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In Italia un giovane su quattro è senza lavoro

L'Istat lancia l'allarme: "Il tasso di disoccupazione giovanile è al 26,8%"

02 settembre 2010

Nei giorni scorsi l'Istat ha reso pubblici gli ultimi dati sull'andamento dell'occupazione: a luglio l'occupazione è diminuita di 172 mila unità rispetto a luglio 2009 (-0,7%), e rispetto a giugno si è registrato un calo di 18 mila unità (-0,1%).
A luglio 2010 ha segnalato l'Istat l'occupazione maschile risulta stabile rispetto a giugno ma registra un calo dello 0,8% (115.000 unità in meno) rispetto al luglio 2009. L'occupazione femminile diminuisce dello 0,2% rispetto a giugno e dello 0,6% (57.000 unita' in meno) rispetto al luglio 2009. Il tasso di occupazione maschile risulta pari al 67,9%, invariato rispetto a giugno ma in calo di 0,8 punti rispetto al luglio 2009. Il tasso di occupazione femminile a luglio era al 46% in lieve calo rispetto a giugno e piu' basso di 0,5 punti percentuali rispetto a luglio 2009.
Aumenta in maniera consistente il numero degli inattivi nel complesso (+76.000 unità rispetto a giugno e +153.000 rispetto a luglio 2009) ma il dato riguarda soprattutto gli uomini con 44.000 inattivi in più sul mese precedente (+0,9%) e 93.000 (+1,8%) sul luglio 2009. Le donne inattive tra i 15 e i 64 anni sono aumentate di 31.000 unità (+0,3% rispetto a giugno) e di 60.000 unità (+0,6%) rispetto a luglio 2008.
Nel complesso le persone inattive tra i 15 e i 64 anni sono quasi 15 milioni (14 milioni e 948 mila) ma tra questi oltre 5 milioni e 236 mila sono uomini. Gli occupati complessivi sono 22 milioni 886 mila mentre le persone in cerca di occupazione sono 2 milioni 105 mila.
Il tasso di disoccupazione si è fissato all'8,4% ma il tasso di disoccupazione giovanile è al 26,8% in calo (-0,6 punti percentuali rispetto a giugno 2010 e in aumento di 1,1 punti rispetto al luglio 2009). Il tasso di occupazione complessivo sulla base di stime provvisorie è al 56,9% in calo di 0,7 punti rispetto al luglio 2009. Il tasso di disoccupazione maschile nel mese era al 7,5% mentre quello femminile al 9,7%.

Per il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, "la situazione rimane certamente preoccupante, ma sarebbe colpevole non riconoscere il dato oggettivo di un differenziale positivo con l'Europa e di una tendenza negativa sostanzialmente fermatasi". "Mentre in Europa la disoccupazione non scende sotto il 10%, il tasso di disoccupazione scende in Italia di un altro 0,1% sul mese precedente, attestandosi all'8,4% - ha evidenziato Sacconi - e la stessa disoccupazione giovanile scende dello 0,6%''. Il Piano triennale per il lavoro varato dal governo nei primi giorni di agosto, ha aggiunto il ministro, "sarà ora oggetto di consultazione con le parti sociali per arrivare tempestivamente a rilanciare il contratto di apprendistato per i giovani, a promuovere una formazione corrispondente alle competenze richieste, a sviluppare relazioni industriali cooperative e partecipative".
Per il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, "i dati Istat sono una Waterloo sociale, ma il governo non trova niente di meglio che discutere del processo breve per dare l'ennesimo salvacondotto a Berlusconi" o in alternativa di preoccuparsi "di cavalli berberi", riferendosi chiaramente alla visita di Gheddafi dei giorni scorsi. Quelli dell'Istat "sono numeri da brivido. Per di più - ha aggiunto l'esponente del Pd - l'autunno ci prepara una sorpresa amara: tra licenziamenti già avvenuti e potenziali sono a rischio circa 600mila posti di lavoro. Di questi 400mila nei settori privati mentre 140mila precari perderanno il lavoro nella P.a. Oltre ai 20mila della scuola. A questi - ha detto Damiano - vanno aggiunti i 70mila giovani vincitori di concorso nella P.a. che non troveranno impiego. Il Pd porterà al Paese il suo programma alternativo per rilanciare lo sviluppo e difendere l'occupazione".

Preoccupazione e richiesta al governo di interventi rapidi e forti. E' questa, in sintesi, la reazione dei sindacati agli ultimi dati Istat sull'andamento dell'occupazione. "I dati sull'occupazione - ha detto in una nota, il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni - forniti dall'Istat restano molto gravi e non si può continuare a rispondere che stiamo meglio della media europea. L'istituto di statistica - ha sottolineato il dirigente sindacale - rileva meno occupati, un tasso di disoccupazione che rimane stabile, con un giovane su quattro senza lavoro, e un ulteriore incremento dell'inattività che raggiunge il suo massimo storico". E per Fammoni adesso "occorrerebbero risposte urgenti a chi è senza lavoro e senza tutele, e scongiurare che l'enorme platea di lavoratori che attualmente usufruisce di ammortizzatori sociali scivoli verso la disoccupazione".
Anche per la Cisl, con il segretario confederale Giorgio Santini, "i dati Istat ed Eurostat sulla disoccupazione a luglio, pur segnalando una sostanziale stabilità e una situazione meno grave rispetto a molti paesi europei, mostrano tendenze preoccupanti, in particolare il fatto che la ripresa produttiva, in atto ormai da alcuni mesi non si traduce in aumento dell'occupazione". Secondo il sindacalista: "è pertanto necessario che il Piano triennale per il lavoro proposto dal governo venga declinato anche nel breve periodo, con un programma di interventi per agganciare l'occupazione alla ripresa produttiva".
Preoccupato si è detto anche Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil: "La crisi non rallenta e l'impatto sui livelli occupazionali fa emergere una debolezza ormai strutturale: il lavoro giovanile, spesso a termine e in particolare al Sud". E a tutto questo, per Loy, "si può e si deve rispondere sia con politiche coraggiose di incentivazione, soprattutto nel Mezzogiorno, sia con una valorizzazione delle tipologie di lavoro flessibile e a carattere formativo come l'apprendistato. Poche azioni, quindi, ma concrete e rapidamente efficaci".
Chiara anche la posizione dell'Ugl, con il segretario confederale Nazzareno Mollicone: "Oltre che per l'andamento dell'occupazione - ha detto - esprimiamo preoccupazione anche per il tasso di lavoratori inattivi e per i dati riguardanti donne e giovani. C'è quindi molta attesa - ha concluso Mollicone - per il confronto con il governo sul Piano triennale del lavoro, con cui ci aspettiamo di poter concertare misure condivise contro questi gravi fenomeni, che sempre più caratterizzano il mondo del lavoro in Italia".

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Labitalia]

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02 settembre 2010
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