In Iraq aumentano gli sfollati e la Giordania e la Siria accolgono i bambini iracheni nelle proprie scuole
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sottolinea come la situazione umanitaria in Iraq continui a deteriorare, con il numero di iracheni sfollati, sia all'interno che all'esterno del paese, in continuo aumento. Secondo le stime dell'UNHCR e della Mezzaluna Rossa Irachena, ad oggi circa 4,2 milioni di iracheni sono stati costretti a fuggire dai propri luoghi d'origine, mentre il numero di nuovi sfollati al mese è passato da 50mila a 60mila. L'aumento del numero di persone sfollate è dovuto alle difficoltà degli iracheni nell'avere accesso ai servizi sociali all'interno del paese ed al fatto che molti iracheni stanno lasciando le zone miste da un punto di vista etnico prima di essere costretti a farlo. Alcuni degli iracheni che erano rimasti nel paese fino alla fine dell'anno scolastico di recente hanno cominciato a lasciare l'Iraq insieme alle proprie famiglie.
Più di due milioni di iracheni sono sfollati all'interno del paese. Il nord ospita più di 780mila sfollati, mentre essi sono più di 650mila al centro e 970mila al sud. Molti sfollati riescono a malapena a sopravvivere all'interno di campi di fortuna, preclusi agli operatori umanitari a causa delle condizioni di sicurezza.
La Siria, che, con grande generosità ha tenuto aperto il confine per gli iracheni in fuga, stima che vi siano più di 1,4 milioni di rifugiati iracheni sul proprio territorio. Secondo le stime del governo giordano, invece, vi sono circa 500-750mila iracheni nel paese. Il numero di richiedenti asilo iracheni in Europa nel primo semestre del 2007 è salito a quasi 20mila, ovvero il totale raggiunto nel corso dell'intero arco dell'anno nel 2006.
La scorsa settimana l'anno scolastico giordano si è aperto con l'annuncio che la Giordania avrebbe permesso ad altri 50mila bambini iracheni di frequentare le scuole statali.
L'UNHCR ha espresso apprezzamento per questa iniziativa del governo giordano e si sta adoperando per sostenere la Giordania e la Siria - entrambe sotto pressione in maniera crescente per quanto riguarda il sistema scolastico - attraverso la costruzione e la ristrutturazione di edifici scolastici, la fornitura di mezzi di trasporto, materiali scolastici e stipendi per gli insegnanti assunti per far fronte all'afflusso di bambini iracheni, e l'istituzione di doppi turni nelle scuole. A giugno l'ufficio dell'UNHCR in Siria ha lanciato la campagna "Ritorno a scuola" per incoraggiare l'iscrizione a scuola del maggior numero possibile di bambini iracheni in vista del nuovo anno scolastico. Le scuole siriane riapriranno a metà settembre.
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati auspica anche che ci sia una risposta forte da parte della comunità internazionale all'appello congiunto con l'UNICEF per la raccolta di 129 milioni di dollari, lanciato alla fine di luglio e volto a far ritornare a scuola ulteriori 155mila bambini iracheni rifugiati in Siria, Giordania, Egitto e Libano. Finora l'arrivo dei finanziamenti è stato piuttosto lento, anche se ci sono indicazioni positive che il denaro comincerà presto a giungere a destinazione.
In Giordania, i bambini iracheni seguiranno gli stessi programmi degli studenti giordani e avranno accesso alle stesse strutture scolastiche. A seconda delle necessità, il programma comprenderà l'educazione primaria, secondaria e professionale, oltre che l'educazione informale, laddove quest'ultima venga impartita.
L'UNHCR continua a sollecitare un maggiore sostegno da parte della comunità internazionale e ad incoraggiare inoltre i donatori a fornire un sostegno bilaterale diretto ai paesi che ospitano i rifugiati iracheni, dove scuole, ospedali, servizi pubblici ed infrastrutture non riescono a far fronte ai bisogni a causa della presenza di milioni di iracheni, da loro accolti in maniera così generosa.