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In Iran ''pronti al riconteggio dei voti''

Dopo i sette civili uccisi durante la manifestazione pro Moussavi, il Consiglio dei Guardiani si è detto pronto al riconteggio

17 giugno 2009

Via libera del Consiglio dei Guardiani al riconteggio dei voti delle elezioni presidenziali iraniane di venerdì scorso, come richiesto dal candidato sconfitto Mirhossein Moussavi.
Lo ha annunciato l'emittente Press Tv, che cita un comunicato nel quale il Consiglio dei Guardiani si dice "pronto" al riconteggio e sostiene che potrebbero esserci delle novità nelle percentuali assegnate ai candidati.

Secondo i dati diffusi dal ministero degli Interni iraniano, il presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad ha ottenuto il 62,3% dei voti, contro il 33,7% andato all'ex premier riformista. Un portavoce del massimo organo legislativo iraniano ha riferito che il Consiglio "è pronto a ricontare le schede contestate secondo quanto sostenuto da alcuni candidati, alla presenza dei loro rappresentanti". "E' possibile - ha aggiunto Abbasali Kadkhodai, citato dall'agenzia di stampa Irna - che ci sia qualche cambiamento nei dati dopo il riconteggio".
Il Consiglio dei Guardiani è composto da 12 membri: sei teologi scelti dal leader supremo, l'ayatollah Ali Khamenei, e sei giuristi nominati dal Parlamento.

Intanto sette persone sono rimaste uccise l'altro ieri sera negli scontri seguiti a un "tentativo di assaltare una postazione militare" a Teheran. Nessun altro dettaglio è stato riferito dall'emittente, all'indomani dell'imponente manifestazione di piazza dei sostenitori del candidato sconfitto alle presidenziali Mirhossein Moussavi. I sostenitori di Moussavi vogliono tornare in piazza per continuare a contestare l'esito del voto di venerdì scorso, vinto a loro dire grazie a brogli e irregolarità dal presidente Ahmadinejad.
Dal canto suo Moussavi ha rivolto un appello "a mantenere la calma" ai suoi sostenitori. L'appello dell'ex premier riformista è arrivato dopo che la radio statale iraniana ha dato notizia delle 7 vittime. Nel frattempo è stato arrestato ieri mattina di Mohammad Ali Abtahi, ex vice presidente riformista schieratosi alle elezioni con Moussavi.
Ahmadinejad è invece volato in Russia per partecipare a un vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. "Le elezioni iraniane sono una questione interna all'Iran. Siamo contenti che ci siano state e diamo il benvenuto al nuovo presidente in territorio russo". Con queste parole il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha commentato l'arrivo di Ahmadinejad, al suo primo viaggio all'estero dopo la controversa rielezione alla presidenza della Repubblica Islamica.

"Aveva vinto Moussavi, ad Ahmedinejad solo il 12% dei voti"In Iran si è avuto un vero e proprio colpo di Stato che ha scippato Mir Hossein Moussavi della vittoria. A sostenerlo sono due noti cineasti iraniani, Mohsen Makhmalbaf, rappresentante 'ad honorem' di Moussavi e regista di "Viaggio a Kandahar", e Marjani Satrapi, l'autrice della pellicola cinematografica "Persepolis". I due hanno parlato alla stampa dalla sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, nel corso di una conferenza del leader verde Daniel Cohn-Bendit.
I due cineasti hanno presentato la fotocopia di un documento che sarebbe la certificazione del risultato del voto della Commissione elettorale iraniana, nella quale a Moussavi erano assegnati 19.075.423 di voti, 13.387.103 quelli di Mehdi Kroubi, ex presidente del Parlamento, e soltanto 5.498.217 a Mahmoud Ahmadinejad, dichiarato invece vincitore. Non vi sono certezze sull'autenticità del documento ma, secondo la denuncia di Satrapi, "Ahmadinejad ha avuto solo il 12%, non il 65% dei voti". "Moussavi - ha riferito dal canto suo Makhmalbaf - alla fine dello spoglio dei voti fu chiamato dalla Commissione elettorale che gli comunicava la vittoria e gli diceva di prepararsi per il discorso". Poi il colpo di scena. "Poco dopo - ha raccontato ancora il cineasta - alcuni militari sono entrati nel suo ufficio, gli hanno detto che non avrebbero consentito una rivoluzione verde. Poi la televisione di Stato ha annunciato la 'vittoria' di Ahmadinejad".
Makhmalbaf ha esortato dunque "la comunità internazionale a non riconoscere ufficialmente la vittoria di Ahmadinejad. Quello che è successo non sono brogli elettorali, è un vero e proprio colpo di Stato". E conclude: "Se qualcuno si chiedeva se il popolo iraniano è pronto per la democrazia, la risposta è sì; lo abbiamo espresso nel voto, ma siamo stati derubati del voto. Ora abbiamo bisogno del sostegno internazionale". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Adnkronos/Aki]

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17 giugno 2009
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