In mostra a Marsala, dopo un lungo restauro, la Nave Romana di Marausa
Domani, venerdì 18 Dicembre, la presentazione al Museo Archeologico Regionale Lilibeo
Foto di Salvo Emma
La Nave Romana arriva a Marsala. Domani, venerdì 18 dicembre 2015, alle ore 16.30, nella Sala conferenze del Museo Archeologico Regionale "Lilibeo" di Marsala avverrà la presentazione ed esposizione al pubblico, dopo un lungo restauro, della nave oneraria tardo-romana rinvenuta nel 1999 nei bassi fondali del lido di Marausa.
Dopo i saluti del Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Trapani, Paola Misuraca, del Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo e di Trapani, Vito Damiano, sono previsti gli interventi del Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa che parlerà su: "Il relitto di Marausa: scavo, recupero e restauro" e di Enrico Caruso, Direttore del Museo archeologico regionale Lilibeo di Marsala che relazionerà su: "La nave oneraria e l’esposizione in divenire nel Museo Lilibeo".
Il sito di Marausa, posto tra Trapani e Marsala, fronteggia le isole Egadi e come queste si trova in posizione geografica strategica sia dal punto di vista militare che commerciale, in quanto scalo-ponte tra la costa nord-africana e l’Italia. Il relitto nascosto per diciassette secoli, a pochi metri dalla spiaggia, appartiene ad una nave di età tardo romana del metà del terzo secolo d.C. e giaceva a due metri dal livello del mare, sotto uno strato fangoso e di posidonia. A seguito di questo rinvenimento nel 2000 fu condotta una prima indagine archeologica, durante la quale venne scavata una stretta trincea perpendicolare all’asse principale dell’imbarcazione in prossimità della sua zona mediana, e i dati ricavati hanno rivelato trattarsi di una nave oneraria lunga m 16 ca., larga m 8 ca., costruita secondo la tecnica a guscio portante. Le successive campagne di scavo e recupero del relitto si sono definitivamente concluse nel 2011, si è quindi provveduto al trasporto dei legni presso un laboratorio specializzato. Qui sono state eseguite le operazioni di pulitura, debatterizzazione, impregnazione con carboidrati a catena modificata ed essiccazione a vuoto discontinuo. Gli innovativi interventi conservativi hanno restituito ai legni le caratteristiche cromatiche tipiche delle loro essenze, che sono il larice per il fasciame e il frassino per la chiglia e le ordinate. Ultimato il processo di stabilizzazione dei legni si è provveduto al loro assemblaggio ricostruttivo, in vista dell’esposizione del relitto al pubblico.
Per quanto riguarda il carico, è probabile che sia stato subito recuperato e messo in salvo perché il naufragio avvenne vicino alla costa, infatti la quantità delle anfore, rinvenute generalmente in stato frammentario, non è cospicua. Il materiale ceramico, proveniente dal luogo di giacitura del relitto e ad esso sicuramente appartenente, si data tra la fine del III e il IV secolo d.C. e appare prevalentemente di produzione nord-africana. E adesso, dopo sei anni dal suo rinvenimento l’antica nave romana viene definitivamente offerto alla sguardo dei visitatori.
Dichiarazione di Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare: "La nave di Marausa contribuisce ad approfondire le conoscenze sulle intense relazioni commerciali tra la Sicilia e l'Africa in epoca tardo romana, offrendo un quadro di integrazione economica soprattutto nell'ambito della produzione agricola. L'arrivo dello scafo, ottimamente trattato e restaurato dalla società Legni e Segni della Memoria di Giovanni Gallo, presso il Museo archeologico di Marsala costituisce motivo di grande soddisfazione quale ulteriore prova del minuzioso lavoro che la Soprintendenza del Mare conduce nel mare di Sicilia".
- Recupero e trattamento conservativo dei legni del relitto di Marausa