In America altissimi i costi sociali ed economici dell'obesità
Si spendono 93 miliardi di dollari per curare i ''ciccioni''
Meglio bruciare calorie che biglietti verdi, è stato dunque il messaggio lanciato dal ministro della Sanità Tommy Thompson in un'intervista televisiva. Lo stesso Thompson, con un affondo che potrebbe aprire la strada a una catena di azioni giudiziarie, ha puntato i riflettori sull'industria del fast food, ritenuta responsabile dell'epidemia di grasso che negli ultimi decenni ha colpito l'America.
«Fate la cosa giusta per gli americani: pranzi a basso contenuto di calorie e suggerimenti su uno stile di vita più salubre e meno sedentario», ha ammonito Thompson rivolgendosi ai vari McDonald, Wendy, Kentucky Fried Chicken. La dichiarazione di guerra del ministro è stata accompagnata da un ramoscello di ulivo: nei menù della McDonald, ha osservato Thompson nell'intervista alla Cnn, sono comparse tante insalate, un segnale che il responsabile della sanità Usa ha definito «meraviglioso».
Non è da oggi che negli Usa l'obesità è considerata una piaga sociale e una minaccia per la salute dei cittadini: studi recenti e meno recenti hanno trovato correlazioni tra grasso di troppo e diabete, malattie cardiache, ipertensione. E siccome a livello demografico l'obesità è una malattia soprattutto per poveri, a portare il carico dell'eccesso di spesa è soprattutto la mutua pubblica Medicare che fornisce assistenza gratuita a chi non può permettersi di pagare le salatissime assicurazioni private per la salute.
«L'obesità costa alla società quanto il fumo, ma finora il governo e il settore privato non hanno reagito con la stessa energia con cui sono partiti all'attacco dell'industria delle sigarette», ha osservato Eric Finkelstein, uno degli autori dello studio dei Cdc.
Negli ultimi due decenni la scoperta che il fumo può uccidere e far ammalare, ha indotto politici e asicuratori a lanciare un'aggressiva campagna per limitarne la diffusione. E adesso è necessaria un'analoga campagna anti-grasso, ha sostenuto Finkelstein secondo cui «è un dovere del governo verso il pubblico dal momento che, in ultima analisi, il prezzo dell'obesità ricade sul contribuente».
Fonte: Giornale di Sicilia