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In 8 attorno ad un tavolo...

...per decidere le sorti del Mondo. Si apre il G8 in Scozia: costo del petrolio, clima, Medio Oriente, povertà in Africa

06 luglio 2005

Saranno in 8 dentro una stanza. Nelle loro mani c'è il presente e il futuro dell'intero Pianeta. Le loro decisioni hanno veramente la facoltà di cambiare radicalmente gli eventi. Loro possono operare veri ''miracoli'' terreni.
Come in Africa, dove ogni tre secondi muore un bambino per indigenza - tre secondi, uno schiocco di dita, un bambino morto -, gli 8 che da oggi, all'interno di quella stanza, parleranno del Mondo, con uno schiocco di dita all'unisono, potrebbero invertire la realtà e fare vivere quei bambini che muoiono ad ogni schiocco di dita.

La povertà e l'Africa, l'ambiente e l'effetto serra, la pace in Medio Oriente e il rilancio dei negoziati tra israeliani e palestinesi, l'aumento dei prezzi del petrolio.
Sono questi i temi principali che verranno discussi al G8, il vertice tra i Paesi più industrializzati del pianeta, che da oggi fino all'8 luglio si svolgerà a Gleneagles, in Scozia.
Dentro una stanza, intorno ad un tavolo ci saranno gli 8 'Grandi' (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Gran Bretagna e Stati Uniti), i cosiddetti 'Paesi emergenti' (Messico, Brasile e Cina) e i Paesi africani (Algeria, Senegal, Ghana, Nigeria, Etiopia, Tanzania, Sudafrica).

I primi temi affrontati saranno le principali questioni dell'economia globale e dei mutamenti del clima. Per quanto riguarda la politica estera, si affronterà principalmente la questione mediorientale, con particolare attenzione agli aiuti ai palestinesi, in coincidenza con il ritiro israeliano da Gaza. Sulla questione riferirà l'inviato speciale del Quartetto (Usa, Ue, Onu e Russia) James Wolfensohn.
Il venerdì, giorno di chiusura, verrà dedicato al dibattito sull'Africa, prima tra i leader del G8, poi con i capi di stato e di governo dei Paesi africani e con i vertici delle grandi organizzazioni internazionali.
Discutere di questi temi non sarà agevole, e i vari nodi sono emersi già nei giorni precedenti. Sul clima, c'è il veto statunitense: ''Se la proposta di Gleneagles assomiglia all'accordo di Kyoto, la risposta è no'', ha detto il presidente Usa George W. Bush.
Ma anche la questione dell'Africa appare particolarmente complessa. Tra i grandi c'è già un accordo per azzerare il debito di 18 Paesi tra i più poveri, 14 africani e quattro latino-americani. Sono in ballo anche iniziative a tema, come quella contro la malaria promossa da Bush. Sul tappeto anche le questioni politiche del continente, e le regole del commercio. Ma i leader africani vogliono essere protagonisti di queste scelte, non limitarsi a subirle: ''Non sono mendicanti sulla porta dei ricchi'', ha detto l'altro ieri il presidente libico Muammar Gheddafi. Gheddafi ha anche messo in guardia i capi di Stato africani sulle condizioni poste dall'Occidente per gli aiuti: ''Se dai soldi a un povero, non gli chiedi di cambiarsi i vestiti o di cambiare il modo in cui prega''.

Chiaro l'ultimo appello lanciato dal ''padrone di casa'', il premier britannico Tony Blair, ai suoi sette illustri ospiti: ''Attenzione, la Storia ci giudicherà per quello che facciamo, non per quello che diciamo''.
"Quello che vorrebbe fare la Gran Bretagna è un conto, ma per avere dei risultati al G8 occorre convincere il resto del mondo", gli fa eco Gordon Brown, ministro delle Finanze britannico.
Insomma, la Gran Bretagna sembra determinata ''se il vertice non produrrà un accordo concreto e rilevante sugli aiuti all'Africa e sulla difesa dell'ambiente, obiettivi dichiarati della riunione annuale fra gli Otto Grandi, sarà chiaro a tutti chi ne porta la responsabilità'', perché per gli inglesi, questa volta non si scherza, stavolta non basta un generico comunicato finale privo di ogni sostanza, come è accaduto così spesso in passato.

Vedremo quello che succederà. Vedremo nei prossimi giorni, la sincerità, il coraggio, il valore di questi 8 uomini che seduti attorno ad un tavolo, dentro una stanza, possono decidere chi deve vivere e come vivere.
E' vero, la Storia li giudicherà per quello che faranno, non per quello che diranno.


- ''Per una Terra libera'' di Kofi Annan (Corriere.it)

- ''Niente scuse'' - Coalizione italiana contro la povertà

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06 luglio 2005
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