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In Italia una preoccupante recrudescenza xenofoba è stata segnalata da un rapporto delle Nazioni Unite

24 marzo 2007

Fenomeni crescenti di razzismo e xenofobia alimentati - in un Paese in crisi di identità - dalla retorica politica, dalla strumentalizzazione mediatica e da legislazioni criminalizzanti.
E' un quadro a tinte fosche quello tracciato dal relatore speciale Onu, Doudou Diène, nel suo rapporto sulla situazione in Italia rispetto ai fenomeni del razzismo, della discriminazione sociale e della xenofobia. L'analisi è il risultato della visita realizzata da Diène in Italia tra il 9 e il 13 ottobre scorso, durante la quale il relatore ha fatto tappa a Roma, Lampedusa, Siracusa, Ragusa e Palermo, incontrando ministri e alti funzionari del ministero dell'Educazione, dell'Interno, della Giustizia, e dei Diritti e Pari opportunità.
Ma non solo. Oltre che con i rappresentanti politici e istituzionali (tra gli altri anche il vicepresidente della Corte costituzionale e i rappresentanti dell'Unhcr in Italia), il relatore Onu si è confrontando con le Ong attive nella lotta al razzismo e nella tutela dei diritti umani e, non ultimo, con i migranti e i richiedenti asilo incontrati nei centri di accoglienza di Lampedusa (AG) e Cassibile (SR) e nel Cpt di Ragusa, e le comunità rom e sinti di Roma.

E sono questi i gruppi che, insieme alla comunità musulmana, sono più soggetti a manifestazioni di razzismo e discriminazione sulla cui origine il relatore Onu non usa mezzi termini. Nella relazione si sottolinea infatti che si tratta di ''dinamiche alimentate dal forte impatto e dei retaggi delle piattaforme dei partiti di estrema destra sulle politiche del governo e sulla percezione pubblica. Ma anche dai media che strumentalizzano e legittimano razzismo e xenofobia sfruttando il processo multiculturale che sta vivendo la società italiana''. Secondo Diène l'Italia paga inoltre le conseguenze delle politiche del precedente governo ''che ha consentito ai partiti di estrema destra di attuare la loro agenda e adottare un approccio anti-immigrazione riflesso nella Bossi Fini''. Sulla legge il giudizio è completamente negativo. Definita come ''criminalizzante degli immigrati'', la normativa adottata dal governo Berlusconi - secondo il relatore Onu - ''espone migranti, richiedenti asilo e i rifugiati a vessazioni da parte delle forze dell'ordine, a una detenzione amministrativa nel periodo di delibera sul loro status, spesso al di là dei limiti di legge; a una sanzione legale da 1 a 5 anni di carcere per mancata attuazione dell'ingiunzione di espulsione''.
Per il relatore ''la strumentalizzazione politica del razzismo non è un fenomeno del passato. L'estrema destra continua a promuovere a livello nazionale e a attuare a livello regionale e locale le sue piattaforme xenofobe e razziste. Inoltre, i media, spesso sull'onda della cultura della paura post-11 settembre, hanno continuato a incitare odio razziate e religioso sotto la bandiera delle libertà di espressione e la necessità di combattere il terrorismo''.

Al nuovo governo il relatore riconosce tuttavia una volontà politica nuova per affrontare con un approccio diverso la questione dell'immigrazione. In particolare Diène giudica positivamente la proposta di una nuova legge sulla cittadinanza e l'annunciata riforma della Bossi-Fini. Ma al governo Prodi il relatore invia anche una serie di raccomandazioni che riguardano nello specifico i gruppi più colpiti dai fenomeni razzisti e xenofobi.

Comunità musulmana. Nella relazione di Diène si sottolinea come, dopo l'11 settembre, sia stata perpetrata dai politici con il supporto dei media, l'equazione ''musulmano/terrorista'', esponendo i cittadini musulmani a ulteriori forme di discriminazione. Nel documento viene citata anche la manifestazione contro la costruzione della moschea di Colle Val d'Elsa, in Toscana, organizzata lo scorso 16 dicembre da An, Lega Nord e Forza Italia. Azioni che impediscono una normalizzazione che Diène chiede riferendosi alla necessità di sottoscrivere intese con le organizzazioni musulmane accreditate. Per il relatore il fatto che la seconda comunità religiosa del Paese sia l'unica a non avere un'intesa con lo Stato italiano è un vuoto che deve essere colmato.
Sinti e Rom. Altro vuoto legislativo da colmare è quello che riguarda il riconoscimento di sinti e rom come minoranza nazionale. Un provvedimento che dovrebbe puntare a promuovere e tutelare la lingua e la cultura di queste comunità finora escluse dalle legislazione nel riconoscimento come minoranze linguistiche, o come gruppi che possono beneficiare di un piano nazionale contro la povertà e l'inclusione. Secondo Diène finora il legislatore non provvedendo adeguatamente alla loro condizione giuridica, ha contribuito a perpetrare la loro condizione di apolidi.

Lavoratori illegali. A fronte del sistema delle quote, cresce il fenomeno dei lavoratori illegali, con non pochi casi di induzione in schiavitù. Diène cita al proposito le inchieste condotte dal giornalista dell'Espresso, Frabrizio Gatti, sui lavoratori stagionali in Puglia. Secondo il relatore si tratta di una situazione che solleva non poche questioni. Prima fra tutte: le quote sono stabilite in modo sbagliato, o c'è una scorretta definizione delle necessità del mercato del lavoro? Le lente e costose procedure sono eccessive per i datori di lavoro, che ricorrono all’assunzione di immigrati illegali? L'attuale detenzione amministrativa è in linea con gli obblighi sui diritti umani che l'Italia deve rispettare?
Secondo il relatore si tratta di questioni di cui il governo dovrà tenere conto nel corso della revisione della legge sull'immigrazione.

Fonte: Affari Italiani del 21 marzo 2007

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24 marzo 2007
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