In attesa di risposta... Il caso del ''fallimentare'' Portale Italia.it portato in Parlamento al ministro Rutelli
Il caso Portale Italia.it è arrivato in Parlamento. Il deputato dell'Ulivo, on. Ludovico Vico, lo scorso 24 ottobre ha presentato al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, un'interrogazione nella quale chiede se le notizie riportate dalla stampa sulla vicenda siano vere.
Nel porgere il quesito al ministro il deputato in questione ha riassunto la questione che ha avuto inizio ''nel marzo 2004, quando, al fine di promuovere il brand dell'Italia turistica all'estero, su proposta dell'allora ministro dell'Innovazione Tecnologica, venne approvato uno stanziamento di 45 milioni di euro (21 dei quali destinati alle Regioni affinché potessero connettere i portali regionali con il portale nazionale)''.
Successivamente, ''nel marzo 2005 venne stabilito che tale portale dovesse esser parte integrante di un più ampio progetto chiamato ''Sceglitalia'', da realizzarsi attraverso la stipula di apposite convenzioni. Venne costituito un comitato per il portale, al quale avrebbero dovuto partecipare i ministeri, gli operatori e i rappresentanti delle regioni nonostante questi ultimi decisero di non aderire, sia perché nel frattempo il turismo era divenuta materia di competenza primaria delle regioni, sia perché era già partito un analogo progetto interregionale. Nonostante la defezione delle Regioni il progetto venne avviato''.
''Nel luglio del 2005'', ha continuato il deputato, ''venne selezionato un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI), con capofila IBM, con l'obiettivo di fare una prima release entro la fine dell'anno e di pubblicare il portale definitivamente in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino. La IBM non fu in grado di concludere il portale. Con l'avvio della XV legislatura, dopo un riesame del progetto, è stato deciso di far continuare le attività allo stesso RTI al fine di conseguire un risultato''. ''Il 22 febbraio 2007, in occasione della BIT, è stato pubblicato il Portale Italia.it. e nel luglio 2007 il dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri ha dovuto sopprimere le convenzioni con Innovazione Italia e chiudere il contratto con l'RTI, nel frattempo scadute. Parallelamente veniva stipulato un contratto con un nuovo RTI, vincitore della gara per la gestione dei portali della pubblica amministrazione bandita dal CNIPA, che subentrerà dal 1o gennaio 2008''.
''Allo stato dei fatti, l'attuale piattaforma tecnologica del portale nazionale appare superata e le singole regioni non la ritengono più adatta allo sviluppo e alla propaganda del turismo nazionale e regionale. Il portale si è rivelato un insuccesso: dalle note critiche al logo, alle innumerevoli difficoltà nell'accesso e nella possibilità di visitare pagine, links e collegamenti vari, per non dire delle traduzioni, spesso sbagliate e approssimative''. Inoltre, ''un'apposita Commissione di indagine istituita dal Governo, nel suo rapporto consegnato lo scorso luglio, ha bocciato i responsabili del sito, l'RTI (Ibm-Its-Tiscover) che ha vinto la gara, il dipartimento di Palazzo Chigi che ne ha la supervisione e quello per l'Innovazione e le Tecnologie. Secondo quanto riportato di recente dal quotidiano La Stampa, il vicepresidente del Consiglio e Ministro per i beni Culturali ha chiesto alla Corte dei Conti del Lazio di pronunciarsi sul portale, e secondo quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore del 19 ottobre, anche l'Avvocatura generale dello Stato, in una memoria dello scorso 22 settembre, avrebbe ritenuto ipotizzabile un'azione di responsabilità erariale''.
Dunque il deputato dell'Ulivo ha chiesto al Ministro Rutelli ''se quanto riportato dalla stampa corrisponda al vero; quante risorse finanziarie si siano effettivamente spese e quante si ritenga di doverne spendere, essendoci discrepanze tre le diverse fonti''. ''Quale strategia, a questo punto'', ha domandato ancora Vico, ''si ritenga di dover adottare''.
Infine l'onorevole dell'Ulivo ha chiesto anche spiegazioni in merito all'opportunità ''come da alcuni auspicato, di convincere i singoli governi regionali a far confluire nel portale nazionale le loro attività, o se si intenda assumere la più drastica decisione di optare per la chiusura del portale stesso''. [Aise]
- E' nato il nuovo marchio e il nuovo portale dell'Italia... (Guidasicilia.it, 24 febbraio 2007)