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In manette la "Nuova Cupola" agrigentina

Stroncato quello che doveva essere l'ottavo mandamento dell'Agrigentino

26 giugno 2012

Volevano costituire l'ottavo mandamento dell'Agrigentino, ma non hanno fatto in tempo perché la polizia della Squadra mobile di Agrigento e i magistrati della Dda li hanno fermati. A capo di questo nascente mandamento avrebbe dovuto esserci Leo Sutera di Sambuca di Sicilia, mentre suo braccio destro avrebbe dovuto essere Francessco Ribisi di Palma di Montechiaro.
I fermi sono stati voluti dai Pm della Dda Vittorio Teresi, Emanuele Ravaglioli e Rita Fulantelli.

"I provvedimenti riguardano 49 persone libere e altre 5 già in carcere. Dei 49 - ha spiegato il questore di Agrigento Giuseppe Bisogno - 47 sono stati presi, due, invece, mancano all'appello: non sono stati trovati nelle loro abitazioni. E' un risultato importante. L'indagine è partita negli ultimi mesi del 2010, grazie al lavoro certosino della Squadra mobile e del commissariato Frontiera di Porto Empedocle. Ed è partita per monitorare cosa accadeva dopo l'arresto dei due grandi capi: Gerlandino Messina e Giuseppe Falsone. Il monitoraggio ha permesso di accertare dei movimenti particolari e le evoluzioni in danneggiamenti ed estorsioni, nonché rapine".

Gran parte delle persone sottoposte a fermo dai poliziotti della squadra mobile di Agrigento e da quelli della sezione anticrimine di Palermo è di Porto Empedocle, Agrigento, Sambuca di Sicilia e Siculiana. Con questa operazione sarebbe stata decapitata la consorteria mafiosa agrigentina, costituitasi sulle ceneri delle strutture che sono collassate con gli arresti dei boss latitanti Gerlandino Messina e Giuseppe Falsone.
Tra i fermati nel blitz, denominato 'Nuova Cupola', vi sono anche volti già noti: oltre a Sutera, detto 'u professuri perché docente di educazione fisica e uscito di recente dal carcere dopo la condanna per mafia seguita all'operazione 'Cupola' dell'agosto del 2000, Fabrizio Messina, il fratello minore dell'ormai ex boss Gerlandino, assolto di recente nell'ambito di un'inchiesta di omicidio; l'imprenditore Francesco Ribisi di Palma di Montechiaro, i fratelli Romeo di Porto Empedocle, attualmente in carcere e ritenuti fedelissimi del clan di Gerlandino Messina. Coinvolti anche Rosario Bellavia, agente della polizia municipale; Alfonso Tuttolomondo, imprenditore di Porto Empedocle, e altri due imprenditori legati al mondo del cemento e calcestruzzo di Porto Empedocle.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

 

 

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26 giugno 2012
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