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In molti ospedali Usa si accetta solo personale 'tobacco-free'

Negli Stati Uniti l'ultimo attacco ai fumatori parte dal posto di lavoro: fumare è una buona ragione per non essere assunti

11 febbraio 2011

La sigaretta non fa rima con il camice bianco e il lavoro in corsia. Almeno negli Usa, dove l'ultimo attacco ai fumatori parte dal posto di lavoro. Come riferisce ieri in prima pagina l''International Herald Tribune', infatti, in molti ospedali e altre strutture del comparto medico americano si stanno adottando stringenti politiche che fanno del vizio delle 'bionde' una valida ragione per depennare un potenziale candidato all'assunzione.
Obiettivo dichiarato: aumentare la produttività, ridurre i costi sanitari e incoraggiare uno stile di vita più sano. Un approccio duro e puro che riflette una sorta di frustrazione, visto che i sistemi più soft - come il divieto di fumo nelle aziende, l'offerta di programmi per smettere e l'aumento dei premi assicurativi per i tabagisti - finora non hanno portato ai risultati sperati. Così si arriva a considerare senza mezzi termini il fumo come una droga illegale.
Tanto che gli annunci di lavoro richiedono esplicitamente personale 'tobacco-free'. Non solo: molti aspiranti dipendenti si devono sottoporre a specifici test delle urine per la nicotina, e i neoimpiegati 'beccati' con la sigaretta accesa rischiano il licenziamento.

Il passaggio da posti di lavoro senza fumo ad aziende senza fumatori non ha mancato di accendere un dibattito nel Paese, persino fra i gruppi di sostenitori delle politiche anti-bionde, preoccupati da questa invasione nella vita privata dei lavoratori. Soprattutto nei confronti di un vizio che è comunque legale.
Se non ci sono ancora dati precisi sulle aziende che hanno adottato queste politiche integraliste, secondo molti commentatori si sono verificati sufficienti casi di aziende smoker-free per poter dire che l'approccio è generalizzato nel Paese. Fra gli altri, ospedali in Florida, Georgia, Massachusets, Missouri, Ohio, Pennsylvania e Texas hanno smesso di assumere personale fumatore l'anno passato. E molte altre strutture ammettono di considerare questa possibilità.

In Italia, il Codacons e l’associazione Articolo32, da anni impegnate nella lotta al fumo, sono favorevoli alla tendenza negli Stati Uniti a non assumere nelle strutture sanitarie personale fumatore. Ma rilevano anche che in Italia il tabacco è ancora diffuso in ospedale, nonostante i divieti.
"Fanno bene gli ospedali a non assumere fumatori - afferma in una nota il presidente Codacons, Carlo Rienzi - in Italia siamo distanti anni luce da misure simili. Basti pensare che nelle strutture del nostro Paese ancora si fuma in barba ai divieti, e addirittura sono stati segnalati casi di fumo in sala operatoria". "Servirebbe fare controlli e applicare le norme, licenziando medici e paramedici che fumano all’interno degli ospedali", conclude Rienzi. [Adnkronos/Salute]

 

 

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11 febbraio 2011
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