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IN LINEA CON L'ASSASSINO

Con l'ultimo film del papà di Batman, telefonare da una cabina diventerà un pauroso problema

16 luglio 2003




Noi vi consigliamo di vedere…
IN LINEA CON L'ASSASSINO
di Joel Schumacher


Una telefonata allunga la vita? Joel Schumacher, regista di Batman e di tanti altri film di grande richiamo deve essersi divertito molto con quest'idea, mettendo in scena un uomo intrappolato in una cabina telefonica per 81 minuti. Stu Shepard (Colin Farrell), un ‘pubblicista' newyorchese, usa un telefono pubblico per chiamare l'oggetto delle sue attenzioni extraconiugali, senza lasciare tracce sul proprio telefono cellulare. Ma una volta entrato nella cabina riceve una telefonata da uno sconosciuto che lo avverte: “se attacchi sarai ucciso”. Da quel momento la sua vita è letteralmente ‘appesa ad un filo'. Il misterioso interlocutore - un serial killer armato di fucile con mirino telescopico – per dimostrare che fa sul serio uccide un passante, attirando l'attenzione della polizia, che sulle prime ritiene che sia proprio Stu, e non il tiratore occulto, di cui ignorano l'esistenza, l'uomo armato. L'ufficiale anziano, il capitano Ramey (Forest Whitaker), cerca di far uscire Stu dalla cabina. Intanto oltre ai poliziotti sono accorsi sul posto giornalisti, curiosi, la moglie di Stu, e la sua cliente e potenziale amante, finendo tutti nel mirino del killer. Passano le ore e Stu, fino a ventiquattro ore prima perfetta incarnazione di un' esistenza priva di scrupoli: arrogante, bugiardo, eppure simpatico, deve assumere un'insospettabile valenza morale. Il suo interlocutore lo costringe a mettere a nudo la sua anima. Adesso le sue bugie, le sue mezze verità, i suoi camuffamenti non contano più. Quello che conta, invece, è un viaggio nella propria coscienza, per trovare la forza di affrontare la misteriosa voce al telefono, anche se questo significa portare il gioco all'estremo.

 

Distribuzione Fox
Durata 81'
Regia Joel Schumacher
Con Colin Farrell, Kiefer Sutherland, Forest Whitaker
Genere Drammatico


''Erano vent'anni che volevo fare un film ambientato in una cabina telefonica'', dice lo sceneggiatore Larry Cohen. ''È un luogo assolutamente eccezionale per restare intrappolati, nel mezzo della città, circondati da migliaia di persone. Mi sono immaginato un plot per il quale fosse impossibile uscire dalla cabina telefonica, in modo che questa diventasse quasi una bara di vetro. Tutti ti vedono, e nessuno sa che sei terrorizzato dentro la cabina''. Gli fa eco il regista Joel Schumacher: ''Mi interessava soprattutto l'esplorazione di una paura primaria: qualcuno ti sta osservando. L'aspetto più terrorizzante della storia è che potrebbe accadere a chiunque. È una parabola sulla paranoia urbana e sulla perdita della privacy nel mondo di oggi''.


Fonte: primissima.it

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16 luglio 2003
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