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In giro ci sono troppi farabutti!

Il nuovo problema italiano? Per il premier sono i farabutti che circolano nella politica, nella stampa e in tv

16 settembre 2009

Ci sembra troppo bello l'incipit dell'articolo di Repubblica per non riportarlo per intero e così facendo cominciare a parlare delle ultime affermazioni del presidente del Cosiglio, Silvio Berlusconi: "Mentre su Rai2 va in onda un poliziesco all'italiana, su Rai3 un film sugli ultimi giorni di Hitler (Ballarò è stato cancellato), e su Canale 5 Matrix è sostituito da un serial sulla mafia, Berlusconi è "costretto" a monopolizzare Rai1 per più di tre ore. "Costretto" perché se fosse stato per lui, avrebbe preferito guardare il Milan: "Ero nettamente contrario allo spostamento in prima serata della trasmissione. Come proprietario del Milan, avrei grandemente voluto assistere alla partita di stasera di Champions league. Ma ho accettato l'invito"".
Ecco, Berlusconi si è immolato per tutti noi. Lo ha fatto nel 1994, quando scese in campo per liberarci dai comunisti, e non avrebbe dovuto farlo ieri sera per informarci che il suo governo ha fatto più cose di qualsiasi altro governo sia stato in carica in Italia? Ma non diciamo sciocchezze! Godiamo di cotanto privilegio e stiamo a pensar male?

Tra l'altro, come "Lui" stesso ci ha informato ieri sera dalla candida poltrona di casa Vespa, la vera "distorsione" dell'informazione sta nel fatto che "la Rai, pagata con i soldi dei cittadini è l'unica azienda televisiva al mondo che attacca una sola parte politica, la maggioranza di governo". Berlusconi, per essere "grandemente" chiaro, cita allora 'Annozero', 'Ballarò' e 'Report': "tutte trasmissioni contro la mia parte politica e contro di me". "Io ormai - ha aggiunto - non guardo nemmeno più la televisione, perché per la Rai sembra che Berlusconi sia diventato il simbolo di ogni male". E non è bello guardarsi sempre in uno specchi deformante...
"E' delinquenziale dire che la libertà di stampa è in pericolo", ha detto ancora. Secondo il premier "la manifestazione per la libertà di stampa che la sinistra promuove è veramente il contrario della realtà: siamo circondati nella stampa, nella tv, nella politica da troppi farabutti". Quindi, se lo mettano in testa quelli di Repubblica: i vari Claude Chabrol, Bernard-Henri Levy, Amos Oz, Betty Williams, Edmund Phelps, Costa- Gavras, Nadine Gordimer e tutti quelli che hanno firmato il manifesto per difendere la libertà di stampa, sono solo dei farabutti!
"Ma gli italiani lo sanno - ci ha ricordato il Cavaliere - e, per questo, mi assegnano il 68,4% del consenso"...
 
Dunque, "dire che in Italia c’è un pericolo per la libertà di stampa è pronunciare accuse comiche" e dimostra, secondo il Cavaliere, "uno spirito antiitaliano", significa "diffamare la stampa e la democrazia": "tutti i cittadini italiani di buonsenso credo che condannino questo atteggiamento delinquenziale nei confronti degli interessi di tutti noi e si sappiano regolare nell’orientare le loro letture".  ha concluso il presidente del Consiglio.
Quindi, italiani cari al presidente, avente in mano la Repubblica? Buttatela via, perché "è un giornale retto da un editore svizzero, con un direttore dichiaratamente evasore fiscale".

Meno male che Silvio c'è... Un uomo che ha fatto più di tutti. "Non ho sbagliato - ha ripetuto ieri sera - quando ho affermato che il mio governo è stato il migliore della storia d'Italia [...] Il mio esecutivo è meglio di quello di De Gasperi. Lui fu un padre della patria, ma il mio esecutivo è il migliore". Già, migliore... Sicuramente migliore dell'opposizione "comunista"... Neanche Vespa è riuscito a contraddirlo ("Non esistono più i comunisti. Si chiamano Pd"). "Sono e saranno sempre dei vecchi comunisti. D'Alema è un vetero comunista che sta lì a fare il comunista da 40 anni. Le accuse che rivolge al governo sono espressioni da puro stalinista. Serve un cambiamento generazionale". E a Vespa che gli ha fatto osservare come sia paradossale che a invocare il cambiamento generazionale sia proprio lui, che di anni ne ha 73, il premier ha replicato piccato: "Io sono il più giovane: non è l'età che fa l'innovazione. E' il cervello, caro dottore".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

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16 settembre 2009
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