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In memoria di Pio La Torre

A 25 anni dalla scomparsa dell'uomo che lottò contro i missili, contro la mafia e contro la povertà

30 aprile 2007

La mafia lo ammazzò 25 anni fa. Era la mattina del 30 aprile 1982 quando alcuni killer uccisero il segretario regionale del Pci, Pio La Torre, e il suo collaboratore, Rosario Di Salvo.
Successe in via Turba, a Palermo. Rosario Di Salvo e Pio La Torre stavano raggiungendo in auto la sede del partito. Alla macchina si affiancarono due moto di grossa cilindrata: alcuni uomini mascherati con il casco e armati di pistole e mitragliette spararono decine di colpi contro i due politici. Pio La Torre morì all'istante mentre Di Salvo ebbe il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere.
Poco dopo l'omicidio fu rivendicato dai Gruppi proletari organizzati. Dopo nove anni di indagini, nel 1991, i giudici del tribunale di Palermo chiusero l'istruttoria rinviando a giudizio nove boss mafiosi aderenti alla Cupola di Cosa Nostra.
Per quanto riguarda il movente si fecero varie ipotesi, ma nessuna di queste ottenne riscontri effettivi. Nel 1992, un pentito, Leonardo Messina, rivelò che Pio La Torre fu ucciso su ordine di Totò Riina, capo dei corleonesi, a causa della sua proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi.
Già, la legge ''Rognoni-La Torre'', la legge sulla confisca dei beni mafiosi, quella che più di tutte le altre leggi antimafia venne odiata dai mafiosi, perché andava ad intaccare l'unico reale interesse che Cosa nostra abbia mai avuto: i soldi. Altro che ''onore'' e ''rispetto'': il potere, il controllo economico, l'onnipotenza...

L'impegno di Pio La Torre fu un impegno ''grande'', che si mosse verso ''grandi'' tematiche. Un impegno attivo incarnato dalla sua persona sempre in ''trincea'', a combattere di persona e dando un corpo alle proprie ideologie. Le sue lotte furono contro la grave crisi economica siciliana, contro la criminalità mafiosa (è stato lui a stendere la relazione di minoranza del '76 della commissione parlamentare antimafia), contro l'enorme speculazione edilizia, e contro la minaccia rappresentata per la pace nel Mediterraneo e per la stessa Sicilia della costruzione della base missilistica di Comiso contro la quale lanciò la grande campagna per raccogliere un milione di firme in calce ad una petizione al governo.
Lotte per le quali le sue idee camminavano in mezzo alla gente con le sue gambe e con quelle del popolo, che riconoscevano in lui un loro, vero e sincero rappresentante.
Pio La Torre chiamato a Roma dal partito Comunista per ricoprire importanti incarichi di lavoro, dopo due anni chiede di tornare in Sicilia, fra la sua gente, perché è nella sua terra che bisogna essere presenti.
E il ritorno di Pio La Torre mette in allarme molte centrali: del crimine, della destabilizzazione, della speculazione edilizia, del bellicismo. E' in questo quadro che la mafia decide di eliminarlo.

Insieme a La Torre, ritornò in Sicilia Rosario Di Salvo, suo amico e inseparabile collaboratore. Da qualche anno Rosario Di Salvo aveva lasciato il lavoro nell'apparato del partito dedicandosi ad una attività (ragioniere in una cooperativa) che gli consentiva di far fronte un po' meglio alle necessità della famiglia. ''Ma quando Pio rientra a Palermo, ben sapendo che si trattava di un posto di lotta e di lavoro pieno di difficoltà e di pericoli, abbandona la sua occupazione e chiede di tornare a fare l'autista, per il segretario regionale: 'Guadagnerò di meno - disse - ma questa è la mia vita. Mia moglie ora fa dei ricami in casa. Ce la faremo lo stesso'. Ecco chi era Di Salvo: un compagno mosso da una profonda, irresistibile passione politica, da uno spirito di assoluta fedeltà al partito''.
Queste le parole di Enrico Berlinguer nell'orazione funebre per i due martiri di mafia.

Sono trascorsi 25 anni da allora e per ricordare questi due eroi, che così tanto mancano a chiunque abbia un senso della morale e dell'etica, si sono organizzate una serie di manifestazioni, prima fra tutte l'inaugurazione della pista nel nuovo aeroporto civile di Comiso (leggi), che da avamposto di guerra oggi è divenuto avamposto di pace.
Ed è atterrato stamane il volo inaugurale dell'aeroporto di Comiso, cittadina che negli anni Ottanta  vide Pio La Torre manifestare insieme a migliaia di persone contro i missili ''Pershing'' (100 testate nucleari capaci di distruggere sei volte il pianeta). A bordo del volo inaugurale, su un Falcon, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Massimo D'Alema, assieme al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi.

Sempre per onorare la memoria di Pio La Torre, sabato scorso è stato organizzato dal centro studi che porta il suo nome, al teatro Politeama, il convegno ''Dalla mafia delle armi alla mafia dei capitali'', al quale hanno partecipato il ministro dell'Interno Giuliano Amato, il procuratore Francesco Messineo, il presidente dell'Antimafia nazionale Fracesco Forgione, e il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Luciano Violante.
Oggi, in via Turba, avverrà la posa delle corone di fiori sul luogo dell'agguato. Alla cerimonia sono attesi i tre segretari dei sindacati confederali e il presidente della Camera Fausto Bertinotti.
E nella prima serata comincerà la grande festa: ''Decolla la pace. Riparte la Sicilia'', che vedrà tra i partecipanti Max Gazzè, Paola Turci, Marina Rei, Luca Carboni e i Tinturia, una festa che durerà fino alle prime luci del Primo Maggio.

- Centro Studi Pio La Torre

- Articoli su e di Pio La Torre

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30 aprile 2007
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