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In Francia approvata la legge sul ''diritto a morire''. Un provvedimento che non legalizza l'eutanasia

''La fine della vita in Francia avrà un altro volto: sarà momento di scelta e non di sottomissione''

16 aprile 2005

Sull'eutanasia, l'Italia, l'Europa, il mondo intero ha visto da sempre profonde spaccature nell'opinione pubblica di natura morale, ideologica e politica.
L'intangibilità sacra della vita da una parte, la totale e libera ''amministrazione'' della propria esistenza dall'altra, sono i due filoni che da sempre si contrastano e che al loro interno portano problematiche che discutono il ruolo che deve avere la medicina e i medici, e il ruolo che devono avere i familiari dei possibili malati terminali. 
In Francia pochi giorni fa, è stato approvato un disegno di legge che non legalizza l'eutanasia, ma prevede che le cure mediche non debbano essere continuate ''con una ostinazione irragionevole'', espressione questa preferita a quella di ''accanimento terapeutico''. Secondo questa legge - approvata definitivamente dal Senato francese -, una persona in fase terminale può decidere ''di limitare o di interrompere ogni terapia'' e può autorizzare la somministrazione di farmaci contro il dolore, anche se questi possono accelerare la morte''.
Per l'autore del testo legislativo, Jean Leonetti, vicepresidente dei deputati dell'Ump, la legge francese sul ''diritto a morire'' è un modello e può servire da punto di riferimento per il Consiglio d'Europa che il 27 aprile prossimo avvierà il dibattito sulla questione.

L'approvazione della legge, però, non ha chiuso l'acceso dibattito sul ''diritto alla morte'', che negli ultimi tempi hanno agitato l'opinione pubblica mondiale. A pesare principalmente su questo delicato dibattito, le polemiche suscitate dalla vicenda di Terri Schiavo, la donna americana morta dopo essere stata per 15 anni in uno stato vegetativo permanente.
L'ampio consenso parlamentare sulla legge che si era registrato a novembre all'Assemblea, si è ridotto a un solo partito, l'Ump. Al momento della votazione, infatti, erano assenti i senatori della sinistra - socialisti e comunisti - e i centristi dell'Udf, per protesta contro il ministro della sanità Philippe Douste-Blazy, che aveva fatto votare nuovamente, cancellandolo, un emendamento approvato in precedenza, che modificava marginalmente il primo articolo della legge. Obiettivo del ministro era infatti quello di varare subito la legge. La legge mette al riparo i medici da eventuali sanzioni quando fanno solo quello che il paziente o i familiari hanno con chiarezza domandato. Ed è proprio sul ruolo della medicina che se l'è presa il deputato socialista, Jean- Pierre Godefroy, osservando che ''la legge è innanzitutto fatta per i medici e continua a dare l'ultima parola alla medicina''.

''Questa legge - ha detto il ministro della Sanità, Philippe Douste-Blazy - non sarà una legge sull'eutanasia. Resta il divieto di dare la morte: lasciar morire non è dare la morte. La fine della vita in Francia avrà un altro volto: sarà momento di scelta e non di sottomissione''. Il ministro ha escluso che si tratti di un ''primo passo'' verso una depenalizzazione dell'eutanasia, così come richiesto da Marie Humbert, incriminata un anno fa per aver procurato la morte del figlio 22enne Vincent. Vincent, paralizzato e incapace di vedere e parlare dopo un incidente stradale, da tempo aveva chiesto alla madre e ai medici con uno scritto di porre fine alle sue sofferenze. La supplica di Vincent era stata accolta dalla donna e dal medico che lo curava, entrambi finiti nei guai con la legge.
La ''legge sulla fine di vita'' affida alla persona che si trova in questa condizione di ''limitare o interrompere qualsiasi cura''. Il medico deve ''rispettare la sua volontà dopo aver informato il paziente delle conseguenze della sua scelta''. In particolare, ''gli atti di prevenzione, di indagine o di cura non devono essere rinnovati con irragionevole ostinazione''.

L'eutanasia negli altri Paesi
AUSTRALIA: in alcuni stati le direttive anticipate hanno valore legale. I Territori del Nord avevano nel 1996 legalizzato l'eutanasia attiva volontaria, provvedimento annullato due anni dopo dal parlamento federale.
BELGIO: il 25 ottobre 2001 il Senato ha approvato, con 44 voti favorevoli contro 23, un progetto di legge volto a disciplinare l'eutanasia. Il 16 maggio 2002 anche la Camera ha dato il suo consenso, con 86 voti favorevoli, 51 contrari e 10 astensioni.
CANADA: negli stati di Manitoba e Ontario le direttive anticipate hanno valore legale.
CINA: una legge del '98 autorizza gli ospedali a praticare l'eutanasia ai malati terminali.
COLOMBIA: la pratica è consentita in seguito ad un pronunciamento della Corte Costituzionale, ma una legge non è stata mai varata.
DANIMARCA: le direttive anticipate hanno valore legale. I parenti del malato possono autorizzare l'interruzione delle cure.
GERMANIA: il suicidio assistito non è reato, purché il malato sia cosciente delle proprie azioni.
GRAN BRETAGNA: l'eutanasia e il suicidio assistito sono illegali. si può abbreviare la vita di malati tenuti in vita artificialmente.
ITALIA: è illegale. In Parlamento giacciono diverse proposte di legge (Rifondazione Comunista e Radicali) per rivedere la regolamentazione della materia.
PAESI BASSI: forse il caso più famoso. Dal 1994 l'eutanasia è stata depenalizzata: rimaneva un reato, tuttavia era possibile non procedere penalmente nei confronti del medico che dimostrava di aver agito su richiesta del paziente. Il 28 novembre 2000 il Parlamento ha approvato (prima nazione al mondo) la legalizzazione vera e propria dell'eutanasia. A partire dall'1 aprile 2002 la legge è entrata effettivamente in vigore.
SPAGNA: dal 1995 l'eutanasia e il suicidio assistito non sono più omicidio.
SVIZZERA: ammesso il suicidio assistito. Il medico deve limitarsi a fornire i farmaci al malato.
STATI UNITI: la normativa varia da stato a stato. Le direttive anticipate hanno generalmente valore legale. Nello stato dell'Oregon il malato può richiedere dei farmaci letali, ma la relativa legge è bloccata per l'opposizione di un tribunale federale.
SVEZIA: l'eutanasia è depenalizzata.

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16 aprile 2005
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