene.
L'Oim definisce "molto drammatico" il racconto degli immigrati che sono riusciti a mettersi in salvo dopo il naufragio. Secondo quanto riferito dai superstiti, la loro imbarcazione, quando è arrivata la Guardia Costiera, stava già imbarcando acqua e soltanto quelli che sapevano nuotare sono riusciti a salvarsi. Tra i sopravvissuti, riferisce ancora l'Oim, non risultano minori, ma uno dei superstiti ha raccontato di aver perso il suo bambino nel naufragio. Le condizioni dei superstiti sono tuttavia discrete, tutti presentano segni più o meno gravi di ipotermia. Al momento sono sei i migranti che hanno dovuto ricoverati al poliambulatorio dell'isola. Gli altri, dopo essere sbarcati, sono stati trasferiti a bordo di pullman al centro di prima accoglienza, dove ci sono già 1.500 migranti, dopo l'ondata di sbarchi di ieri. Intanto, proseguono in mare le ricerche dei dispersi. Alle operazioni partecipa anche la nave Flaminia, a bordo della quale è stato fatto salire uno staff di medici pronto ad intervenire nel caso in cui dovessero essere recuperati altri sopravvissuti.
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Un'altra tragedia dell'immigrazione nel Canale di Sicilia. Ancora un'altra... A quaranta miglia a Sud di Lampedusa nelle prime ore della mattinata è affondato un barcone carico di migranti. Pare che a bordo ci fossero circa 200 persone di probabile provenienza tunisina. Il dramma si è consumato nel giro di pochi minuti, sotto gli occhi della Guardia costiera. Una falla aperta nello scafo dal mare forza 5 ha fatto calare a picco il natante.
I superstiti sarebbero cinquanta: 48 salvati dagli uomini della Capitaneria di porto, tre dal peschereccio "Cartagine" che si trovava nelle immediate vicinanze.
L'imbarcazione aveva chiesto soccorso tramite telefono satellitare durante la notte alle autorità maltesi e, su richiesta di queste ultime, erano partite da Lampedusa due motovedette delle Capitanerie di Porto ed un elicottero della Guardia di finanza. Giunta sul posto intorno alle quattro di questa mattina la prima delle motovedette ha intercettato il barcone alla deriva in una situazione di grave pericolo. "Il mare molto agitato e la concitazione a bordo del barcone hanno reso vano ogni tentativo di trarre in salvo gli immigrati, finiti in acqua nel corso delle operazioni di soccorso", spiegano alle Capitanerie di porto.
Le avverse condizioni meteo rendono difficili le operazioni di ricerca dei naufraghi, attualmente in corso ad opera delle stesse motovedette e di un peschereccio dirottato sul posto dalle Capitanerie di porto.
"Temiamo che molte persone possano essere morte": così ha risposto all'Ansa una fonte contattata a Lampedusa, che sta seguendo le operazioni di soccorso. Con il passare delle ore le speranze di trovare ancora in vita qualcuno dei circa 150 dispersi del naufragio si affievoliscono. Le ricerche, coordinate dalla Centrale operativa della Capitaneria di Porto di Palermo, sono ostacolate dalle condizioni proibitive del mare, Forza 6, con raffiche di vento da Nord Ovest fino a 29 nodi. Le forze impegnate nei soccorsi fanno osservare che è difficile sopravvivere ad una prolungata permanenza in mare in queste condizioni senza l’ausilio di un salvagente o di qualcosa che galleggi.
Intorno alle 10:00 l'elicottero della Capitaneria di porto ha avvistato nell’area del naufragio 15 cadaveri, poco dopo i mezzi della capitaneria di porto hanno avvistato altri 5 cadaveri...
Il barcone affondato è partito verosimilmente dalla Libia. Alla capitaneria di porto di Lampedusa questa ipotesi viene data "al 90 per cento", anche considerando il luogo in cui è avvenuta la tragedia, il tratto di mare tra Malta e Lampedusa. Si tratta di una rotta battuta dalle imbarcazioni provenienti dalle coste libiche rispetto a quella più a ovest seguita dai barconi partiti dalle coste tunisine. A bordo della "carretta" che si è inabissata c'erano cittadini quasi certamente somali ed eritrei.
Intanto prosegue l'ondata di sbarchi a Lampedusa. Nella notte sono complessivamente 351 gli immigrati approdati sulla più grande delle Pelagie. Tra loro ci sono anche 18 donne e 5 bambini. Sul fronte dei trasferimenti ieri con ponti aerei e navi in 400 hanno lasciato l'isola, dove al momento ci sono circa 1500 extracomunitari.
Ieri alcuni dei 172 minori presenti a Lampedusa e ospitati nel centro d'accoglienza hanno organizzato una protesta contro la prolungata permanenza nell'isola: un paio di loro, come era accaduto sabato scorso in un altro centro d'accoglienza, si sono feriti all'addome e allo sterno con lamette e circa venti sono fuggiti dal centro attraverso un foro praticato nella recinzione. La ragione è sempre la stessa: la voglia di andare via. Anche in mattinata c'erano state tensioni quando alcuni ragazzi avevano tentato di salire sul pullman che trasportava 40 loro coetanei al porto per imbarcarli sul traghetto per Porto Empedocle. I venti fuggitivi sono stati riacciuffati dalle forze dell'ordine e riportati nel centro di accoglienza dell'isola. Avevano raggiunto la zona del porto pensando di potere trovare lì una nave sulla quale imbarcarsi. I ragazzi feriti sono stati medicati nella infermeria del Cpt. La situazione è tornata alla normalità e i cancelli sono presidiati dalle forze di polizia.
Accordo con la Tunisia: Roberto Maroni ha firmato l'accordo a Tunisi - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha firmato l'accordo con il governo tunisino per fronteggiare l'emergenza immigrati. "Sono soddisfatto, è stata un'azione lunga e non facile. Ringrazio l'ambasciatore e il nostro staff, con l'accordo siglato inizia una fase di cooperazione più intensa che in passato con la Tunisia. Ci sono tutte le iniziative per realizzare gli obiettivi", ha detto ieri Maroni in una breve conferenza stampa all'ambasciata d'Italia a Tunisi.
"Abbiamo sottoscritto un accordo tecnico sulla cooperazione tra Italia e Tunisia contro l'immigrazione clandestina: oltre al rafforzamento della collaborazione tra forze di polizia, previsti anche rimpatri", ha spiegato il titolare del Viminale precisando che si tratta "di interventi di prevenzione nei confronti dell'immigrazione clandestina che ci consentono di 'chiudere il rubinetto', fornendo anche assistenza e collaborazione non soltanto sul sistema di sicurezza". L'intesa "di cooperazione operativa" servirà a "rafforzare la cooperazione - ha continuato -, prevenire l'attraversamento irregolare delle frontiere e per la lotta contro la tratta degli esseri umani ma anche per il rimpatrio dei cittadini ".
Il titolare del Viminale non è entrato nello specifico dell'intesa ma ha spiegato che "il valore dell'accordo è anche negli interventi di prevenzione" che il testo prevede e non riguarda soltanto sistemi di sicurezza. "Questo accordo - ha rimarcato - è una parte degli impegni complessivi tra Italia e Tunisia".
La svolta è arrivata al termine di negoziati fiume. Maroni e il suo omologo tunisino, Habib Essid, con le rispettive delegazioni sono stati riuniti 8 ore per trovare l'accordo. Da parte sua il premier tunisino, Beji Caid Essebsi, in un incontro con il rappresentante tunisino dell'Alta Commissione per le Riforme Politiche a Tunisi, stando a quanto riferito dall'agenzia d'informazione ufficiale 'Tap', ha annunciato: "La politica estera del governo provvisorio tunisino è riuscita con gli sforzi degli ultimi giorni ad individuare una soluzione per lo status dei 22 mila migranti tunisini in Italia". "La nostra politica estera è governata da regole basate sul diritto internazionale", ha sottolineato il premier, secondo cui l'accordo raggiunto "è un fatto senza precedenti per la politica estera tunisina". Essebsi, tuttavia, non ha precisato dettagli riguardo all'intesa raggiunta.
Il ministro Maroni illustrerà l'accordo oggi alla riunione del Comitato dell'Unità di crisi per l'attuazione di questa intesa e delle altre iniziative che l'Italia ha messo sul tavolo per la cooperazione con la Tunisia.
Sempre oggi, nel primo pomeriggio, si terrà la riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni. All'ordine del giorno le "determinazioni da assumere a seguito della riunione della Cabina di regia nazionale sull'emergenza umanitaria - Immigrazione dai Paesi del Nord Africa", svoltasi il 1° aprile.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Repubblica.it, Lasiciliaweb.it]
- LA TRUFFA DELL'ACCOGLIENZA di Lorenzo Galeazzi (Il Fatto Quotidiano)