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In Afghanistan gli italiani sono sotto tiro

Due attacchi ai militari italiani nel giro di ventiquattr'ore

20 ottobre 2008

A ventiquattrore dall'attentato di sabato scorso, quando sei sei militari italiani erano rimasti feriti lievemente in un attentato avvenuto nei pressi dell'aeroporto di Herat, nell'Afghanistan occidentale (LEGGI), un altro attacco ha interessato un convoglio di soldati italiani. Il convoglio formato anche da militari spagnoli e afghani, diretto alla base di Bala Morghab, è stato attaccato con colpi di arma da fuoco nell'ovest dell'Afghanistan. I militari che lo componevano dopo l'attacco hanno risposto al fuoco e, contestualmente, sono intervenuti in soccorso elicotteri italiani. L'attacco è quindi cessato e il convoglio è potuto arrivare regolarmente alla base di destinazione anche se alcuni mezzi sono risultati danneggiati.
Non ci sono stati feriti tra gli alpini che costituivano la componente italiana del convoglio.

Afghanistan: italiani sotto tiro - Alto rischio attentati. E' quello a cui sono esposti i nostri militari, in Afghanistan e negli altri teatri dove sono impegnati. Lo dimostra la sequenza di attacchi che non si ferma: dopo l'attentato kamikaze di sabato ad Herat, ieri c'è stato un nuovo agguato, a colpi di arma da fuoco, ad un convoglio composto da militari italiani, spagnoli e afgani, questa volta senza feriti.
La situazione risulta dunque particolarmente critica per le truppe impegnate in Afghanistan ma non solo per la componente italiana bensì per tutti i militari della coalizione europea. Le informazioni sulla sicurezza dei militari italiani impegnati all'estero sono state negli ultimi mesi al centro di più riunioni del Comitato analisi strategica antiterrorismo (Casa) del Viminale, che ha indicato come lo stesso territorio nazionale non sia esente da minacce, anche se non è stato rilevato "alcun segnale specifico". Del 'Casa' fanno parte i responsabili dei servizi segreti e delle forze di polizia. All'attenzione degli esperti c'è l'intensificarsi degli attacchi ai militari, in particolare in Afghanistan dove da maggio scorso si assiste ad un vero e proprio stillicidio di episodi, ma anche il proliferare di messaggi jihadisti di minaccia che hanno come obiettivo l'Italia e gli altri paesi della coalizione europea. Messaggi sempre più aggressivi che, sottolineano gli analisti, annunciano attacchi eversivi contro le truppe impegnate all'estero e "gravi punizioni" contro i paesi Europei nemici dell'Islam. Al momento, non è stato rilevato nessun segnale specifico di minaccia per il nostro Paese, anche se l'attenzione resta alta così come intenso è il monitoraggio del web attraverso il quale gli estremisti islamici lanciano i loro messaggi.

E non mancano le polemiche per un documento del Comitato di controllo sui servizi di informazion (Copasir), classificato come segreto, sui rischi di attentati in Afghanistan, pubblicato ieri da Repubblica*. Francesco Rutelli, presidente del Copasir, valuterà se presentare un esposto alla procura di Roma sulla pubblicazione da parte di Repubblica del documento consegnato al Copasir e classificato come riservato. Il documento dell'Aise, secondo quanto riporta il quotidiano, riferisce come da tempo i servizi segreti italiani sapevano che il rischio attentati in Afghanistan è altissimo.

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it]

- "In quell'area siamo sotto tiro" di Alberto Custodero*

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20 ottobre 2008
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