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In Italia è vietato divertirsi

Secondo il giornale britannico The Independent nel Belpaese ci sono troppi divieti

20 agosto 2008

Eppure in Italia è nata la Commedia dell'Arte, un "giullare" è stato insignito del premio Nobel e l'attuale presidente del Consiglio è maestro di storielle e barzellette...
Tutto vanificato dai ristrettivi divieti che quest'anno i sindaci hanno apposto a "tutte le cose divertenti", almeno secondo il giornale britannico The Independent che dalle sue pagine avverte i turisti: "Se fate cose che sono perfettamente legali da qualsiasi altra parte del mondo, in Italia rischiate la multa".
Insomma, il polemico giornale ritorna a prendere di mira il Belpaese, questa volta per le ordinanze dei sindaci che in questa estate 2008 hanno dato un vigoroso giro di vite per quel che riguarda le "carte di regolamentazione comportamentale". A cominciare dalle spiagge, dove su tutto il territorio nazionale è vietato farsi fare un massaggio cinese, o comprare un pareo o un costume da un vu cumprà. "Turisti attenti: se una cosa è divertente, l'Italia ha una legge che lo vieta" recita inequivocabilmente il titolo dell'articolo.

In realtà l'Independent mette in guardia i turisti che, magari abituati a situazioni più permissive, vanno incontro a possibili sanzioni. "Gli stranieri inconsapevoli rischiano pesanti multe se fanno cose che sono perfettamente legali da qualsiasi altra parte del mondo, eccetto in quella città o paese dove si trovano - scrive il giornale - a Genova, per esempio, è ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra. A Roma è okay - si legge ancora sul quotidiano britannico - ma se ti sdrai sotto un pino o sui gradini di piazza di Spagna per berla, o solo per mangiare un sandwich, il tuo comportamento 'indecoroso' può essere penalizzato. Lo stesso se il tuo snack all'aria a aperta è seguito da un sonnellino".

Il giornale elenca molte delle ordinanze di quest'estate, e ricorda: "Il governo di Silvio Berlusconi può essere stato il primo al mondo a introdurre il 'ministero della Semplificazione' (quello del leghista Roberto Calderoli, ndr) con il compito di identificare e abolire leggi inutili, ma nell'interesse di una maggiore democrazia a livello locale e della sicurezza, il suo ministro dell'Interno Roberto Maroni ha consentito a migliaia di fiori legali di sbocciare. Molte di queste ordinanze non verranno probabilmente mai fatte rispettare, ma sarà una scarsa consolazione per colui che dava da mangiare ai piccioni, e che avrà una pesante multa tra i suoi souvenir delle vacanze".
E gli esempi potrebbero continuare. A Forte dei Marmi non si può fare giardinaggio nel weekend, mentre a Novara, dopo le 11 di sera, è proibito stazionare nei parchi in più di due persone. A Capri e a Positano è proibito portare gli zoccoli ai piedi. Il divieto di andare in giro a torso nudo se sei uomo, in bikini se sei donna arriva invece da Viareggio, dove è vietato anche appoggiare i piedi sulle panchine o andare in skateboard sulla passeggiata del lungomare.
L'articolo dell'Independent arriva dopo quello del quotidiano svizzero 'Le Matin', che ha titolato: "L'Italia ha perso la brocca!". "I comuni combattono il disordine - scrive il quotidiano svizzero - ma qualcuno ha paura del ritorno del fascismo".

La replica italiana al quotidiano britannico non si è fatta attendere. "L'articolo dell''Independent' è grottesco e anche insultante - ha detto il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro - se solo pensiamo che a Londra c'è addirittura chi ha pensato di vietare il consumo del pop corn nei cinema perché il loro consumo infastidisce la visione dei film".
"Il corrispondente del quotidiano inglese 'The Independent' ha una visione antica dell'Italia - afferma il vicepresidente dei deputati del Pdl e vicepresidente dell'Anci, Osvaldo Napoli - Solo così si spiega il tono irridente e offensivo di un articolo che offende il suo autore prima ancora che il nostro Paese". Napoli si dice però d'accordo su un punto, "l'eccesso e la diversità delle ordinanze. Su questo aspetto si rende sicuramente necessario un lavoro di maggior coordinamento da parte dell'Anci e dei suoi uffici. Senza nulla togliere, sia ben chiaro, all'autonomia dei sindaci, è però innegabilmente utile definire una tavola di principi e di valori comuni perché il civismo e la civiltà dei comportamenti non è una prerogativa federalista ma un bene che deve appartenere ai cittadini di qualsivoglia Comune, Provincia o Regione d'Italia". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

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20 agosto 2008
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