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In Sicilia cambia la gestione dei rifiuti

La gestione integrata dei rifiuti passerà ai Comuni. L’assessore Marino: "Prevale il prinicipio di responsabilizzazione dei sindaci"

20 dicembre 2012

La Giunta regionale siciliana presieduta da Rosario Crocetta ha approvato nella seduta dell’altro ieri sera il disegno di legge di modifica della gestione integrata dei rifiuti e il ddl per la gestione provvisoria del sistema idrico integrato che semplifica notevolmente l’impianto organizzativo. In particolare, con il ddl, la gestione dei servizi di raccolta, spazzamento e trasporto è a carico dei Comuni singoli o in forma associata.
L'assessore all’Energia e ai rifiuti, Nicolò Marino, intende procedere "con ogni urgenza al completamento delle società regionali dei rifiuti e permettere che le stesse predispongano il piano d’ambito di competenza delle stesse e avviare le gare d’ambito".

"Dopo dodici anni l’emergenza  rifiuti è finalmente finita in Sicilia", ha detto l’assessore Marino illustrando il ddl. "Oggi un sindaco si deve assumere le sue responsabilità e non ha più scusanti - ha aggiunto l'assessore -. Prevale il prinicipio di responsabilizzazione dei sindaci". "Chi vuole gestire in maniera virtuosa il servizio - ha detto - oggi ha la possibilità di chiedere l’intervento del Dipartimento rifiuti per valutare le possibilità di composizioni di eventuali liti e questo potrebbe snellire quello che è stato il contenzioso amministrativo".
Un’altra modifica è l’autorizzazione unica. "Uno dei profili devastanti - ha detto ancora Marino - è stato il prezzo per il conferimento in discarica, che non erano controllati dall’assessorato ai rifiuti. Non potevamo perdere la possibilità del  controllo diretto sotto questo aspetto".
Inoltre, in Sicilia nasce l’Osservatorio dei rifiuti, che prevede il monitoraggio di dati, controlli  amministrativi, ma anche dei controlli in collaborazione con le forze di Polizia. "E' un fatto importante - ha detto Marino - perché i controlli devono esserci. Non si perderà più nessun momento dell’elaborazione di un piano che riguarda il settore dei rifiuti e dell’acqua".

ARRIVA LA TARES: LA NUOVA IMPOSTA SUI RIFIUTI - Con la nuova tassa sui rifiuti stangata in vista per le famiglie italiane nel 2013. La staffetta tra Tarsu e Tares, infatti, a partire dal nuovo anno porterà con sé un ulteriore aggravio sul bilanci familiari; il 35,7% in più di quanto si pagava con la vecchia imposta, in soldoni 80 euro a famiglia.
A fotografare gli effetti della nuova imposizione è la Uil con una indagine del servizio politiche territoriali. Di male in peggio, dunque, sintetizza il sindacato che stima come nel 2013 "la Tares peserà mediamente sui bilanci delle famiglie 305 euro, più della media dell'Imu sulla prima casa; in valori assoluti, infatti, la Tares vale circa 1,9 miliardi di euro in più che si aggiungono ai 7,6 miliardi di euro pagati nel 2012 con le bollette sui rifiuti". "Ormai i dati ci indicano che, oggi, purtroppo il livello di tassazione locale (Imu, Addizionali Irpef, Tariffa rifiuti) incide per il 30% (oltre 1.700 euro) sulla pressione fiscale complessiva e gli aumenti colpiscono principalmente i lavoratori dipendenti e pensionati", commenta il segretario confederale Guglielmo Loy che chiede "di rettificare i decreti attuativi del federalismo fiscale".

Già nel 2012, infatti, la vecchia Tarsu aveva denunciato, stima ancora la Uil, aumenti medi del 2,4%, più del 14,3% in cinque anni per un esborso complessivo di 225 euro. Aumenti in corso d'anno registratisi in 39 città capoluogo: Bari con il +30%, Milano con il +20%, Novara con il +19,2%, Firenze con il +16,6% ed Avellino con il +15%. Soltanto tre le città che l'hanno diminuita: Lucca - 7,5%; Treviso - 5,4%; Teramo - 4,8%. In valori assoluti, invece, la Tarsu più pesante è quella che pagano i cittadini di Napoli, dove per la famiglia presa a campione il sindacato calcola un esborso di 427,80 euro l'anno; segue Salerno 355,60 euro; Alessandria 337,50 euro; Prato 329 euro; Venezia 325 euro; Gorizia 324,60 euro; Siracusa 317,20 euro; Caserta 314,60 euro; Roma 310,98 euro; Latina 304,30 euro. Tornando ai dati a Matera l'aumento nel 2012, rispetto al 2011, della Tarsu è stato del 39,5%; a Bari del 30%; a Milano del 20,1%; a Novara del 19,2%; a Firenze del 16,6%; ad Avellino del 15%; a Crotone del 14,9%; a Campobasso del 9%; a Mantova dell'8,5% e a Ravenna del 7,6%.

Tra le grandi città, l'aumento è stato del 5% a Palermo; del 4,1% a Bologna; del 3,2% a Perugia; del 3% a Bolzano e Torino. A Roma, invece, si è registrato un aumento del 2,5%, per effetto del recupero dell'Iva non fatto pagare in bolletta nel 2010.
Bolletta meno pesante, nel 2012, per quei 1.300 Comuni che applicano la Tariffa di igiene ambientale, 37 euro, mentre nei Comuni dove si applica la Tarsu, l'aumento medio corrisponde a circa 70 euro. A ciò vanno aggiunti, calcola ancora il sindacato, ulteriori 27 euro medi, per la parte servizi indivisibili dei Comuni.
"Il tema dell'efficienza e del contenimento dei costi del servizio, soprattutto delle Società spesso pubbliche, che gestiscono il servizio non è secondario in quanto si ripercuote sui cittadini, attraverso l'aumento di tasse e tariffe", conclude Loy.

[Informazioni tratte da ANSA, SiciliaInformazioni.com, Adnkronos/Ign]

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20 dicembre 2012
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